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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Nascondete questa verità che non si può vedere 28/10/2019
Nascondete questa verità che non si può vedere
Commento di Michelle Mazel

(Traduzione diYehudit Weisz)


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Mantes la Jolie


È una constatazione molto triste quella che fa Le Figaro del 26 ottobre: “Nella regione di Parigi aumentano gli agguati contro la polizia e i vigili del fuoco” . E il quotidiano continua: “Seguendo uno copione ben rodato, le auto di pattuglia erano state chiamate per un veicolo in fiamme prima di cadere in un vero agguato. Circondati da un centinaio di sconosciuti che sparavano con mortai artigianali e lanciavano una pioggia di proiettili, una trentina di poliziotti si sono serviti di lanciatori di proiettili da difesa (LBD) e gas lacrimogeni per difendersi e ripristinare la calma.” I fatti si sono svolti “in un'area sensibile”, a Mantes la Jolie. Il canale di notizie in streaming BFMTV ha precisato che erano state utilizzate anche delle bottiglie molotov, aggiungendo che “Nella stessa sera, un’ora prima, la stazione di polizia di Mureaux era stata attaccata da colpi di mortaio” . Quindi, nel cuore della Francia, si sta profilando una guerriglia urbana contro le forze dell’ordine, dove misteriosi aggressori con spavalderia usano lanci di mortaio e bottiglie incendiarie? Ci sarebbe piaciuto saperne di più su questi misteriosi sconosciuti, il loro programma, le loro rivendicazioni. I media, tuttavia, stanno ben attenti a non toccare questo argomento; unico indizio, "due giovani" sono rimasti feriti nello scontro di Mantes la Jolie. Ma non prendiamoci in giro: i francesi non hanno alcun problema a decifrare queste parole in codice che sono "quartiere sensibile" e "giovani". Quindi perché non scriverlo, perché non dirlo apertamente? La realtà è che i giornalisti non vogliono correre rischi. E senz’altro non hanno torto: abbiamo visto cosa è successo a Clement Weill-Raynal. Questo vicedirettore di France-3 era stato chiamato in causa e minacciato di sanzioni dalla sua stessa direzione, per aver osato essere il primo a menzionare l'ipotesi di un attacco di ispirazione islamica durante l’aggressione col coltello nella Prefettura di Parigi, lo scorso 3 ottobre, che si era conclusa con quattro morti. Eppure lui aveva messo insieme dei solidi argomenti. Nel frattempo, secondo Le Parisien : “ È stata inoltre aperta un'indagine sui responsabili di “violenze, con agguato di gruppo armato”, “partecipazione a un gruppo formato per commettere atti di violenza” e “oltraggi” a pubblico ufficiale, ha dichiarato il Pubblico Ministero.” Rimarremo quindi nell’ambito della violenza ordinaria e staremo ben attenti a non cercare le fonti. Soprattutto, non bisogna stigmatizzare nessuno, il che è encomiabile, ma come si può risolvere un problema se ci si rifiuta di ammetterne l’esistenza? Ultimo dettaglio, sempre secondo Le Parisien: “ Almeno uno dei due giovani feriti ha già sporto denuncia contro l’ IGPN (Ispettorato generale della polizia nazionale) e molti nel quartiere urlano contro la brutalità della polizia. Sono i poliziotti che ora rischiano di trovarsi sul banco degli accusati. Siamo certi che quando dovranno rispondere alla prossima chiamata, proveniente da un “quartiere sensibile, lo faranno con un gran peso sul cuore”.

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".

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