L’Ucrania può ancora vincere Analisi di Matteo Legnani
Testata: Libero Data: 30 aprile 2024 Pagina: 15 Autore: Matteo Legnani Titolo: «L'Ucraina può ancora vincere»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 30/04/2024, a pag.15, con il titolo "L'Ucraina può ancora vincere" l'analisi di Matteo Legnani.
Ribaltone sul fronte orientale ucraino. Dopo una settimana di avanzata russa, con Kiev che aveva temuto la caduta in mani nemiche della città strategica di Chasiv Yar, lo stato maggiore ucraino ha riferito di massicce perdite russe nelle ultime 24 ore: secondo l’ultimo rapporto, nella sola giornata di domenica Mosca avrebbe subito più di 1.300 vittime lungo l’intera linea di contatto. Kiev sostiene anche di aver distrutto 37 sistemi di artiglieria russi.
Il generale in capo dell'esercito ucraino, Oleksander Sirsky, ha sottolineato l’intensità dei combattimenti nell’area di Chasiv Yar, che si trova su una collina che dà un vantaggio su chi la controlla e la cui conquista darebbe alla Russia l’accesso a una delle autostrade più importanti della regione, facilitando i suoi sforzi per impadronirsi di alcune roccaforti ucraine nel Donetsk.
L’Ucraina spera che l’arrivo del nuovo pacchetto di aiuti approvato dagli Stati Uniti dopo mesi di stallo le consenta di ridurre il suo svantaggio nelle munizioni di artiglieria rispetto alla Russia e di stabilizzare la situazione sul fronte. E da Kiev, dove ha incontrato il presidente Volodymir Zelensky, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha ribadito che «non è troppo tardi perché l’Ucraina prevalga. So che i gravi ritardi nel sostegno hanno gravi conseguenze sul campo di battaglia – ha ammesso il leader atlantico – ma un maggiore supporto è ora in arrivo».
A breve non sarà più lui a guidare l’alleanza, ma l’ex premier olandese Mark Rutte dopo che questi ha incassato, ieri, il sostegno del governo turco alla sua candidatura a leader Nato. La comunicazione inviata dal governo di Ankara a tutti i Paesi membri fa seguito all’incontro avvenuto lo scorso 26 aprile tra lo stesso Rutte e Recep Erdogan, nel quale l’ex premier olandese aveva elogiato il ruolo del governo turco nella gestione del conflitto tra Israele e Hamas. La Turchia era l’unico membro Nato ostile all’ascesa di Rutte, che era invece fin dall’inizio stata fortemente appoggiata dalla premier italiana Giorgia Meloni.
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