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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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C'è un'incrinatura nel culto degli ‘eroi’ di Gaza e Ramallah? 16/10/2021
C'è un'incrinatura nel culto degli ‘eroi’ di Gaza e Ramallah?
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)


EU court rejects Hamas appeal to delist terrorist status | News | DW |  06.03.2019

Il terrorismo non è più attraente per i vicini di Israele? Ricordiamo l'euforia che marcò la fuga di sei detenuti da un carcere di massima sicurezza israeliano, gli articoli ditirambici della stampa araba e i ritratti degli “eroi” che tappezzavano i muri. Si farebbero uccidere piuttosto che lasciarsi riafferrare, proclamavano i commentatori che si avvicendavano sui canali arabi; a Jenin, dove ancora oggi sorge un grande campo profughi nonostante la città si trovi all'interno dei territori governati dall'Autorità Palestinese, dei militanti prudentemente incappucciati parlavano di combattimenti all'ultimo sangue contro le forze israeliane nel caso fossero venute lì a cercare l'uno o l'altro dei fuggitivi. In realtà, due di loro erano arrivati ​​al campo. Per qualche motivo , furono costretti ad andarsene e a rifugiarsi presso un fiancheggiatore in un'altra parte della città. Ahimè, sono stati denunciati e un commando israeliano è venuto a prelevarli gentilmente: dopo due intimazioni sono usciti con le mani alzate. Tornato in prigione, uno di loro ha raccontato agli inquirenti israeliani che, sentendo la morsa stringere, si erano rivolti al Primo Ministro palestinese Mohammed Shtayyeh, pregandolo di metterli in salvo in modo originale: semplicemente rinchiudendoli in un carcere palestinese dove sarebbero stati al sicuro dalle incursioni israeliane. La loro richiesta è stata freddamente respinta.

Palestinian Terror Images, Stock Photos & Vectors | Shutterstock

Ovviamente non c'è nulla a supporto di questa informazione, anche se non è chiaro perché il prigioniero se la sarebbe inventata. Proprio nello stesso periodo si viene a sapere che un altro terrorista era stato effettivamente arrestato da Hamas, per la sua sicurezza. È appena stato rilasciato. È successo a Gaza; si tratta di un membro della Jihad islamica. È stato lui che, sei settimane fa, aveva sparato a bruciapelo contro Barel Hadaria Shmueli durante dei violenti disordini al confine. Un’impresa acclamata dai social network palestinesi. Questa volta però non c'è stata la solita festa attorno al nuovo “eroe”. Nessuna foto dei leader di Hamas che lo abbracciano calorosamente o del terrorista avvolto nella bandiera palestinese che fa la V della vittoria. Neanche uno scatto. Non era stato rivelato neppure il nome di questo “coraggioso”. Del resto, era stato immediatamente portato in un luogo segreto e posto in detenzione preventiva come menzionato sopra. Si sa bene che gli israeliani hanno tutte le intenzioni di vendicare il loro soldato e di saldare i conti con l'assassino. Se Hamas ha corso il rischio di rilasciarlo, è perché è convinto che non sia filtrato alcun dettaglio sull’identità dell'individuo e che lui possa quindi tornarsene a casa senza timore. Si diceva che gli fosse stato consigliato di mantenere un basso profilo. Non è così certo che si senta davvero al sicuro. Israele ha la memoria lunga e anche molte fonti di informazione all'interno della Striscia di Gaza. In entrambi i casi, si tratta di un fenomeno recente e piuttosto sorprendente. Come vuole l'espressione popolare, la paura del gendarme sarebbe l'inizio della saggezza?

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Michelle Mazel
scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


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