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Inaugurazione di un nuovo centro commerciale a Gaza
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz) Finalmente un’occasione di festa per gli abitanti della Striscia di Gaza. Mentre il regime di Hamas impone severe restrizioni alla popolazione per limitare il contagio da Covid-19, oltre a fustigare quotidianamente Israele - o piuttosto “il nemico sionista” o “l'occupazione”, per usare la terminologia abituale da parte di questa organizzazione terrorista - colpevole delle terribili conseguenze di detto virus, un nuovo centro commerciale ha appena aperto le sue porte. Situato vicino alla moschea Farouk, in via Nuseirat nel quartiere omonimo nel centro di Gaza, “Hyper Mall Al Danaf” - questo è il suo nome – è in grado di competere con le più belle strutture di questo genere in Israele o in Occidente.
Lungo le sue corsie sono distribuiti splendidi stand. Qui frutta e verdura di stagione; là prodotti lattiero-caseari e formaggi provenienti da tutto il mondo, cioccolato, spezie, carne e salumi halal, banco del pesce, pane e prodotti da forno, conserve, prodotti per l’igiene e piccoli elettrodomestici. Puoi ammirare tutta questa abbondanza consultando la pagina Facebook del centro commerciale. Un ampio parcheggio attende il pubblico, Internet è gratuito e uno staff elegante e dotato di mascherine protettive è lì per rassicurare i clienti che affluiscono... e che non indossano mascherine e che non rispettano le norme di sicurezza. Così molti residenti si pongono delle domande. Chi potrebbe aver accordato a questo centro commerciale il permesso di aprire le sue porte proprio durante questo periodo di isolamento? Perché nessuno fa controlli di sicurezza sanitaria alle persone che entrano? Ovviamente si tratta di domande che nessuno si azzarderebbe a porre direttamente ai leader di Hamas, che hanno la reputazione di scoraggiare questo tipo di esercizio. Si mormora che alcuni di questi leader abbiano dei legami con i proprietari del '"Hyper Mall", ma chissà! Un'altra domanda che non ci si pone, ma questa volta all'estero, come conciliare questo lusso e questa abbondanza quando si continua a ripetere fino alla nausea il dramma di una Gaza strangolata dal blocco e dove la popolazione vive solo grazie alla generosità del Qatar, che ogni mese distribuisce la sua manna di dollari su dei miserabili che morirebbero di fame senza questo sostegno. Ma attenzione. I miserabili ci sono e se ne contano a centinaia di migliaia. Solo che al loro fianco c’è la piccola casta dei privilegiati, tra cui in prima fila spiccano i leader di Hamas che, con le loro famiglie, ostentano la loro opulenta ricchezza. Li si può vedere ai ristoranti e ai caffè alla moda o dediti agli sport da spiaggia. Possiamo anche seguirli lungo i loro viaggi all'estero, durante i loro soggiorni nei palazzi del Qatar o del Cairo. Certamente devono condividere i miliardi di dollari che ogni anno ricevono come aiuti dall'estero, con un'industria di armamenti che opera a pieno regime per produrre razzi e altri missili, per non parlare della perforazione e della manutenzione dei tunnel d’attacco destinati, al momento opportuno, a far emergere migliaia di militanti pronti a colpire città e villaggi israeliani situati dall’altra parte del confine. In queste condizioni, purtroppo, non rimane molto da destinare al sistema sanitario e agli ospedali dove si sente disperatamente la carenza di attrezzature. Secondo la ONG ‘Medical Aid for Palestinians’, dal 2000 “si è registrato un calo del numero di letti ospedalieri (dall'1,8 all'1,58 per mille), di medici (da 1,68 a 1,42 per mille) e di infermieri (da 2,09 a 1,98 per mille), con conseguente sovraffollamento e una ridotta qualità dei servizi.” Ma l’ONG si guarda bene dal puntare il dito sulla gestione di Hamas. È molto più facile accusare Israele ...
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