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| La forza di Israele Analisi di Manfred Gerstenfeld  (traduzione di Yehudit Weisz)  Yehudit Weisz ha tradotto con precisione e dedizione costante  tutti gli articoli scritti da Manfred Gerstenfeld negli ultimi due anni.  Questo è il suo ricordo personale: Quello  che segue è l’ultimo articolo che il Dr. Manfred Gerstenfeld ha  presentato al Centro BESA prima della sua morte, avvenuta il 25 febbraio  2021. Rimandiamo all'articolo di Ben Cohen, pubblicato il 5 marzo scorso su IC, un ricordo di Manfred Gerstenfeld: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=81016 Ben Cohen Domani, mercoledì 10 marzo, dalle ore 20:00 alle ore 21:00 (ora italiana) si svolgerà uno Zoom una  serata di ricordo in onore di Manfred Gerstenfeld, collaboratore di  Informazione Corretta da sempre, organizzata in collaborazione con l'Unione delle Associazioni Italia Israele.  Tutti i lettori di IC sono invitati a partecipare. Ecco le credenziali di accesso e la locandina: https://us02web.zoom.us/j/8167 ID riunione: 816 7539 1478 Passcode: 886745  Ecco l'ultimo articolo di Manfred Gerstenfeld: Israele  è un Paese particolarmente difficile e complicato da valutare in  termini di punti di forza e di debolezza. Questo diventa evidente quando  lo si confronta con un Paese dell'Europa occidentale che ha una  popolazione di dimensioni più o meno simili, come il  Belgio. Quest'ultimo è membro dell'alleanza militare NATO: la sua  potenza militare è integrata nella NATO e la forza del Paese in  quest'area dipende da lei. Il potere politico del Belgio deriva in gran  parte dalla sua appartenenza all'UE.  Lo stesso vale in larga misura per  il suo soft power.                                                                     Per Israele un’analisi simile così concisa non è  possibile. Il potere militare del Paese si manifesta raramente in vere e  proprie guerre. I suoi conflitti armati contro organizzazioni  terroristiche palestinesi e arabe in Libano e a Gaza sono meglio  definibili come campagne. Di tanto in tanto Israele intraprende azioni  militari in Siria, in parte mirate contro le forze iraniane di stanza  lì. Reagisce anche ai razzi e agli aerostati incendiari sparati da  Gaza. Solo una piccola parte della capacità militare di Israele viene  utilizzata in quest'ultimo conflitto.                                                        Israele, tuttavia, è ripetutamente minacciato di  genocidio e di sterminio dal governo iraniano. Questa è una minaccia di  estrema importanza. Israele deve essere assolutamente pronto a  scongiurare un tale evento nel caso dovesse succedere.                                                                        La tecnologia  informatica, utilizzata sia per l'offesa che per la difesa, è una  espressione nuova di quel che si potrebbe chiamare potere  semi-militare. Ne è un esempio l'attacco del virus informatico Stuxnet  del 2009-2010 a diversi siti atomici iraniani. Molti ritengono che  questa azione sia stata condotta dagli Stati Uniti e da Israele. Un  altro attacco informatico che, secondo gli esperti è stato condotto da  Israele, è  quello del 9 maggio del 2020 in Iran, che ha portato il  terminal portuale di Shahid Rajaee ad una brusca e inspiegabile  interruzione del traffico marittimo. Un’altra sfaccettatura del potere  che contiene un aspetto militare, è la sicurezza interna.  Nella lotta di Israele contro i terroristi palestinesi, questa  gioca un ruolo importante. Esperti di molti Paesi vengono in Israele per  saperne di più sulla sicurezza e il governo israeliano pubblica  informazioni sulla sua vasta gamma di corsi di formazione sulla  sicurezza interna, ma di questo si parla raramente sui media  internazionali.                                                                                                                                              Nel mondo della sicurezza informatica, i fornitori di  tecnologia israeliani offrono sicurezza di telecomunicazioni e di rete,  elaborazione finanziaria, sicurezza dei dati e sistemi di  identificazione biometrica all'avanguardia come i passaporti  elettronici, che vengono ora rilasciati da diversi Paesi europei e  asiatici.                                                                                                                                                                       Anche la situazione del potere politico di  Israele è complessa. Potrebbe o meno essere cambiata radicalmente in  peggio dopo il 20 gennaio del 2021, quando l'amministrazione Biden ha  sostituito negli Stati Uniti il governo filo-israeliano di Trump. I  recenti Accordi di Pace di Israele con quattro Stati arabi non  dovrebbero essere considerati principalmente dei successi americani,  sebbene gli Stati Uniti vi abbiano svolto un ruolo enorme, ma riflettono  la reputazione del potere politico di Israele in una parte del mondo  arabo. Nel normalizzare le relazioni con Israele, questi Stati hanno  interrotto il loro sostegno, apparentemente illimitato, ai palestinesi.                                                          Alla fine degli  anni '80, il politologo di Harvard, Joseph Nye, aveva coniato  l'espressione “soft power”. Lo ha descritto come “la capacità di  influenzare gli altri per ottenere i risultati che si privilegiano ...  Il soft power è la capacità di ottenere i risultati preferiti per  attrazione, piuttosto che per coercizione o pagamento”. Gli Accordi di  Pace di Israele con i quattro Paesi arabi possono essere considerati  “risultati preferiti per attrazione”.                                                                                                      La  nozione di soft power come termine generale, non è molto utile per  comprendere la particolare situazione di Israele. Il concetto deve  essere suddiviso in componenti. Ad esempio, il massiccio acquisto  anticipato di vaccini anti-COVID da parte di Israele, ci dice molto sul  suo “potere economico”? Paesi più ricchi con una popolazione in qualche  modo simile, come la Svizzera, avrebbero potuto pagare di più, ma non lo  fecero. Ciò significa che Israele ha più potere economico della  Svizzera? Probabilmente no.                                                                                              Parte del soft power di  Israele in campo economico deriva dalle sue attività di ricerca ad alta  tecnologia. Potremmo descriverlo come una sottocategoria chiamata  “potere di ricerca”. Considerando le dimensioni della sua popolazione,  la performance high tech di Israele è notevole. Ci sono circa 75 società  di proprietà israeliana quotate al NASDAQ, il secondo più grande numero  di società straniere ad apparire nella borsa degli Stati Uniti (dopo il  Canada). Tra il 2010 e il 2019, il valore complessivo delle società  high tech israeliane è stato di circa 111 miliardi di dollari.   Molte importanti società straniere vogliono sfruttare le capacità  intellettuali di Israele e collaborare con le sue società high tech.  Israele è anche un interessante partner di ricerca per altre nazioni. Ne  è un segnale eloquente la sua partecipazione a Horizon 2020, il più  grande programma di ricerca e innovazione dell'UE nella storia. Il  programma ha destinato quasi 80 miliardi di euro su un periodo di sette  anni (dal 2014 al 2020) per garantire la competitività globale  dell'Europa.                                                                                                                                                          C'è anche un fenomeno riguardante Israele che può  essere meglio descritto come potere “mitico”. Questo potere non è  sponsorizzato dallo Stato stesso, ma esiste nella mente di alcune  persone all'estero. I diplomatici israeliani mi hanno detto che le  persone che hanno incontrato durante i loro incarichi credevano che i  Protocolli degli Anziani di Sion fornissero una descrizione accurata del  potere di Israele. Molti di questi ambasciatori mi hanno riferito di  non aver neppure cercato di illuminare le loro controparti su questo  argomento poiché era più conveniente far loro credere in questo potere  mitico.                                                                                                                                                       Un'altra manifestazione di questo potere mitico è la  convinzione che Israele o la "lobby ebraica" controlli il governo degli  Stati Uniti. Che questo sia falso è diventato ampiamente evidente  durante la presidenza di Barack Obama, che ha causato molti danni a  Israele (ad esempio attraverso l'accordo JCPOA con l'Iran, a cui Israele  si è opposto). Anche il Mossad ha poteri di proporzioni mitiche nella  mente di alcuni stranieri. Queste convinzioni sono state rafforzate  quando il Mossad nella primavera del 2018,  ha portato via da Teheran  un’enorme mole di documenti segreti sul programma nucleare iraniano.                                                                                                                              Israele soffre anche del  mito della debolezza. Gli ebrei sono stati inermi per quasi due  millenni. Questo ha creato un numero sproporzionato di masochisti  israeliani ed ebrei - e, in misura minore, persino di odiatori di sé -  che fanno di tutto pur di compromettere il potere di Israele. Quanto più  estreme sono le affermazioni di questi falsificatori di moralità, tanto  più utili sono per i nemici di Israele. Questi ebrei non hanno imparato  nulla dalla Shoah.                                                                                                                           Ancora un altro fattore da non trascurare è il potere religioso. Israele  è un Paese piccolo e l'ebraismo ha un numero di seguaci estremamente  limitato rispetto alle altre due religioni monoteiste, il cristianesimo e  l’ islam. Eppure l’ebraismo ha svolto un ruolo significativo nello  sviluppo della civiltà occidentale, in parte a causa del suo rapporto  unico con il cristianesimo, la forza religiosa dominante in Occidente.                                                                                                                                            Un altro  aspetto del soft power è il potere culturale. Nella nostra epoca,  questo significa in gran parte il successo nel campo della cultura  popolare. Diverse serie televisive israeliane sono state acquistate  dalla TV americana. Molte sono state trasmesse su Netflix ed sono  diventate molto popolari tra il pubblico americano e gli spettatori di  altri Paesi occidentali.  C'è, tuttavia, un importante campo di potere in cui Israele ha  prestazioni notevolmente inferiori. Questa è l'area del potere  diplomatico e della lotta alla propaganda anti-israeliana. C'è un annoso  e incessante attacco contro Israele all'ONU e ai suoi organismi  associati. Altre fonti di ostilità nei confronti di Israele sono le ONG  per i “diritti umani”, gli accademici, i sindacati e i media. Molti di  questi individui e organizzazioni sono liberali e molti si definiscono  progressisti, una perversione del significato del termine.                                                                                                     Israele ha cercato di costruirsi un’immagine. Ma nessuna ha  avuto particolarmente successo, per la mancanza di un'agenzia nazionale  di contro-propaganda. La città di Tel Aviv ha tentato di etichettarsi  come separata e diversa da Israele. L'assenza di un'agenzia di  contro-propaganda è un grave difetto che lascia Israele una facile preda  per i calunniatori. Manfred Gerstenfeld | 
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