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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Quando un importante quotidiano francese si fa portavoce della distruzione di Israele 10/06/2021
Quando un importante quotidiano francese si fa portavoce della distruzione di Israele
Analisi di Michelle Mazel

(Traduzione di Yehudit Weisz)


le-monde-logotype - Roberta Garibaldi

Chi non ha sentito nelle manifestazioni anti-israeliane il grido di battaglia di tutti coloro che negano ogni legittimità allo Stato ebraico: “Dal fiume al mare la Palestina sarà libera.” Il fiume è ovviamente il Giordano e il mare è il Mediterraneo. In parole povere, un appello alla distruzione di Israele. Ed è a questo appello che Le Monde dedica lunghe argomentazioni nel numero del 4 giugno. Il titolo la dice lunga senza ipocrisia: In Palestina, un'ondata di rabbia “dal fiume al mare”. Avete letto bene: in Palestina. Tuttavia, a ben guardare, i personaggi e gli eventi citati in questo articolo si trovano non “in Palestina” ma all'interno di un Paese che esiste realmente: è Israele, uno Stato riconosciuto dalla comunità internazionale. Ma veniamo all'”ondata di rabbia.” Si tratta di “giovani”, spiega il quotidiano, questo mirabile termine che copre un'ampia fascia di età, che va dall'adolescenza ai trent'anni. Cosa suscita più simpatia di questa gioventù che lotta per il proprio futuro? Sirine, la pasionaria più eloquente vive ad Haifa, la grande città portuale che si trova interamente all'interno dei confini riconosciuti nel 1948. Questa giovane donna di 26 anni non usa mezzi termini e non esita ad amplificare e sviluppare lo slogan: per lei “La Palestina è araba dal fiume al mare" e non c'è posto per gli ebrei. Le Monde non coglie questa piccola zaffata di apartheid e non si chiede quale sarebbe stato il destino degli ebrei che vivevano “in Palestina.” Va notato che la sua posizione è identica a quella dei leader di Hamas, per i quali, come ha appena dichiarato Mahmoud Al-Zahar al microfono del canale Sky News, lo Stato di Israele è illegittimo. Non solo si rifiutano di riconoscerlo, ma la sua distruzione è anche il loro obiettivo primario. Le Monde si sofferma a lungo sui soprusi di cui sarebbero vittime i palestinesi, compreso “il divieto di accesso ai luoghi santi.” Si riferisce senza dubbio alle restrizioni imposte in seguito ai disordini sulla “Spianata delle Moschee.”

PALESTINA: IL GOVERNO ISRAELIANO DI “EMERGENZA NAZIONALE” E' UN ESECUTIVO  D'ANNESSIONE – Radio Onda d`Urto
"Palestina libera dal fiume Giordano al mare": uno slogan equivalente alla distruzione di Israele


Ma la cosa più grave in questo testo di propaganda è che in nessun momento Il quotidiano cerca di precisare o di ristabilire i fatti. Le Monde, che in precedenza aveva dedicato lunghi ragionamenti sul fatto che Gerusalemme era la terza città santa dell'Islam, dopo La Mecca e Medina, ha probabilmente dimenticato che all’inizio era stata la prima città santa degli ebrei. Una santità dovuta al sacrificio di Abramo e al Tempio di Salomone che la Bibbia raccontava già più di un millennio prima della comparsa dell'Islam. Il califfo Omar che entrò a Gerusalemme nel 638, costruì la Cupola della Roccia sul luogo dove, secondo la tradizione, sorgeva il Tempio. Oggi sono gli ebrei che vedono fortemente limitato il loro accesso al Monte del Tempio per evitare scontri con i fanatici musulmani che vedono la loro presenza come una profanazione. Il Primo Ministro dell'Autorità palestinese Mohammad Shtayyeh non ha appena dichiarato al canale qatariota Al Jazeera che non c'erano prove dell'esistenza del Tempio a Gerusalemme? Un'affermazione che la stampa cristiana non ha ritenuto opportuno evidenziare. Ma se il Tempio non c'era, cosa era venuto a fare a Gerusalemme Gesù di Nazaret?

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


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