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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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La lezione dell'Ucraina 25/02/2022
La lezione dell'Ucraina
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)


Guerra in Ucraina, preoccupa l'assedio a Kiev. Zelensky dichiara la  mobilitazione generale. L'Ue dà il via alle sanzioni, ma non sul gas - Open

Riassumiamo i fatti. Per settimane, la Russia ha ammassato truppe al confine. Truppe ma anche carri armati, cannoni e tutto ciò di cui ha bisogno un esercito che si prepara ad un attacco su larga scala. Intanto il presidente Putin accusa l'Ucraina dei progetti più oscuri. Egli va ripetendo fino alla nausea  che questo Paese di meno di cinquanta milioni di abitanti, che difficilmente potrebbe schierare trecentomila uomini sul campo di battaglia, costituisce una seria minaccia per la Russia che è tre volte più popolosa, ha in permanenza un milione di uomini nell'esercito e può fare appello a milioni di riservisti, per non parlare di un arsenale impressionante, che lo rende la seconda forza militare più potente al mondo. Il presidente ucraino si rivolge ai suoi alleati occidentali – scusate ai suoi amici – che gli assicurano tutta la loro simpatia, spiegando che, non essendo l'Ucraina membro della Nato, loro non sono in grado di partecipare alla sua difesa.

Tuttavia, si impegnano a intervenire diplomaticamente per trovare una soluzione diplomatica. Nessuno chiede loro quale soluzione possa esserci, quando il tuo vicino sembra sul punto di invadere il tuo territorio. Questo ha portato Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti a lanciare un solenne monito al Capo del Cremlino: Attenzione! in caso di invasione, vedrete di cosa siamo capaci! Vi infliggeremo sanzioni così terribili che la vostra economia non si riprenderà! Vladimir Putin ha fatto finta di ascoltarli – il telefono continuava a squillare tra le maggiori capitali, e il presidente Macron, così come il cancelliere Olaf Scholz, hanno fatto il viaggio a Mosca – malgrado i servizi di sicurezza occidentali continuavano a ripetere di comune accordo che i russi sarebbero passati all’azione entro i prossimi giorni, se non addirittura entro le prossime ore. E infatti, le colonne russe hanno iniziato a muoversi verso la regione del Donbass. Sono attualmente in corso delle sanzioni, ma sembrano ancora di scarsa importanza, eccetto la decisione tedesca di sospendere il progetto del gigantesco gasdotto che collega la Russia all'Europa. Il presidente Biden, nel frattempo, ha annunciato sanzioni economiche contro due importanti istituzioni finanziarie russe e cinque oligarchi russi, aggiungendo che se Putin continuerà la sua avanzata, vedrà cosa succederà, invitando la sua controparte russa a risolvere la crisi diplomaticamente. Una dichiarazione che non ha avuto l'effetto sperato, avendo il presidente russo risposto che non vedeva spazio per alcuna concessione in materia di sicurezza del suo Paese, e che non si sarebbe lasciato impressionare dalla minaccia di sanzioni. I servizi di sicurezza occidentali, da parte loro, stanno segnalando un imminente attacco a Kiev... che è realmente avvenuto, avendo la Russia dichiarato guerra all'Ucraina.                                          

Oggi ci sono due Paesi che seguono con particolare interesse il modo in cui l'Occidente difende i suoi amici: la Cina e l'Iran. E altri due Paesi che stanno valutando il suo significato per la propria sicurezza: Taiwan e Israele. I recenti avvenimenti in Afghanistan non contribuiscono affatto a rassicurarli.

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Michelle Mazel
scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".

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