Olanda: le prossime elezioni muteranno la politica nei confronti di Israele ?
Analisi di Manfred Gerstenfeld
(Traduzione di Yehudit Weisz)
Parlamento olandese Manfred Gerstenfeld
L’attuale governo olandese è stato per lungo tempo uno dei più favorevoli all’amicizia con Israele. Nel suo programma si legge: ”L’Olanda vuole allargare i suoi investimenti con lo Stato di Israele”. Il Primo Ministro, Uri Rosenthal, liberale, e il Ministro dell’Economia, Maxime Verhagen, decano del Partito Cristiano Democratico del Consiglio dei Ministri, a giugno hanno visitato Israele. Erano accompagnati da una delegazione di 70 uomini d’affari olandesi che intendevano cercare collaborazione con colleghi israeliani. Ne è nato il “Consiglio di Collaborazione bilaterale tra Olanda e Israele”. Dopo le precedenti elezioni per il Parlamento olandese del giugno 2010, furono necessari più di quattro mesi per chè venisse formato un governo di minoranza, Liberali e Cristiano-Democratici, sostenuto dall’esterno dal Partito della Libertà (PVV) guidato da Geert Wilders. Il recente ritiro dell’alleanza con il PVV ha provocato le elezioni anticipate il prossimo settembre per la Camera Bassa del Parlamento, composta da 150 membri. L’atteggiamento del Governo olandese verso Israele potrebbe cambiare radicalmente dopo le prossime elezioni. I sondaggi indicano che i due maggiori partiti saranno il Partito Liberale del Primo Ministro Mark Rutte e il Partito Socialista (SP) di estrema sinistra, in rapida ascesa. Ciascuno di loro potrebbe ottenere 30 seggi. I partiti più votati degli ultimi decenni, il Laburista e il Cristiano democratico, caleranno ulteriormente, è probabile che perdano rispettivamente circa 10 e 5 seggi dagli attuali 30 e 21. Non si può escludere la possibilità di un nuovo governo guidato da Emile Roemer (SP) che comprende i Laburisti, il piccolo Partito dei Verdi e la sinistra liberale del D66. Il che significa che potrà essere fortemente anti-Israele. L’SP afferma nel suo programma elettorale che l’Olanda sosterrà la soluzione dei due stati. Questa è una fandonia per apparire imparziali. Lo stesso SP sosterrà il riconoscimento di uno Stato Palestinese indipendente e si adopererà perchè diventi membro delle Nazioni Unite. Se i Socialisti avranno successo, gli olandesi appoggeranno un dialogo internazionale con tutti i rappresentanti dei palestinesi. Vuol dire che per i Socialisti, Hamas con il suo programma di sterminio degli ebrei, è un partner accettabile con cui trattare. Nel programma socialista non esiste una parola di condanna verso questi potenziali assassini di massa. Inoltre l’SP dice che”fino a quando Israele continuerà a costruire case illegali nei territori occupati, l’Olanda esprimerà condanna e farà pressioni sulla UE per bloccare gli accordi con Israele che garantiscono vantaggi fiscali nell’esportazione verso i paesi della Comunità Europea”. Il programma del Partito dei Verdi va nella stessa direzione pregiudiziale anti-Israele. Dichiara falsamente di basarsi sulla legge internazionale, ma se così fosse, avrebbe dovuto cercare di portare i leader iraniani davanti a una corte internazionale, in seguito alle loro violazioni alla convenzione dell’ONU sul genocidio. Si dovrebbe fare la stessa cosa nei confronti dei leader di Hamas, che sostengono l’assassinio di massa. Ma i Verdi non hanno alcuna intenzione di farlo, vogliono invece ”cercare alleanze per sospendere gli accordi con la UE se Israele continua a infrangere le leggi internazionali e i diritti umani”. Il Partito Laburista non cambierà le posizioni che aveva con il precedente programma nelle elezioni del giugno 2010. Fatta eccezione per una condanna sul Corno d’Africa, la totalità delle risoluzioni che riguardano le regioni che creano instabilità, era dedicata al conflitto israelo-palestinese con un taglio nettamente anti-Israele. Questa volta il programma dice in senso vago che l’Olanda interromperà la sua politica pro Israele e si allineerà all’Unione Europea. Il Partito della Libertà di Geert Wilders potrebbe finire al terzo posto, con circa 20 seggi. Il suo programma indica che ha deciso di restare all’opposizione in questo periodo parlamentare di particolare crisi economica. Il suo obiettivo è che l’Olanda lasci l’UE e che l’Islam non debba essere considerato una religione ma un’ideologia. Il PVV è come sempre sostenitore d’Israele, eppure, nello stesso tempo, ha in programma la proibizione della macellazione rituale, anche se avviene dopo lo stordimento dell’animale. E’ questo uno dei molti modi - inclusa la proibizione del Corano - con il quale vuole limitare il diffondersi dell’Islam in Olanda. Tale posizione supera di molto quella legge privata degli anni scorsi del Partito per gli Animali, che voleva impedire la macellazione rituale senza stordimento. Passò alla Camera Bassa ma non al Senato. Il solo parlamentare del Partito della Libertà che votò contro questa legge fu Wim Kortenoeven, che di recente è uscito dal Partito e non si presenterà alle prossime elezioni. I Liberali resteranno ancora pro-Israele ma non saranno in grado di formare una coalizione con partiti a loro vicini . Il Ministro Verhagen, uno dei più grandi sostenitori di Israele tra i Cristiano Democratici, lascerà la politica. Grazie in particolare alla crescita dell’SP, nel Parlamento olandese vi sarà un numero molto alto di odiatori di Israele e, indirettamente, di fautori dell’istigazione a delinquere nella società palestinese.