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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Dura settimana per il terrorismo 05/04/2022
Dura settimana per il terrorismo
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)


Islamic State claims deadly Hadera terror attack; 2 Border Police officers  killed | The Times of Israel

Eppure era tutto iniziato così bene. Una serie di attentati che aveva sconvolto Israele, aveva provocato un'esplosione di gioia a Gaza, dove, come al solito, furono distribuiti dolcetti alla popolazione mentre i dirigenti di Hamas si sperticavano di lodi per l'eroismo dei “martiri.” La Jihad islamica a Gaza e la Jihad islamica palestinese si contendevano l'onore di aver ispirato gli autori delle “grandi gesta” che avevano causato la morte di undici persone in Israele. Tutto ha avuto inizio a Beersheva. Un beduino armato di coltello a lama lunga aveva accoltellato a morte due donne e due uomini - tutti civili – che hanno avuto la sfortuna di trovarsi sulla sua strada prima che lui venisse ucciso da due israeliani armati. Il giorno successivo ad Hadera, due arabi israeliani pesantemente armati hanno fatto altre due vittime: una poliziotta di 19 anni e un poliziotto della stessa età, un druso israeliano.

WATCH: Palestinian terror group threatens IDF, promises war with Israel -  The Jerusalem Post

Altri due poliziotti che stavano cenando nelle vicinanze hanno ucciso gli attentatori prima che potessero mietere altre vittime. Due giorni dopo, un altro terrorista, arrivato dai territori così mal controllati dall'Autorità Palestinese, ha preso di mira Bnei Brak. Bastione dell'ebraismo ultraortodosso, questa città è popolata da più di duecentomila abitanti, la maggioranza dei quali è contraria al servizio militare. Facile preda quindi per un assassino che le telecamere di sorveglianza hanno registrato mentre se ne camminava tranquillo in mezzo alla strada e sparava con calma contro individui scelti a caso. Un giovane rabbino di 29 anni, padre di cinque figli, ma anche due operai edili ucraini. Due agenti di polizia dell'unità di intervento rapido in arrivo su una motocicletta sono stati presi di mira dal terrorista. Il primo - un arabo cristiano - ha avuto il tempo di sparare un proiettile prima di essere ferito a morte; il suo collega è riuscito a neutralizzare l'aggressore. Bilancio: undici israeliani uccisi, quattro terroristi nel pantheon dei martiri. A prima vista, un grande successo. Solo... il primo attacco è stato commesso in nome di Daesh; la scoperta della presenza di cellule dello Stato Islamico in Israele ha provocato un’ondata di panico all'interno delle comunità cristiane del Paese. Temendo attacchi durante le vacanze di Pasqua, si sono rivolte al governo israeliano per avere protezione. E’ una cosa che non si era mai vista prima, poiché di solito fanno blocco con i palestinesi. Ed è proprio nella Basilica dell'Annunciazione a Nazaret che si sono svolti i funerali del poliziotto cristiano, la cui bara, ricoperta dalla bandiera israeliana, è stata portata dentro da otto suoi colleghi in divisa. Ma non è tutto. Centomila palestinesi dei territori entravano clandestinamente in Israele ogni giorno in cerca di lavoro per sfamare le loro famiglie, attraversando una barriera in cattivo stato di manutenzione, in cui erano state fatte numerose brecce. Le autorità chiudevano gli occhi, essendo questo lavoro necessario nell'agricoltura e nell'edilizia.

Ora questa politica di tolleranza è finita e si sta mettendo un dispositivo di sicurezza mentre sono in corso le riparazioni e il rafforzamento della barriera. Domenica scorsa questa chiusura ermetica ha costretto i palestinesi a tornare indietro. Si troverà senza dubbio una soluzione, ma nel frattempo il mancato guadagno si farà sentire. E non dimentichiamo che gli attentati hanno suscitato una disapprovazione internazionale quasi unanime. Non solo gli alleati arabi degli Accordi di Abramo li hanno condannati, ma persino il Presidente turco Erdogan, tradizionale alleato di Hamas, ha telefonato al Presidente Herzog per esprimere la sua indignazione. Insomma, riflettendoci, i risultati sono piuttosto negativi per le organizzazioni terroristiche.  Possono consolarsi, convinte che la natura prenderà presto il sopravvento. Inoltre, il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha appena approvato quattro nuove risoluzioni contro lo Stato ebraico, inclusa una che chiede un embargo sulla vendita di armi a questo Paese.

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Michelle Mazel
scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".

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