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Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 02/07/2023, a pag.17 con il titolo "Selfie, sorrisi e baci ai piccoli fan al nuovo Putin non crede nessuno" il commento di Anna Zafesova.
Dietro Putin, ecco Stalin È lui o non è lui? Nella settimana successiva al tentato golpe di Evgeny Prigozhin, perfino alcune testate serie e commentatori non inclini a speculazioni di fantapolitica si sono interrogati sulla possibilità che Vladimir Putin abbia un sosia. Non solo le apparizioni in pubblico del presidente russo si sono fatte molto più frequenti, quasi quotidiane, ma era un Putin come non lo si era visto da vent'anni. In Russia è cresciuta un'intera generazione che non si ricordava nemmeno che una volta l'immutabile e insostituibile leader nazionale potesse essere vivace, comunicativo, a tratti quasi spiritoso, che tra lui e i suoi interlocutori non dovessero venire interposti diversi metri di tavolo e diversi giorni di quarantena. A Derbent, nel Dagestan, Putin si è prestato a un autentico bagno di folla, circondato da braccia protese, mani che stringeva, donne che gli gridavano dichiarazioni di amore e bambini che si facevano baciare da lui mentre scattavano dei selfie. A Mosca, a una fiera di start-up, il solitamente inaccessibile presidente ha girato da uno stand all'altro, ha collaudato «con prudenza» una poltrona da gamer che il suo inventore pubblicizzava come il primo prodotto nel suo genere autenticamente russo, e ha disegnato con tratto sorprendentemente agile su una lavagna interattiva uno strano faccino sorridente. Gli psicologi intervistati dai media russi si stanno ora scervellando sul significato del disegno, e i blogger di opposizione postano le diverse foto delle apparizioni di Putin per trovare le dieci differenze che dimostrerebbero finalmente che il presidente viene sostituito in pubblico da un sosia. Alcuni canali Telegram si sono spinti perfino ad analizzare i colori delle cravatte sfoggiate da Putin: «La scelta di un colore scuro, come prima della polo nera, invece del bordeaux, il suo colore preferito, manda un segnale: una decisione è stata presa, protestare è inutile», scrive Politjoystick, un blog superputiniano da 200 mila follower. Determinazione, durezza, inflessibilità: questi erano stati i messaggi che il padrone del Cremlino avrebbe voluto lanciare. Dopo un lungo silenzio all'inizio del golpe, le prime apparizioni erano state in linea con lo stile degli ultimi anni: un presidente che dall'interno del suo ufficio guardava la telecamera per scandire parole di fuoco - «coltellata alla schiena», «traditori» - e rievocare la grande storia russa. Allo stesso obiettivo serviva l'improvvisa apparizione di Putin nella piazza delle Cattedrali del Cremlino, una scenografia densa di storia cui aveva fatto ricorso in precedenza soltanto in un paio di circostanze molto solenni. Circondato da truppe in alta uniforme, Putin ha inneggiato alla «unità del popolo» e all'eroismo dell'esercito, anche se tutti i presenti in piazza sapevano che i Wagner si erano fermati da soli, e che Putin li aveva appena amnistiati dopo che avevano abbattuto otto tra elicotteri e aerei con una dozzina di piloti. L'«operazione simpatia» di un Putin che stringe le mani e bacia i bambini ha come obiettivo quello di mostrare un presidente che si è già lasciato alle spalle come irrilevante la rivolta dei Wagner. Bisogna far dimenticare il suo nervosismo delle prime ore, e la gente di Rostov che osannava Prigozhin in mezzo ai carri armati. Bisognava far tacere lo scontento dei militari di fronte alle voci di arresti e interrogatori dei generali vicini ai Wagner. Bisognava cancellare lo scivolone di Putin che in un accesso di rabbia aveva snocciolato in pubblico i numeri del finanziamento statale all'armata di mercenari e galeotti di Prigozhin. I sondaggi ufficiali segnalano un sostegno quasi immutato dei russi ai vertici dello Stato, mentre l'istituto indipendente Vziom rileva un dimezzamento della popolarità di Prigozhin, dal 58 al 29%. Ma la testata indipendente Meduza cita fonti del Cremlino che parlano di sondaggi «segreti», con un «meno 9-14 punti per il presidente». Il fatto che il merchandising della Wagner nei negozi online russi sia raddoppiato di prezzo, e il canale Telegram di Prigozhin abbia raddoppiato i follower, potrebbe segnalare un paradosso: i russi che hanno tolto le loro simpatie al «cuoco di Putin» non l'hanno fatto perché ha lanciato un golpe, ma perché l'ha fermato, come testimonia anche quel mezzo milione di faccine di clown che il suo pubblico gli ha regalato sul suo profilo sotto l'annuncio della fine della marcia su Mosca.
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