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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Teheran riconosce la sovranità di Israele sulla Giudea-Samaria? 21/12/2021
Teheran riconosce la sovranità di Israele sulla Giudea-Samaria?
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)


A destra: L'Iran dietro i terroristi di Hamas

Questa notizia sbalorditiva è passata inosservata, con l'attenzione dell'Europa concentrata sui danni della nuova variante Omicron e sui preparativi per le vacanze di fine anno, per non parlare dei colpi di scena della saga pre-elettorale in Francia. Del resto, si potrebbe pensare a una di quelle fake news che girano sui social se l'avvenimento non avesse fatto notizia sulla prima pagina del prestigioso Tehran Times del 14 dicembre. Secondo la sua linea editoriale: “Il  Tehran Times  non è il giornale del governo; deve essere una voce forte della rivoluzione islamica e il portavoce dei popoli oppressi nel mondo.” In risposta a un articolo su Yedioth Ahronot, il quotidiano più letto in Israele, che faceva riferimento a possibili attacchi dell'IDF ai siti nucleari iraniani, il Tehran Times ha lanciato un severo avvertimento allo Stato ebraico ‘una sola mossa sbagliata’ o in traduzione libera ‘un unico gesto storto’ e ha ricordato che il regime sionista aveva dimenticato che l'Iran era più che capace di colpirlo dove voleva: "Il Tehran Times non ha bisogno di ricordare al regime illegittimo di Israele le capacità di difesa dell’Iran.” A sostegno di questo discorso è stata allegata una mappa dettagliata dei siti nemici così alla portata dell'ira iraniana 3989836.jpg (471×1000) (tehrantimes.com) Questa mappa ha creato una sorpresa enorme: ci sono Jenin, Nablus e persino Ramallah. La repubblica così islamica degli Ayatollah, riconoscerebbe dunque di fatto la sovranità di Israele sulla sponda occidentale del Giordano, cioè Giudea e Samaria dove si trovano queste città, visto che le annovera tra i bersagli che la rappresaglia potrebbe raggiungere? Andando oltre, il regime iraniano aggiunge a questa lista tanto interessante quanto inaspettata, l'intera Striscia di Gaza, Tiro e Nabatieh in Libano e Aqaba in Giordania. Viene da chiedersi chi avrebbe più da temere da un vasto bombardamento iraniano: Israele o i suoi vicini? O persino il mondo musulmano nel suo insieme, dal momento che anche Gerusalemme, dove si trova la Spianata delle moschee, è tra i bersagli? Ci si chiede anche perché l'Autorità Palestinese, Hamas, il Libano e la Giordania non abbiano sollevato delle forti proteste. E l'Occidente, vi chiederete. Ebbene, sta ben zitto. Primo, perché ha altre preoccupazioni. Poi, non vuole contestare l'Iran mentre a Vienna si sta disperatamente cercando di resuscitare il JCPOA, il trattato nucleare stipulato dal presidente Obama all’insaputa dei suoi alleati. Perché comunque sia, quando Israele dichiara che non permetterà mai all'Iran - Paese che regolarmente proclama la sua intenzione di distruggere “l'entità sionista” - di avere armi nucleari, parla solo di distruggere le centrifughe e altri siti di arricchimento dell'uranio destinati a la produzione di quest'arma. Al contrario, ciò che caratterizza i graziosi puntini rossi sulla mappa del Tehran Times è che sono per lo più città e villaggi con una grande popolazione civile. Ma è vero che, come accennato in precedenza, gli Ayatollah vogliono cancellare lo Stato ebraico dalla carta geografica. E chi se ne importa dei possibili danni collaterali.

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Michelle Mazel
scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".

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