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Iniziativa palestinese e imbarazzo dei media 03/07/2020
Iniziativa palestinese e imbarazzo dei media
Commento di Michelle Mazel

(Traduzione di Yehudit Weisz)


Shtayyeh: Palestine Won't Wait for Annexation Move to Respond ...
Mohammad Shtayyeh

Alla vigilia della fatidica data del 1 ° luglio, l'Autorità Palestinese ha inviato una lettera dai toni molto ufficiali al Quartetto sul Medio Oriente. Composto da Unione Europea, Federazione Russa, Stati Uniti e Nazioni Unite, questo quartetto creato nel 2002, aveva la missione di promuovere il processo di pace.  L’attuale Primo Ministro palestinese Mohammad Shtayyeh, nel 2012, quando era consigliere del Presidente Abu Mazen, si era permesso di dire che il suddetto Quartetto era assolutamente inutile. Questa volta le autorità di Ramallah hanno informato il Quartetto di essere pronte a riprendere il dialogo con Israele e persino di essere disposte ad accettare piccoli cambiamenti di confine.
Questo sorprendente colpo di scena, dopo anni segnati da un rifiuto irrevocabile di qualsiasi proposta israeliana e americana, incluso il Piano Trump, non ha fatto alcuna notizia sulla stampa in Francia. Ammettiamolo, dà fastidio. Tutto era già pronto per protestare contro una decisione di annessione israeliana, considerata come imminente. Gli editoriali che gridano vendetta, le riunioni di emergenza delle istituzioni europee, l’elaborazione di sanzioni, le manifestazioni di massa.   Ed ecco che l'Autorità palestinese dimentica la sua parte. Si può immaginare l'imbarazzo delle cancellerie; o peggio ancora, cosa penseranno i sostenitori del BDS e coloro che rivendicano in ogni occasione “Dal fiume - il Giordano - al mare, il Mediterraneo, Palestina libera!”?  Dobbiamo riconoscere che, di fronte alla volontà di annessione da parte di Israele, i palestinesi hanno finalmente capito che dovevano reagire in modo diverso, rispetto alle dichiarazioni bellicose che in passato hanno dimostrato quanto siano vuote?  Ricordiamoci che solo poco tempo fa Abu Mazen aveva dichiarato solennemente che il trasferimento a Gerusalemme dell'ambasciata americana “avrebbe aperto le porte dell'inferno”. Allora, perché questa iniziativa dell'ultima ora e perché il silenzio imbarazzante dei media? Alla prima domanda la risposta è chiara. Il Piano di Trump, che ha aperto le porte all'annessione di alcuni territori con in cambio la creazione di uno Stato palestinese, sanciva che se l'Autorità palestinese avesse rifiutato di negoziare, Israele avrebbe potuto avviare un processo di annessione unilaterale allo spirare di un termine di sei mesi. 

Il manuale della disinformazione contro Israele – UGEI
Come i media informano su Israele e Gaza

In effetti, alti rappresentanti, sia dell'Unione Europea che delle Nazioni Unite, hanno sussurrato per diverse settimane nelle orecchie dei leader di Ramallah, che era giunto il momento di rinunciare al loro ostinato rifiuto di qualsiasi forma di dialogo, se non altro per migliorare la loro posizione. Va anche sottolineato che l'Autorità palestinese aveva, per così dire, bruciato le sue ultime cartucce. Diverse settimane prima di qualsiasi decisione israeliana sull'annessione, aveva interrotto ogni cooperazione con Israele, persino sul piano sanitario nonostante la pandemia. Misure che hanno avuto un impatto soprattutto sui palestinesi, in particolare perché il virus si sta diffondendo in modo preoccupante e la situazione economica si sta deteriorando di giorno in giorno. Abbiamo potuto osservare che gli appelli a manifestare hanno avuto scarsa risposta.  
Da qui la decisione di temporeggiare. Perché non vi è dubbio che l'Autorità palestinese non intenda affatto stare al gioco e che si impegnerà in tattiche dilatorie; nella sua lettera essa moltiplica già le precondizioni. Per quanto riguarda i media, non aspettano altro che Netanyahu annunci di star procedendo ad un'annessione, anche solo parziale, per indignarsi tutti in coro: i palestinesi si sono sforzati a fare delle concessioni e ad accettare di negoziare, ma agli israeliani non importa nulla.

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


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