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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Ah sì? Sarebbero stati lanciati 500 razzi su Israele? 07/05/2019

Ah sì? Sarebbero stati lanciati 500 razzi su Israele?
Commento di Michelle Mazel

(Traduzione di Yehudit Weisz)

https://benillouche.blogspot.com/2019/05/ah-bon-on-aurait-tire-500-roquettes

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Sabato scorso, con l'ennesimo episodio della saga dei Gilets Gialli, gli eventi di Gaza non hanno minimamente catturato l'attenzione dei francesi. Del resto, è già tanto se sono stati riportati dalla stampa. L'argomento era stato esaurito nelle precedenti "escalation di violenza". Cosa si potrebbe aggiungere ancora? E poi menzionare queste dozzine, e ancor più queste centinaia di colpi mirati specificamente alla popolazione civile, senza poter puntare il dito "sulla mancanza di proporzioni" delle rappresaglie israeliane, non si addice alla linea editoriale adottata da lungo tempo. Eppure domenica mattina, visto che "l'eccesso di febbre" non era sceso , si è reso necessario parlarne. Con cautela. Così Le Figaro: "Israele adotta delle sanzioni dopo la pioggia di razzi lanciati da Gaza". Il francese è una lingua meravigliosa, che usata artatamente, si presta alla manipolazione. Qui l'attenzione si concentra sulle sanzioni, non su questa "pioggia" lanciata da Gaza – a proposito, da chi? E su cosa e su chi? È più importante invece insistere sulla rappresaglia israeliana. Inoltre, secondo il quotidiano, ripetendo senza verificare la narrativa del Ministero della Salute a Gaza: “Queste rappresaglie hanno causato la morte di quattro palestinesi, tra cui un bambino e sua madre incinta, e sette feriti”. Per quanto riguarda la madre e il bambino, il portavoce dell’esercito israeliano ha negato formalmente, precisando che le vittime sono state colpite da un razzo esploso a Gaza. Nell’articolo ancora online questa mattina (domenica n.d.t.), Le Figaro afferma che "i servizi di soccorso israeliani hanno assicurato che i razzi non hanno mietuto vittime". Strana affermazione. Si contano già un morto e un centinaio di feriti, tra cui alcuni in gravi condizioni. Anche qui, si cerca di minimizzare, se non di occultare, la tragedia dei civili israeliani, uomini, donne e bambini che vivono dall’altra parte del confine internazionalmente riconosciuto tra Israele e la Striscia di Gaza, da cui lo Stato ebraico si era completamente ritirato nel 2005. Questi uomini, donne e bambini hanno vissuto l’angoscia, per non parlare del terrore di 450 allarmi, del sinistro ululato delle sirene, della folle corsa ai rifugi che non tutti hanno fatto in tempo a raggiungere. Le batterie missilistiche Iron Dome hanno abbattuto la maggior parte dei razzi, ma le schegge hanno comunque arrecato ingenti danni. Ci sono stati anche dei razzi che superato lo sbarramento, hanno colpito in pieno delle case. E a Gaza, ci si domanderà? Ebbene, a Gaza l'esercito israeliano punta su siti ben precisi: tunnel di attacco, fabbriche di razzi, quartieri generali di organizzazioni terroristiche. Quattro morti, tra cui due leader terroristi, in più di cento bombardamenti aerei. Parlando per una volta all’unisono, Stati Uniti e Unione Europea chiedono a Hamas di smettere il lancio dei suoi missili. Hamas nel frattempo si pavoneggia, e vuole estendere i suoi lanci al cuore del Paese. Ma torniamo alla stampa francese. Il moderatore di questo grande quotidiano che è Le Monde ha pubblicato questo commento senza esitazioni : "palladio 05/05/2019 – ore 08h17. Fin dall'inizio, il diplomatico britannico Montaigu (1917) e la commissione universitaria anglo-americana King-Crane (1919) hanno sottolineato i pericoli del progetto sionista (un progetto di conquista e di espropriazione). Ma dopo 100 anni di violenze generate dal sionismo, Le Monde continua a non mettere mai in discussione le conseguenze del sionismo, il suo ruolo nell'escalation secolare della violenza. In modo indiscriminato". Io l'ho segnalato. Chissà, potrebbe essere rimosso prima che venga pubblicata questa mia analisi.

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


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