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Mordechai Kedar
L'Islam dall'interno
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L'accordo di pace tra i talebani e gli Stati Uniti 08/02/2019

L'accordo di pace tra i talebani e gli Stati Uniti
Analisi  di Mordechai Kedar

(Traduzione dall'ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)

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Recentemente è stato reso noto che gli Stati Uniti e i talebani hanno raggiunto un accordo di pace sull'Afghanistan, che consentirà alle forze statunitensi di lasciare quel Paese 17 anni dopo l'invasione, avvenuta nell'ottobre del 2001, meno di un mese dopo l'11 settembre.
Al Qaeda aveva usato l’Afghanistan come un rifugio sicuro, in grado di pianificare ed eseguire gli attacchi  alle Torri Gemelle che hanno causato la morte di oltre 3000 persone negli USA. Il regime talebano che aveva permesso all'Afghanistan di trasformarsi in un paese terrorista, dopo l'invasione dell'Occidente, fu rovesciato nel giro di qualche giorno e la coalizione occidentale che includeva gli Stati Uniti sotto George W. Bush, i Paesi della NATO e l'Australia, riuscì a conquistare l'intero Paese in meno di un mese, distruggendo completamente il regime dei talebani e mettendo sotto controllo tutte le basi dei terroristi e le loro installazioni. 
Un gran numero di terroristi che avevano invaso il Paese vennero uccisi, alcuni furono catturati e altri fuggirono in altri paesi. La rapidità di quest’operazione lasciò l’impressione che i talebani non avrebbero mai recuperato la loro forza e che l'Afghanistan non sarebbe mai più diventato uno Stato terrorista. 
La settimana scorsa  è stato reso noto che l'America ha raggiunto un accordo - con chi?- con i talebani, quella stessa organizzazione islamica che aveva trasformato l'Afghanistan in uno Stato terrorista. 
Che cosa è cambiato per trasformare questa pericolosa organizzazione  nel partner di un accordo con gli Stati Uniti? Come può l'America, la potenza più forte al mondo, dopo aver condotto un'aspra guerra per 17 anni contro questo movimento,  finire per accettarlo come partner di un accordo? 
La fonte dei problemi dell'Afghanistan consiste nel fatto di essere composto da dieci etnie distinte, che non si sono mai riconosciute in una nazione unificata e coesa. 
Sono: pashtun, tagiki, uzbeki, aimāq, gurjar , kirghizi, baluci, turkmeni, nuristani e pamiri. Ognuno di questi gruppi etnici ha lingua, abbigliamento, cultura, idee, leader, interessi e milizie armate proprie, la cooperazione esistente tra di loro è quasi inesistente. 
Ogni controversia - e ce ne sono state molte - si  trasforma in una guerra, trasformando lo Stato in un'entità incapace di funzionare. 
Per rispondere alla domanda su Stati Uniti e Talebani, inizierò con una storia personale. Nel gennaio del 2009 era stato eletto Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Nell'ottobre dello stesso anno, aveva invitato tutti coloro che erano in contatto con l'Afghanistan - personale del Dipartimento di Stato, della Difesa e dei vari servizi di intelligence – ad una lunga serie di discussioni su quale strategia americana si sarebbe dovuta impiegare in Afghanistan, dato che dopo oltre sette anni di guerra, non erano in vista soluzioni. La persona chiave di queste discussioni era Richard Holbrooke del Dipartimento di Stato americano che, a quel tempo, era l'inviato speciale degli Stati Uniti in Afghanistan e Pakistan.
Proprio in quel momento, sono stato invitato a Washington, all'annuale Conferenza Internazionale dell'Associazione per lo Studio del Medio Oriente e dell'Africa - ASMEA - un'organizzazione accademica di ricercatori il cui campo di attività è legato al Medio Oriente e al Nord Africa. Alla conferenza, ho presentato un documento redatto insieme con il mio amico e collega Isaac Mansdorf, dal titolo: "Il tribalismo nel mondo arabo e islamico e la sua influenza sulla costruzione della nazione".
Il punto centrale dell'articolo metteva in rilievo lo spreco di tempo e di energia per dare origine a uno Stato costituito da molti gruppi che non si fondono in una sola unità etnica, e perchè è necessario separare gruppi eterogenei non funzionanti, in più piccole unità omogenee (ciascuna basata su un gruppo etnico unito) che hanno migliori possibilità di successo. 
Durante la conferenza, avevo preso contatto con uno dei consiglieri di Richard Holbrooke per consegnargli il documento e suggerire possibili soluzioni al Presidente Obama, vale a dire la  suddivisione dell'Afghanistan. 
Il consulente mi  chiese di inviarlo per posta elettronica , cosa che feci. 
Mezz'ora più tardi - il tempo sufficiente per leggere il documento -  mi chiamò  stizzato: "Stai dicendo che non c'è una nazione afgana? Che razza di razzista sei !!!". 
Risposi "No, non c'è una nazione afgana, e io non sono un razzista, perché ciò che si riscontra, sono dieci nazioni diverse e distinte che non si sono mai unificate per formare un solo popolo, e se non si divide quel Paese che non funziona e se non si dà a ciascuna di loro il proprio pezzo di terra separato, ti troverai bloccato in Afghanistan per almeno un altro decennio ". 
Il consigliere, infuriato, interruppe la comunicazione.  Il resto è storia.
L'America affondò nel pantano afgano, quasi dieci anni sono passati da quella conversazione, e l'America restituisce l'Afghanistan nelle stesse condizioni in cui era all'inizio: uno stato eterogeneo, privo di legittimità agli occhi della maggior parte dei suoi cittadini, governato da un’ organizzazione islamica fanaticamente estremista, che crede con tutte le sue forze che gli Stati Uniti e l'Occidente devono scomparire dalla faccia della terra.
Ad oggi, la guerra è costata la vita a 2419 soldati statunitensi e a 1142 soldati di altri Stati che hanno preso parte agli sforzi internazionali per stabilizzare il Paese sotto un governo funzionante. Decine di migliaia di soldati  feriti fisicamente e psicologicamente,  e,in termini finanziari, la guerra è costata al contribuente americano quasi un trilione di dollari. 
Peggio ancora, la stessa organizzazione che ha trasformato in uno Stato terrorista l'Afghanistan, sta per ricevere un marchio di approvazione degli Stati Uniti, nella speranza che faccia effettivamente ciò che ha promesso di fare. 
Non ho letto l'accordo e quindi non so se includa sanzioni nel caso di violazioni, ma sono disposto a scommettere che i talebani faranno tutto quanto in loro potere per uscire dall'accordo il più presto possibile e liberarsi dagli impegni presi. 
Questo è il risultato di come i talebani vedono gli Stati Uniti: uno stato eretico gestito da cristiani, che, secondo l'Islam, devono essere "dhimmi" asserviti all'Islam, con diritti limitati e certamente senza alcun diritto di combattere i musulmani ma obbligarli ad accordarsi. c La mia sensazione è che quei leader talebani che hanno firmato l'accordo con gli Stati Uniti, lo considerino come una ripetizione della Hudaybiyyah che il profeta Maometto aveva firmato con gli eretici della Mecca. Doveva durare per circa dieci anni, ma fu disatteso dopo due. 


Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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