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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Cecità europea 07/09/2022
Cecità europea
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)


Growing presence of Hamas in West Bank challenges Abbas, worries Israel | |  AW

E’ difficile comprendere la posizione dell'Europa.  Essa s’interessa in particolare a quella che chiama “la causa palestinese” senza sforzarsi di definire di cosa si tratta; scruta le azioni di Israele con una lente d'ingrandimento e non esita a criticarle; soprattutto, spesso privilegia la narrativa palestinese. Lo si è visto nel caso delle sette ONG palestinesi che il Ministero della Difesa israeliano ha ordinato di chiudere con la motivazione che forniscono sostegno finanziario e appoggiano le idee di un'organizzazione terroristica. Un'accusa smentita con veemenza dagli interessati. Sembra che siano stati loro ad aver vinto la causa presso le grandi cancellerie del vecchio continente. Un'imponente delegazione di ben 19 diplomatici che si dichiarano né convinti né soddisfatti delle argomentazioni israeliane è venuta a chiedere spiegazioni al Ministero degli Affari Esteri di Gerusalemme. Ansiosa di confutare le accuse di mancanza di obiettività lanciate da Israele, l'Unione Europea sta senz’altro preparando la sua reazione alle notizie provenienti dalla Striscia di Gaza. Hamas ha appena annunciato di aver giustiziato cinque palestinesi, due dei quali per “collaborazione con Israele.” 

Secondo la dichiarazione dell'organizzazione terroristica: “Domenica mattina è stata eseguita la condanna a morte nei confronti di due condannati per collaborazione con l'Occupante e altri tre per casi di criminalità… in precedenza avevano ottenuto il pieno diritto di difendersi davanti ai tribunali locali.” La ONG palestinese Al Mezan, nota per i suoi virulenti attacchi contro lo Stato ebraico, ha però subito protestato, chiedendo l'abolizione della pena di morte e aggiungendo:  “Il Centro Al-Mezan per i diritti umani condanna la prosecuzione delle condanne a morte nella Striscia di Gaza e ribadisce le sue più forti critiche all'uso di questa pratica, che costituisce una forma di castigo inumano contrario alle norme giuridiche internazionali ...”   

Ha ricordato che dall'inizio del 2022 Hamas aveva già effettuato quindici esecuzioni capitali. I ministeri della giustizia nei Paesi europei cercheranno senza dubbio di saperne di più sul sistema legale in vigore a Gaza e sul processo che ha portato a condanne a morte per reati di diritto ordinario.   Le Figaro ha approfondito la questione. L'Autorità Palestinese ancora oggi de jure se non de facto, responsabile della Striscia di Gaza, nel 2019  aveva aderito al trattato delle Nazioni Unite inteso ad abolire la pena di morte. Israele, come sappiamo, dalla sua creazione ha applicato questa sanzione solo una volta. Adolf Eichmann, condannato a morte in un processo aperto al pubblico, fu giustiziato per impiccagione nel 1962 dopo aver esaurito tutti i ricorsi. I servizi di sicurezza europei, che non avevano trovato giustificazione alla decisione del Ministro della Difesa israeliano, ne troveranno a quella di Hamas? Altri punti da considerare, Hamas parla di collaborazione con “l'occupante.”  Ma, poiché non riconosce a Israele il diritto di esistere, accontentandosi tutt'al più di parlare di “entità sionista” e affermando la sua volontà di distruggerla per creare un califfato islamico che si estende fino al Giordano, di quale occupante sta parlando? Israele si è completamente ritirato dalla Striscia di Gaza e la linea di demarcazione è conforme al suo confine internazionalmente riconosciuto.

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Michelle Mazel

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