Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 05/03/2023, a pag. 4, la cronaca di Carlotta Rocci dal titolo "Guerriglia al corteo anarchico. A Torino bombe carta e feriti".
TORINO — Nella città in cui Alfredo Cospito si è trasferito e in cui ha progettato gli attentati per cui è finito in galera, il corteo di solidarietà con il suo sciopero della fame si è manifestato in tutta la sua violenza. Era prevedibile e così è stato. Vetrine distrutte, auto vandalizzate, cassonetti incendiati per sostenere la scelta dell’anarchico, in sciopero della fame da oltre 130 giorni per protestare contro il regime carcerario del 41 bis a cui è sottoposto. E scritte ovunque: “Cospito libero” ma anche “Morte al ricco” e, contro il ministro della Giustizia, “Nordio boia”. Il bilancio provvisorio è di due agenti feriti e di cinque persone fermate durante gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine sotto le bandiere della pace, davanti al Sermig. A tarda sera si stava valutando la loro posizione. Altre 34 persone sono state portate in questura e denunciate e sono stati emessi 11 fogli di via su 160 identificati. Dicevano che sarebbero stati «decisi e arrabbiati» e così è stato. Il dispositivo di sicurezza è stato imponente, da giorni la Digos di Torino, guidata da Carlo Ambra, ha iniziato a monitorare gli arrivi di anarchici da tutt’Italia e anche dall’estero. Duecento persone sono state intercettate prima della partenza per Torino. E sono state sequestrati caschi, spranghe, petardi, bastoni e maschere antigas anche a gruppi bloccati poco prima che arrivassero al punto di ritrovo nella centralissima piazza Solferino: li scaricavano da un furgone per portarli alla manifestazione sui carrelli della spesa. «Dobbiamo difendere Alfredo. Dobbiamo rispondere combattendo, ne va della nostra sopravvivenza politica — dice Lello Valitutti, figura dell’anarchia torinese — Quel che accadrà, se Cospito morirà, è che i responsabili saranno giustiziati dagli anarchici, non da me e non ora ma succederà». Cartelli stradali divelti e usati come arieti, pietre, martelli: è stato usato di tutto per devastare la sede della Reale Mutua in corso Siccardi, il primo degli obiettivi che ha fatto capire chiaramente che rotta avrebbe preso la manifestazione. Poi è successo alla filiale di Intesa San Paolo di Porta Palazzo. Poi sono saltate le vetrine di negozi di borse, arredamento, scarpe e pure una gallerie d’arte. E anche i lunotti delle macchine, una dietro l’altra. «La manifestazione era stata preparata nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali e per rendere il corteo degli anarchici meno impattante possibile — dice Vincenzo Ciarambino, questore di Torino — Quando si muovono queste realtà i danneggiamenti sono all’ordine del giorno, ma non riesco a comprendere i danni ai privati, proprio non li capisco. Siamo sicuri di identificare gran parte dei responsabili». Una lunga scia di reazioni ha accompagnato la giornata. «Ferma condanna per la violenza e gli inaccettabili atti di vandalismo e piena vicinanza a chi ha subito danni» arriva dal sindaco Stefano Lo Russo. «Questa non è la manifestazione di un pensiero, è una guerriglia intollerabile e incivile», ha ribadito l’ex sindaca, ora deputata 5 Stelle Chiara Appendino. «La risposta dello Stato sarà ferma», dichiara il ministro per la Pa Paolo Zangrillo. E il presidente della Camera Lorenzo Fontana esprime «Ferma condanna ». Già si pensa a quale sarà la prossima mossa degli anarchici, che al grido di «Ve la faremo pagare » hanno organizzato cortei ma anche rivendicato bombe.
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