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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Visita al teatro dell'assurdo 23/03/2023
Visita al teatro dell'assurdo
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)


World Happiness Report 2023: Jan-Emmanuel De Neve talks through the key  figures - YouTube

“Verso il complicato Oriente, io volavo con idee semplici” diceva il Generale De Gaulle nel 1941. Come considererebbe la situazione oggi? In Israele, gli attentati contro i civili sono in aumento e l'esercito israeliano sta rispondendo con forza. Comunque, il 26 febbraio, tre settimane fa, israeliani e rappresentanti dell'Autorità palestinese si sono incontrati ad Akaba, in presenza di giordani, egiziani e americani, per cercare di arginare la spirale di violenza. Gli uni e gli altri erano preoccupati per l'aumento delle tensioni con l'avvicinarsi del Ramadan. Questo mese, considerato il più sacro del calendario islamico, un mese di digiuno e di astinenza, è oggi caratterizzato dalla recrudescenza di sanguinosi scontri nella regione. Scontri che non vogliono né gli israeliani, né i capi di Ramallah, né i giordani e nemmeno gli egiziani. Sfortunatamente, è Hamas a Gaza ad auspicarli , e così fa la maggior parte delle fazioni palestinesi; tutti hanno condannato i colloqui, respingendo in anticipo le conclusioni del vertice. Senza dubbio “per caso”, alla fine dell’incontro, due israeliani sono stati uccisi da un terrorista mentre erano bloccati in un ingorgo a Huwara. Individuato dalle forze di sicurezza israeliane, il terrorista è stato eliminato pochi giorni dopo. Il 20 marzo, c’è stato un nuovo vertice, questa volta in Egitto. Le stesse condanne e gli stessi insulti da parte delle fazioni e di Hamas, che il giorno prima si era spinto fino a lanciare un razzo su Israele nella speranza che la reazione di questo Paese avrebbe annullato l'incontro. Israele sceglie la moderazione. Il vertice ha luogo. Gli stessi partecipanti arrivano alle stesse conclusioni e prendono le stesse risoluzioni. E proprio come era successo allora, è quello il momento scelto da un terrorista palestinese per svuotare il suo caricatore su un’auto israeliana, a Huwara.                    

“La follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi” diceva Einstein.
Ahimè, un nuovo vertice è già programmato.  Meglio, la Cina, che cerca di prendere il posto degli Stati Uniti in Medio Oriente, propone di ospitare un incontro israelo-palestinese. Nel frattempo, Hamas e le fazioni palestinesi, incoraggiate dal movimento BDS, chiedono apertamente la distruzione di Israele con le armi; sia in Cisgiordania che a Gaza, nei manuali scolastici in parte finanziati dall'Unione Europea, le mappe rappresentano una Palestina immaginaria che abbraccia tutto Israele senza che il mondo batta ciglio; d'altra parte, le parole di un ministro israeliano da un podio che esponeva una mappa su cui lo Stato di Israele si estendeva su  entrambe le rive del fiume Giordano, e che includeva anche l’attuale Giordania, fecero scalpore in tutto il mondo, anche se il governo israeliano si era affrettato a sottolineare che il Ministro partecipava a una riunione privata ed esprimeva solo una sua opinione personale.     

Quello  che è insolito in questo panorama è che, secondo il Rapporto Mondiale sulla Felicità  -World Happiness Report 2023 - pubblicato lunedì 20 marzo scorso, Israele si colloca al quarto posto su 137 Paesi valutati, dietro a Finlandia, Danimarca e Islanda. Per arrivare a questo risultato, lo Stato ebraico è salito di cinque posizioni rispetto al precedente sondaggio dello scorso anno. Vai a capire.

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Michelle Mazel

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