Riprendiamo dal SOLE24Ore di oggi, 29/06/2019, a pag.15 con il titolo" L'Iran: i passi avanti della Ue non sono ancora sufficienti" il lamento del giornale di Confindustria, cioè la 'velina' pro-Iran e critica nei confronti del 'cattivo' Trump. Questa volta scrive Beda Romano.
Beda Romano
BRUXELLES- L'Iran ha ribadito ieri la minaccia di rinnegare nei fatti l'accordo sul nucleare raggiunto nel 2015 (noto con l'acronimo inglese JCPOA), ritenendo «insufficienti» i tentativi europei di salvaguardare la delicatissima intesa internazionale, nonostante sette paesi europei abbiano dato il loro appoggio al veicolo finanziario, finalmente "operativo", che dovrebbe facilitare gli scambi commerciali tra l'Unione europea e l'Iran e raffreddare le tensioni. «Vi è stato un certo progresso», ha detto il vice ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghch dopo una riunione a Vienna con i rappresentanti diplomatici di Germania, Francia, Regno Unito, Cina e Russia. «Si tratta di un passo in avanti ma non sufficiente a rispondere alle attese iraniane». A proposito della minaccia di aumentare la produzione nucleare, ha aggiunto: «Non è stato fatto sufficiente progresso per cambiare decisione, ma la scelta definitiva verrà presa a Teheran». L'incontro di ieri è giunto in un contesto internazionale estremamente teso. Dieci giorni fa le autorità iraniane hanno abattuto un drone americano nella regione del Golfo Persico, accusando gli Stati Uniti di essere entrati illegalmente nello spazio aereo iraniano. Washington ha respinto l'accusa, e ne ha approfittato per annunciare nuove sanzioni contro Teheran dopo che nel maggio dell'anno scorso aveva deciso di rinnegare l'Accordo sul nucleare iraniano. Il tentativo europeo è di mantenere in vita questa intesa, malgrado le sanzioni americane stiano creando nuove tensioni a Teheran. L'Iran chiede a gran voce di poter commerciare con l'Occidente, e lascia aleggiare la possibilità che a sua volta possa rinnegare l'Accordo sul nucleare se non riceve un tornaconto economico. Il veicolo Instex era già stato presentato in gennaio, ma ai tempi era ancora da finalizzare. Ieri a Vienna, la rappresentante della diplomazia europea, Helga Schmid, ha detto che Instex è ora «operativo» e che «si sta lavorando alle prime transazioni». In pratica, il veicolo dovrebbe consentire alle parti di adottare un meccanismo di baratto, permettendo per esempio di pagare petrolio iraniano con macchinari europei, pur di aggirare il sistema bancario americano e quindi le sanzioni degli Stati Uniti. Sempre ieri sette paesi europei - Spagna, Austria, Belgio, Slovenia, Svezia, Finlandia e Olanda - si sono detti pronti a sostenere Instex. Si teme tuttavia che il meccanismo possa essere utilizzato solo per piccoli ammontari e per alcuni prodotti. Le grandi aziende hanno deciso di abbandonare l'Iran per paura di inimicarsi gli Stati Uniti. I Ventotto sono in evidente difficoltà. Finalizzare il nuovo veicolo ha richiesto tempo. Nel frattempo, sono aumentati i dubbi sul desiderio iraniano di rispettare l'accordo (fonti diplomatiche spiegavano giovedì che per ora il paese non ha violato il JCPOA). Al tempo stesso, malgrado gli interrogativi tecnici su Instex e i dubbi politici sull'atteggiamento iraniano, l'iniziativa è un modo per affrancarsi dagli Stati Uniti e difendere la sovranità economica europea.
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