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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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I fuochi di San Silvestro in Francia 03/01/2022
I fuochi di San Silvestro in Francia
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)


Capodanno - Wikipedia

Gérard Darmanin, Ministro degli Interni francese, si è congratulato per il calo della violenza e della mobilitazione della polizia nella notte tra venerdì 31 dicembre e sabato 1 gennaio. “Il numero di veicoli bruciati è in diminuzione rispetto agli anni precedenti, così come gli attacchi alle forze dell’ordine”, ​​ha detto con soddisfazione, cifre alla mano. In Francia, infatti, sono stati dati alle fiamme “solo” 874 veicoli. Per ottenere questo insperato risultato, erano stati mobilitati quasi centotrentamila agenti di sicurezza. Due agenti di polizia, intervenuti per porre fine alla “violenza urbana” a Strasburgo, sono rimasti leggermente feriti. Secondo il ministero ci sono stati anche alcuni colpi di mortaio contro altri agenti di polizia o i loro veicoli. Il ministro non ha ritenuto opportuno evocare le cause di un fenomeno ricorrente che scandisce i “festeggiamenti” della notte di San Silvestro, contraddistinta per il passaggio da un anno all'altro. Sarebbe stato molto dispiaciuto nel farlo, perché a priori, nulla giustifica queste “inciviltà.”

Un tempo, il 1° gennaio, ricorrendo l'ottavo giorno successivo alla nascita di Gesù di Nazareth, vi si celebrava la sua circoncisione, ed è questo il nome che veniva indicato sul calendario delle Poste, ma dal 1974 la Chiesa Cattolica non fa più menzione di questa festa e quella denominazione cadde in disuso. Utilizzato oggi come data di riferimento quasi ovunque nel mondo, il 1° gennaio ha perso da allora ogni connotazione religiosa. Così l'Islam è sì, la religione di Stato negli Emirati Arabi Uniti, ma le autorità hanno reso il 1° gennaio un giorno festivo, e l'occasione è stata caratterizzata da spettacolari fuochi d'artificio, senza che alcuna manifestazione venisse a turbare la festa. A Tel Aviv abbiamo ballato fino all'alba. In Francia, né il ministro né i media hanno cercato di approfondire il problema, ad esempio individuando l'ambiente da cui provengono gli incendiari e quelli che sparano - con i mortai! – sulle forze dell’ordine; stavano tutti ben attenti a non mettere piede su un campo minato. “ Nessuno stereotipo” è diventato il mantra di una Francia ipocrita, soprattutto con l'avvicinarsi delle elezioni presidenziali ed è importante non stigmatizzare o disturbare parte dell'elettorato. Insomma, questo Paese, sempre così pronto ad analizzare cosa c'è che non va negli Stati suoi vicini, ma anche in altre nazioni spesso prese di mira, facendo loro rimostranze e minacciandole con sanzioni o denunce davanti alle istituzioni internazionali, non è pronto ad analizzare quanto sta accadendo nelle sue campagne, nelle sue città e diciamolo francamente, nelle sue periferie. La Francia è sempre pronta a stigmatizzare la giustizia degli altri, il lassismo verso certe categorie di cittadini, ma non vuole vedere che quello che sta succedendo in casa sua non è poi così diverso. Il Ministro può rallegrarsi del fatto che quest'anno sono state incendiate meno auto rispetto all'anno scorso, ma scommettiamo che i loro proprietari e le compagnie assicurative sono molto meno felici?

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Michelle Mazel
scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".

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