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Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 21/07/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.
Vladimir Putin Draghi boccia il ricorso al corposo scostamento di bilancio invocato da 5 Stelle e Lega e stoppa le rivendicazioni leghiste su tassisti e balneari. CorSera. Non è passato inosservato il mancato applauso dei salviniani al termine dell’intervento del presidente del Consiglio. HuffPost. Serve un nuovo esecutivo. Massimiliano Romeo, senatore leghista. La Lega è pronta ad accordare il sostegno all’azione di un governo profondamente rinnovato sia per le scelte politiche sia per la composizione. Roberto Calderoli. È il ritorno alla natura, il coperchio Draghi non c’è già più e la pentola vomita quel che ribolliva dentro: l’incredibile Hulk della ruspa padana. Francesco Merlo, la Repubblica. Draghi pretende pieni poteri. Subito alle urne. Giorgia Meloni. Chiediamo i pieni poteri perché vogliamo assumere le piene responsabilità. Benito Mussolini. Col fascismo ho un rapporto sereno. [Mussolini?] Io manco ero nata. Giorgia Meloni. L’Italia è un Paese libero e democratico. […] Abbiamo assistito a tentativi di indebolire il sostegno all’Ucraina e di fiaccare l’opposizione al disegno di Putin. Davanti a chi vuole provare a sedurci col suo modello autoritario, dobbiamo rispondere con la forza dei valori europei. Mario Draghi. Se Draghi alla fine deciderà di andarsene sarà perché non ha né la cultura né gli strumenti per affrontare la crisi sociale che colpisce il Paese. Andrea Ranieri, il manifesto. [Ma niente paura:] Adda venì baffone! / E quanno vene nuje o’ facimm’ ‘a festa int’ ‘o rione. Giovanni Blok. Due ex senatori grillini volano in Nicaragua per festeggiare l’anniversario della rivoluzione sandinista. Sono Emanuele Dessi e Vito Petrocelli, che in primavera è stato costretto alle dimissioni dalla presidenza della Commissione esteri per le sue posizioni filo Putin. CorSera. A mandare più soldati [in Ucraina] sono la Buriazia e la Tyva, al confine con la Mongolia, la Chuvashia sul Volga, il Caucaso musulmano, dalla Cecenia al Dagestan. […] È la Russia ideale sognata da Vladimir Putin, dove padri, madri, sorelle e vedove siedono in cucine e tinelli arredati con mobili ancora sovietici, i tappetini con le renne sulla parete, un’icona di carta sopra il frigorifero, e ripetono alle telecamere le bugie della propaganda sugli ucraini che «si bombardano da soli», e non nascondono che il risarcimento per il figlio caduto gli ha permesso di comprare un’auto, chiudere un mutuo, fare una vacanza. È in quelle case che i soldati russi mandano i frullatori e la biancheria saccheggiati nelle case ucraine. Anna Zafesova, La Stampa. Due attivisti intervistati dal Moscow Times hanno reso noto che trecento soldati russi dislocati nella Repubblica popolare di Donetsk hanno fatto ritorno alla loro base a Buynaksk, nel Dagestan. Rischiano d’essere incriminati per aver lasciato le loro posizioni. repubblica.it. La visita [di Putin a Teheran] è stata preceduta dall’annuncio fatto da Kamal Kharrazi, presidente del Consiglio strategico per le relazioni internazionali, secondo cui l’Iran «ha le capacità tecniche per realizzare una bomba nucleare». Daniel Mosseri, Libero. Intervenendo in videoconferenza alla riunione del Consiglio per lo sviluppo strategico convocata a Mosca in vista del suo viaggio a Teheran, Putin ha riconosciuto che la Russia sta affrontando una quantità colossale di difficoltà per via delle sanzioni che le stanno precludendo quasi completamente l’accesso ai prodotti ad alto tasso di tecnologia. Roberto Fabbri, il Giornale. Isola dove tutto si chiarisce. / Qui ci si può fondare su prove. / L’unica strada è quella d’accesso. / […] / Se sorge un dubbio, il vento lo disperde. Wisława Szymborska, Utopia. Ho sostenuto che non esiste differenza sostanziale tra l’informazione della Tass in Russia e quella dei principali quotidiani in Italia con riferimento alla guerra in Ucraina. Valentino Orsini, il Fatto. Manda a fare una passeggiata chi paragona i campi di concentramento con il carcere de la Santé. Danilo Kiš, Homo poeticus. Chi ricorda Borsellino continua a rimuovere B. e i mandanti esterni. [Dove B. sta per Berlusconi]. Titolo del Fatto 2. [Accuse infondate? Ingiuste detenzioni?] In buona parte non si tratta d’innocenti, ma di colpevoli che l’hanno fatta franca. Piercamillo Davigo, AskaNews. L’esclamazione «giustizia è fatta» [è] ormai sostanzialmente riservata all’esito d’un processo conclusosi con la condanna. Con buona pace degli assolti. Guido Stampanoni Bassi, il Foglio. [Umiliato Conte dal disamore di Draghi,] è umiliata anche la (finta) coppia di (finte) lesbiche che mentre si baciavano sono state interrotte dallo sdegno d’una (finta) suora. Giravano […] una serie mai sentita nominare. E quale migliore pubblicità che una suora moralista, nella nazione che riesce a stupirsi ogni volta che il Papa dice cose più tradizionaliste di Vladimir Luxuria. Guia Soncini, Linkiesta. Enrico Letta [è] il più angosciato. Ovviamente l’idea di recuperare l’asse con Conte sembra evanescente. Il partito più filo-Draghi alleato del più anti-Draghi? Suona poco probabile. Stefano Folli, la Repubblica. Il romantico sogna le stelle, il cinico le conta. Roberto Gervaso.
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