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Desmond Tutu Gentile Redazione, Vivevo in Sud Africa. Cinque splendidi anni fino al 1986, quando fu chiaro che il Paese sarebbe finito in altre mani, con le conseguenze che possiamo vedere. Anche negli anni della "feroce apartheid" Tutu viveva nel quartiere più esclusivo di Città del Capo: Costancia. Ho rispetto per Nelson Mandela; ha saputo gestire il passaggio di poteri. Winnie Mandela - invece - amica e sodale, compagna di partito di Tutu, presenziava processi in cui neri erano imputati, assistendo alla condanna, molto etnica e pittorescamente tribale: Il necklace, la collana. Al condannato, immobilizzato, veniva posto, intorno al collo, un copertone di auto. Tipo collana, appunto. Poi una generosa spruzzata di benzina e lo spettacolo era garantito. Ustioni e soffocamento. L'arcivescovo ignorava tutto ciò? Lo sapevano tutti. Premio Nobel per la pace. Ognuno si diverte come può, come ritiene giusto. Ma è giusto? Il suo antisemitismo d'accatto non è sorprendente. Non per me. Saluti,
Gianfranco Pacini
Gentile Gianfranco,
La sua lettera conferma la repulsione che provavo ogni volta che vedevo Desmond Tutu in televisione, rideva sempre, a volte si metteva a saltellare, era sempre molto allegro e questo mi infastidiva non poco. Diffido sempre delle persone ridanciane. Non era solo il suo conclamato antisemitismo che mi urtava ma altro che non sapevo spiegare e adesso la sua lettera mi ha schiarito le idee. Dei crimini perpetrati da Winnie Mandela contro la sua stessa gente è stato scritto dopo la morte del marito ma mai nessuno ha avvicinato il nome di Tutu al suo se non per la lotta contro l'apartheid. Lui restava sempre e comunque "l'anima del Sud Africa", difensore dei diritti umani, premio Nobel per la pace. Come tale sarà ricordato, purtroppo, e i suoi scheletri nell'armadio saranno cancellati per sempre. Una cosa abbiamo imparato, dobbiamo diffidare dei premi Nobel per la pace, negli ultimi anni, al 90%, vengono assegnati a persone e organizzazioni indegne, vedi Arafat, Obama, Tutu, ONU, senza tener conto del passato del premiato o della sua politica o di atti spesso in contraddizione con la definizione del premio mettendone in discussione non solo la credibilità ma anche, e soprattutto, la legittimità.
Un cordiale shalom
takinut3@gmail.com |
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