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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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La Francia ha trovato la chiave della pace in Medio Oriente 26/04/2020
La Francia ha trovato la chiave della pace in Medio Oriente
Commento di Michelle Mazel

(Traduzione di Yehudit Weisz)


Nicolas de Rivière - YouTube
Nicolas de Rivière

Mentre l’attenzione del mondo viene dirottata da una pandemia che sembra centrare in pieno le democrazie occidentali, i conflitti del Medio Oriente stanno guadagnando slancio, colpendo sempre più popolazioni civili del resto impotenti davanti al diffondersi del virus. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha quindi tenuto una riunione di emergenza il 23 aprile. In realtà, non si trattava tanto di affrontare specificamente questi conflitti quanto di discutere del progetto di annessione di "alcune parti della Cisgiordania"  che appare negli accordi di coalizione conclusi in Israele in vista della formazione di un nuovo governo. Il che solleva un primo quesito: perché era così urgente visto che il suddetto governo non ha ancora visto la luce, che gli accordi prevedono che la questione dell'annessione non sarà presentata al parlamento israeliano prima di luglio e per di più, che non sono ancora soddisfatte determinate condizioni? E’ forse in virtù del vecchio adagio, "prevenire è meglio che curare?" In effetti, secondo alcuni relatori, la questione palestinese e la pace in Medio Oriente sarebbero collegate.  È il caso di Nicolas de Rivière, rappresentante permanente della Francia presso le Nazioni Unite, che ha condannato il progetto nei termini più duri, sottolineando che: " la soluzione dei due Stati è l'unico modo per portare un pace duratura nella regione ”.   Sarebbe increscioso far notare al distinto diplomatico che il suo Paese farebbe meglio a preoccuparsi per prima cosa di spegnere l'incendio che si sta propagando a casa sua, nei cosiddetti quartieri svantaggiati, come riportato su Le Figaro del 22 Aprile: " Da domenica scorsa, le città sono diventate incandescenti per dei video che mostravano degli “abusi” sui social network. Mentre dozzine di container venivano incendiati, la polizia era bersaglio di colpi di mortai e cocktail Molotov. La polizia, che ha dovuto usare i gas lacrimogeni e i suoi lanciatori di proiettili di gomma (LBD 40) per ripristinare una calma precaria, ha subito nuovamente lanci di petardi e razzi pirotecnici, ma anche di "bombe agricole" nella notte tra lunedì e martedì ”.

Quel che è grave qui è che il rappresentante della Francia si permetta di porre un postulato che non tenta nemmeno di dimostrare. Perché alla fine, in che modo la creazione di uno Stato palestinese, qualunque siano i suoi confini, porterebbe gli Houthi, muniti di armi d’assalto dall'Iran, a rinunciare a combattere nello Yemen contro il legittimo regime sostenuto dall'Arabia Saudita? Porterebbe la pace in Libia, dove due potenti fazioni si lacerano a vicenda con il sostegno dei rispettivi capi stranieri? Metterebbe fine alla tragedia siriana che perdura da così lungo tempo, mentre la Russia, la Turchia e l'Iran massacrano le popolazioni civili a loro piacimento? Convincerebbe l'Iran a rinunciare al suo sogno di egemonia sciita in tutto il Medio Oriente? Ovviamente no. Non se ne può più di ascoltare non solo la Francia, ma ancora altri leader europei, ripetere in coro un mantra così manifestamente falso. E’ indubbio che schiacciare l’ascesso purulento rappresentato dalla questione palestinese sarebbe auspicabile, ma non ridurrebbe in alcun modo le tensioni nella regione.

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


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