Con il titolo " Chi sono veramente i Fratelli Musulmani " Dimitri Buffa commenta oggi, 19/03/2011, sull'OPINIONE, l'intervento di Tereq Haggy sulla situazione egiziana.
Tereq Heggy Il suo ultimo libro appena uscito (Marietti ed.)
"Ci prenderemo questo Paese da loro usando la democrazia che hanno ricevuto dal diavolo”. I fratelli mussulmani dicono quello che poi fanno. Da mercoledì sera, dopo avere visto il documentario sui “muslim brothers”, fatto in Norvegia da un musulmano moderato di origine egiziana, lo sappiamo anche noi. Lo abbiamo visto alla Camera insieme a Souad Sbai, che ha organizzato il tutto, e al grande pensatore laico egiziano, Tarek Heggy, che ha commentato le immagini, e alla ricercatrice e d esperta di arabo e di islam Valentina Colombo. Ospiti nel pubblico i musulmani moderati d’Italia, cioè quelli che non prendono ordini dal network dei fratelli mussulmani. E che non vanno mai in tv a provocare. E che non hanno bisogno di dissimulare le proprie sembianze e di vestirsi da bravi ragazzi per farsi accettare. Che non si comportano insomma come i Tariq Ramadan de noantri. E che non hanno paura a dire, come ha detto, dopo la proiezione del filmato Gamal Bouchaib, che “per gli immigrati di fede islamica in Italia il più grande problema, dopo la predicazione estremista nelle moschee fai da te, sono i convertiti italiani”. Spesso provenienti da militanze nei movimenti antagonisti della sinistra rivoluzionaria degli anni ’70. O in quelli della destra neo nazista. Gente che ha abbracciato l’islam appunto dei fratelli musulmani per continuare la lotta al sistema. “Gente che ha risposte per tutto come i marxisti leninisti”, per citare le parole di Tarek Heggy, e che ha “un cervello che ragiona per slogan e per schemi”. Anche se poi i fratelli mussulmani considerano le persone di sinistra il loro nemico ancora di più che la democrazia. Si badi bene: questo non è il solito discorso identitario del cacio cavallo alla Pera. Qui c’è di mezzo un problema concreto: evitare che questa gente rivendichi come ha già fatto, e ottenuto, in Inghilterra, di potere applicare nei propri ghetti la legge shar’iatica. Prendiamo qualche passo dalla traduzione italiana del filmato, è la voce narrante di uno degli autori che ci guida: “Kamil Al Najjar vive a Londra e conosce i Fratelli Musulmani meglio di molti altri. Era un membro dell’organizzazione nella sua patria. Come disertore, è minacciato di morte e non può rivelare il suo volto. Parla di Hassan al Banna che ha fondato i Fratelli Musulmani in Egitto nel 1928. Ha trasformato l’Islam da religione a ideologia politica. Oggi i Fratelli sono considerati come la più grande organizzazione islamica nel mondo. Al Najjar dice che hanno un’agenda per l’Europa. Un’agenda segreta”. In Francia come spiega il filmato “l’agenda è già operativa”. “Lafif Lakhdar è tunisino e mi spiega che in Francia le famiglie musulmane con molti figli non sono in grado di portare tutti ad avere un’educazione. I giovani finiscono per essere disoccupati”. I Fratelli Musulmani hanno predicatori che girano tutta la Francia. Forniscono il servizio porta a porta in tutte le famiglie mussulmane. Dicono ai giovani che potranno sposare più di una donna. La poligamia è proibita secondo la legge francese, ma loro gli montano la testa e suggeriscono il trucco che pare si faccia anche in Italia nelle “moschee fai da te” del nord: “Sposa una donna pubblicamente secondo la legge francese e poi potrai sposare più donne nella Moschea”. I fratelli mussulmani hanno due facce. Quella buona la usano per le interviste a “Limes”, come quella pubblicata su internet a Mohammad Mahdi Akef, ex mursid , o “Guida suprema della Fratellanza musulmana”. Quella cattiva la rivelano loro malgrado nel documentario in cui quello stesso personaggio ammette che quando si parla di diritti umani nonsono inclusi quelli delle donne che vanno in giro seminude o degli omosessuali. La Sbai è l’unica politica in Italia che, a costo di vivere sempre sotto potezione, ha il coraggio di portare in giro filmati come questo. Così come la Fiamma Nirenstein è l’unica a difendere sempre e comunque Israele dalle calunnie del politically correct, di destra o di sinistra che siano. Ma siccome la madre di coloro che dialogano con i propri carnefici è sempre in cinta, ci piace concludere questo articolo con la voce del giovane Gamal Bouchaib, uno dei rappresentanti dell’islam moderato in Italia, sempre poco ascoltato dalle nostre istituzioni, centrali o locali che siano. “Noi veri musulmani moderati, a differenza di altri sciacalli che attendono le morte per nutrirsi, non vogliamo che si abbassi la guardia nei confronti dell’integralismo islamico. Perché chi cerca di creare un dialogo con il diavolo prima o poi si brucia all’inferno ..e bisogna volere essere ciechi non vedere che l’estremismo è già tornato in Egitto nella figura di Al Qaradawi “. L’imam urlante di Al Jazeera e di tutti i fratelli mussulmani del mondo. Curiosità finale: Gamal Al Banna, fratello del fondatore Hasan, ancora vive. Ed è un nemico della setta fondata dal fratello. Nel filmato fa vedere una foto di sua sorella degli anni ’50 e dice: “all’epoca il velo non lo portava nessuno ed eravamo tutti mussulmani osservanti, i fratelli musulmani hanno semplicemente trasformato la religione in un’ideologia oppressiva”.
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