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Mordechai Kedar
L'Islam dall'interno
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Scenari per una distensione USA-Iran 13/08/2018

Scenari per una distensione USA-Iran
Analisi di Mordechai Kedar

www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/22589

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Ci sono due possibili scenari per ciò che sta per accadere tra gli Stati Uniti e gli Ayatollah, uno positivo e l'altro tragico. Cosa riserva il futuro per l'Iran?

Le sanzioni americane contro l'Iran sono entrate in vigore questa settimana e un gran numero di compagnie ha smesso di fare affari con l'Iran per non perdere l’autorizzazione a continuare ad operare nell'economia americana. Fra tre mesi le sanzioni diventeranno più pesanti e riguarderanno le banche e le industrie energetiche, con il risultato che l'Iran perderà gran parte del suo reddito, la maggior parte del quale proviene da petrolio, gas e prodotti correlati. Sembra che solo la Cina intenda mantenere i suoi rapporti economici regolari, o quasi, con l’Iran e probabilmente, pure la Russia non interromperà del tutto i suoi legami economici con il regime degli Ayatollah. Questo articolo esaminerà due possibili scenari che potrebbero verificarsi nei prossimi due anni. Entrambi si basano sui seguenti presupposti di base:

1. Il Presidente Trump continuerà a fare pressioni sull'Iran dal punto di vista economico in ogni modo possibile , con la conseguenza che l'economia iraniana sarà in ginocchio e forse in uno stato di totale collasso.

2. Se l'Iran non ricorrerà alla violenza delle armi, Trump si asterrà dall'azione militare. Se l'Iran impiegherà azioni militari contro il traffico marittimo in acque internazionali - lo stretto di Hormuz e Bab el Mandeb - le forze armate statunitensi colpiranno l'Iran senza pietà.

3. Il Presidente Trump interverrà contro l'Iran nel caso in cui questo Paese faccia uso di “proxy” per danneggiare gli interessi americani.

4. L'Iran cercherà di superare tranquillamente i prossimi due anni e mezzo, sperando che Trump venga sconfitto e sostituito da un Presidente democratico che ripristinerà l'accordo nucleare e rimuoverà le sanzioni.

5. I leader europei continueranno a sostenere l'Iran a parole, ma non saranno in grado di costringere le industrie europee a fare affari con l'Iran.

6. I leader europei temono il crollo del regime in Iran, che il Paese possa cadere nel caos generale, con una guerra che vedrà tutti contro tutti e che una nuova ondata di milioni di immigrati tenteranno di raggiungere l'Europa. Questa è la ragione per cui i leader europei stanno cercando e cercheranno di “resuscitare” il regime iraniano in ogni modo possibile.

Ci sono due possibili scenari:

Primo scenario: i negoziati

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Donald Trump, Hassan Rohani

Il miglior risultato per il regime degli Ayatollah e il peggiore per il Medio Oriente e il mondo intero, sarebbe un ritorno al tavolo dei negoziati insieme alle potenze mondiali in risposta alle richieste americane. L'Iran utilizzerà i negoziati per guadagnare tempo fino alle elezioni del 2020, nella speranza che Trump perda e un democratico vinca la presidenza. Gli iraniani sono convinti che un Presidente democratico ritornerà all'accordo nucleare del 2015 e rimuoverà le sanzioni rinnovate da Trump. Gli Ayatollah sono maestri nei negoziati e riusciranno a trascinare le trattative per anni , con la creazione di una falsa immagine di progresso, rassicurando Trump, i politici americani e i media di tutto il mondo. L'Iran sa che dall'inizio del 2020 Trump farà di tutto per essere rieletto e presenterà quindi la “flessibilità” iraniana quale risultato del suo negoziato. Chiunque segua lo sviluppo della vicenda USA-Corea del Nord vede un quadro simile: durante l'incontro di Singapore abbiamo visto Trump impressionato da Kim, il suo "nuovo amico" e dalle dichiarazioni ottimistiche di entrambi i partecipanti. Tuttavia, durante i negoziati che si svolgono lontano dalle telecamere, le cose sono molto più difficili e non è del tutto chiaro se Kim smantellerà effettivamente il suo progetto nucleare e i missili a lungo raggio che minacciano gli Stati Uniti. È ovvio che Kim vuole guadagnare tempo per aumentare la pressione sugli Stati Uniti, che anche durante l'era di Trump preferiscono rimanere fuori dalla guerra e non desiderano uno scambio di missili balistici con un regime che non ha limiti e non dà alcun valore alla vita umana. I governanti iraniani sperano di percorrere un percorso simile con Trump: lo incontreranno, sorrideranno alle telecamere, spargeranno dichiarazioni ottimistiche per ottenere un'opinione pubblica positiva, mentre cercano di mettere in cattiva luce il nome di Trump e creargli un'immagine di piantagrane (tutto questo per diminuire le sue possibilità di rielezione). Sanno tutto sull'odio che gli è stato rivolto da ampie fasce del pubblico americano, e cercheranno di alimentare il fuoco di quell'inimicizia durante i negoziati. Creeranno l'immagine di un Paese disposto a scendere a compromessi e ad essere tollerante, per dare agli anti-Trump un'arma da usare contro un Presidente che non vuole raggiungere un accordo simile a quello concesso da Obama. Chiunque abbia la minima comprensione del Medio Oriente si rende conto che il fatto stesso che gli Stati Uniti entrino in negoziati con gli iraniani è una vittoria iraniana. Utilizzeranno le trattative per guadagnare tempo mentre l'orologio politico di Trump si avvicina al novembre 2020. I negoziati lasceranno intatto il regime dell'Ayatollah e, nonostante la terribile situazione economica, loro sopravvivranno al mandato di quattro anni di Trump e poi continueranno esattamente come prima della sua elezione: riprendere il loro progetto nucleare militare, continuare a fabbricare missili balistici a lungo raggio e continuare a minacciare la stabilità del Medio Oriente e del resto del mondo.

Secondo scenario: un collasso del sistema

Gli sviluppi in Iran negli ultimi mesi stanno portando il Paese a un collasso del suo sistema economico, che potrebbe portare in breve al collasso del regime. L'inflazione è cresciuta a circa il 130%, la valuta locale ha perso l'80% del suo valore e continua a scendere. La ragione di questo sviluppo negativo è la mancanza di fiducia della gente nella valuta iraniana e un generale sentimento di pessimismo nei confronti della capacità dell'economia iraniana di sopravvivere alle pesanti e rigorose sanzioni a cui sarà soggetta. Quasi ogni giorno ci sono manifestazioni che si svolgono in molte città iraniane. La gente non ha più paura e sta rivolgendo la sua rabbia verso un regime che ha sprecato i 150 miliardi di dollari in contanti ricevuti da Obama nel 2015, nelle guerre inutili in Yemen, Siria e Iraq - per non parlare dei soldi finiti nelle tasche di Hezbollah libanese e di Hamas di Gaza, riempite di fondi iraniani, difficilmente recuperabili dagli Ayatollah. I canti delle proteste includono "Morte al dittatore" e "Non Palestina e Libano - prima l'Iran!" La siccità che ha colpito molte parti del Paese ha trasformato milioni di agricoltori, specialmente nella provincia di Isfahan, in cittadini affamati, assetati e amareggiati. Si lamentano, giustamente, che il Paese non abbia investito nel miglioramento delle infrastrutture idriche, nella perforazione di pozzi per avere più acqua, nella costruzione di dighe e nel portare l'acqua da altre aree. Invece, ha investito i suoi soldi in guerre inutili e in conti bancari di leader corrotti. I cittadini iraniani sanno bene che ognuno dei leader del regime si è preso cura di se stesso, acquistando case in Cina, Russia, Sud America o altri paradisi dove non vengono poste domande, non viene controllato il passato di alcuno e nessuno viene processato per il coinvolgimento in violazioni dei diritti umani. Il pubblico iraniano sa che i suoi leader e le loro famiglie fuggiranno dal Paese verso quei santuari pronti e in attesa di accoglierli, non appena si sentiranno vicini alla fine del gioco ( e vadano all'inferno il loro Paese e tutti gli abitanti). Una delle domande senza risposta a questo punto, è quanto le forze armate saranno fedeli al regime dell'Ayatollah e quanto faranno per fermare le proteste. È ragionevole supporre che i Basij, le guardie civili, saranno fedeli al regime tentando di evitare lo scontro con i cittadini locali al fine di impedire che si soffi sul fuoco. Nel corso dell'ultimo anno, abbiamo visto quanta pazienza hanno dimostrato quando furono danneggiate delle stazioni di polizia. Le Guardie rivoluzionarie probabilmente mostreranno più crudeltà, ma si terranno in riserva per l'ultimo combattimento di trincea. L'esercito sarà chiamato a reprimere le proteste solo come ultima risorsa, poiché il regime non è del tutto sicuro della sua lealtà, sia nei confronti del popolo sia del governo. Se le dimostrazioni di strada continuano, è probabile che le minoranze etniche comincino ad agire con violente attività partigiane contro il regime. I Baluchi, nel Sud-Est dell'Iran e le loro milizie armate di Jundallah saranno i primi a trarre vantaggio dalla debolezza del governo. Gli arabi sunniti nella regione di Ahwaz saranno probabilmente il gruppo successivo a dichiarare una ribellione contro il regime e i curdi nel Nord-Ovest dell'Iraq presto seguiranno l'esempio. L'opinione mondiale è fondamentale a questo punto. Il sostegno, anche sotto forma di dichiarazioni verbali , incoraggerà il pubblico a scendere in piazza e sarà di grande aiuto se arriverà anche un aiuto concreto dai Paesi che desiderano vedere il collasso del regime degli Ayatollah: mezzi di comunicazione codificati, armi, munizioni, denaro e forniture mediche per curare i feriti. L'aiuto più efficace e significativo sarebbe una vera e propria minaccia agli Ayatollah secondo cui, a qualsiasi ricorso alla violenza contro i manifestanti sarà risposto con il bombardamento delle basi della Guardia Rivoluzionaria, dei centri di comunicazione e delle istituzioni governative. Questo tipo di minaccia paralizzerà la capacità del regime di affrontare un pubblico furioso e accelererà la data in cui i suoi capi fuggiranno dal Paese. Se c'è un collasso sistemico generale in Iran, questo potrebbe affondare in uno stato di caos con una guerra di tutti contro tutti. La gente si vendicherà dei capi di governo, delle loro famiglie e delle loro proprietà, dando così sfogo alla loro rabbia contro il regime e i suoi simboli. E’ probabile che i lealisti diano fuoco ai documenti dell’intelligence, a quelli della polizia e agli archivi della Guardia rivoluzionaria, per evitare che cadano nelle mani dei loro avversari.

Cosa succederà?

La cosa migliore che il Presidente Trump può fare è inviare un messaggio Twitter agli Ayatollah in questo modo: "Miei cari leader iraniani, il vostro tempo è scaduto e il gioco è finito, state turbando la stabilità del Medio Oriente, progettando la guerra e causando sofferenze indescrivibili a milioni di persone, dentro e fuori dall'Iran. Mentite e imbrogliate senza vergogna in modo tale che più nessuno ha fiducia in voi. Non ci sarà alcun negoziato con voi, su nulla, perché non credo ad una sola parola che dite. Avete esattamente un mese per fare quanto segue:

1. Smontare tutte le apparecchiature dei siti nucleari, ad eccezione della centrale elettrica di Bushehr, eliminate tutte le apparecchiature smontate, comprese le centrifughe e l'uranio arricchito in Russia.

2. Smantellare tutti gli impianti di razzi e missili che avete costruito.

3. Smantellare tutti i missili balistici che avete fabbricato.

4. Riportare tutte le forze iraniane, afghane e irachene dalla Siria, dall'Iraq e dallo Yemen.

5. Smettere di inviare armi, munizioni, sistemi per le comunicazioni e altre attrezzature militari allo Yemen, alla Siria, al Libano e all'Iraq.

6. Cessare l'invio di fondi agli Hezbollah del Libano, alle milizie sciite in Iraq e a Hamas.

7. Confiscare tutti i soldi rubati dai leader del regime e restituirli al tesoro nazionale.

8. Assegnare le somme necessarie per lo sviluppo di fonti d'acqua nella regione di Isfahan e per ripulire la terra e i fiumi nella regione di Ahwaz.

Avete esattamente un mese per eseguire ognuna di queste richieste senza eccezioni e non richiedete un'estensione perché non vi verrà concessa. Se non soddisfate alcuna o tutte queste richieste, tutte le opzioni saranno a nostra disposizione, compreso l'uso della forza per difendere noi stessi e la pace della regione e del mondo contro l'ideologia fomentatrice della rivoluzione che avete esportato in un modo così terribile per 38 anni. Ascoltate bene ogni parola che dico e se volete sopravvivere, prendetemi sul serio. Una lettera di questo tipo sarà considerata una minaccia credibile per i governanti dell'Iran. Da quando hanno conquistato il trono nel 1979, si comportano come dovrebbero quando sentono una minaccia tangibile. Questo è ciò che accadde nel 1980 quando liberarono incondizionatamente i diplomatici statunitensi che avevano intrappolato nell'ambasciata americana a Teheran a causa della minaccia rappresentata dal neo-eletto presidente Ronald Reagan, che hanno percepito come autentica. È accaduto di nuovo nel 1988 quando avevano ceduto agli iracheni perché gli Stati Uniti avevano abbattuto per errore un aereo passeggeri iraniano. (Nel luglio 1988, l’incrociatore americano Vincennes abbatté un aereo di linea dell'Iran Air. Anche se l'abbattimento non fu intenzionale, gli iraniani lo interpretarono come parte di una cospirazione americana per sostenere l'Iraq. Con disperazione degli iraniani, il mondo non reagì in modo energico a questo oltraggio. Alla fine, comprendendo la portata dell'isolamento iraniano, alcuni giorni dopo l'Ayatollah Khomeini decise di "bere una tazza di veleno" e si disse d'accordo a sospendere la lotta contro l'Iraq. Così gli americani involontariamente misero fine alla guerra tra Iraq e Iran. n.d.t. http://it.danielpipes.org/10502/iraq-iran-pupazzi-pece-politica-americana) E così è stato nel 2003, quando hanno congelato i loro piani nucleari militari a causa dell'invasione dell'esercito occidentale in Iraq, temendo che sarebbero stati i prossimi. Una volta che questa preoccupazione era scomparsa nel 2006, sono tornati ad attuare il loro programma nucleare militare. È importante rendersi conto che quanto più credibile è la minaccia americana, tanto più sarà possibile che non occorra metterla in atto. Il regime iraniano non è suicida e sa perfettamente che nessuno verrà in suo aiuto se verrà attaccato da aerei o missili statunitensi. Se il Presidente Trump invia loro un messaggio che dice chiaramente che, se necessario, intende agire contro il regime degli ayatollah questi si arrenderanno, faranno ciò che è loro richiesto e possibilmente sopravvivranno alle masse iraniane arrabbiate. Questo è l'unico modo per ottenere il risultato desiderato da 80 milioni di cittadini iraniani, da quella regione e dal mondo. Negoziare con loro sarebbe un disastro dato che concederebbe loro una polizza di assicurazione sulla vita che sfrutteranno al massimo facendosi beffe dell'uomo comune iraniano,dei paesi della regione e del mondo. Solo una minaccia credibile può salvare l'Iran dal collasso totale e l'Europa dall'afflusso di milioni di persone che fuggirebbero dall'Iran. Se i leader europei vogliono evitare un'altra ondata di rifugiati, dovranno sostenere le sanzioni economiche imposte all'Iran e unirsi alla minaccia credibile di Trump (nella speranza di liberare il mondo dall'incubo iraniano durante il primo mandato di Trump).


Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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