Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 09/11/2010, a pag. 13, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo " La scomoda verità su Gaza ".
Hamas Israele
“I morti a Gaza erano nostri combattenti”. Dopo quasi due anni dall’operazione anti-Hamas condotta da Israele nella striscia di Gaza tra fine dicembre 2008 e gennaio 2009, per la prima volta, Hamas ammette d’aver subito la perdita di circa 700 membri dell’ala militare dell’organizzazione islamista palestinese.
Loro la parola “terroristi” non la usano. Esattamente come l’Ansa preferiscono il termine “miliziani”. O quello “combattenti”. Fatto sta che la più clamorosa smentita a tutte le falsità del famigerato rapporto Goldstone sono venute proprio dai vertici militari di Hamas, il movimento politico terroristico che comanda a Gaza dopo il colpo di stato del 2006. E in una serie di articoli apparsi su “Ha’aretz” e il “Jerusalem Post” dello scorso primo novembre l’arcano è stato alfine svelato.
Subito dopo il termine dell’operazione israeliana, Hamas aveva ammesso la perdita di soli 50 uomini. Ora invece il “ministro” degli interni di Hamas a Gaza, Fathi Hammad, intervistato il primo novembre dal giornale pan-arabo edito a Londra, “al Hayat”, racconta che i cosiddetti “poliziotti” palestinesi uccisi durante il primo giorno di conflitto erano in realtà 250 combattenti di Hamas, ai quali andrebbero aggiunti altri 150 “uomini della sicurezza” di Hamas uccisi nei giorni successivi. Nel riportare la notizia, “Israel Radio” sottolinea come le cifre riportate da Fathi Hammad nell’intervista coincidano in buona misura con quelle che vennero diffuse sin dall’epoca della guerra dal portavoce delle Idf. “Il primo giorno di guerra – racconta Hammad nell’intervista ad “al Hayat” – Israele prese di mira delle stazioni di polizia nella striscia di Gaza e così caddero 250 martiri che facevano parte di Hamas e delle varie fazioni. Morirono inoltre fra i 200 e i 300 membri delle Brigate Ezzedin al-Qassam, oltre a 150 membri delle forze di sicurezza”.
Le nuove cifre diffuse dal “ministro” di Hamas ridimensionano, ovviamente, il numero di vittime palestinesi considerate civili o non-combattenti, dando ragione (guarda caso, ndr) ai dati sin da allora diffusi da Israele.
Se infatti le vittime accertate furono mille, detratti i 700 armati di Hamas, i civili uccisi (e ci sarebbe da vedere quanti di loro non erano comunque fiancheggiatori del terrorismo e quanti non erano sfortunati “scudi umani”) si ridurrebbero a 300 persone, forse meno.
Naturalmente per Hamas anche i guerriglieri sono “popolazione civile”, almeno così ha detto ad “al Hayat” il loro “ministro” degli interni.
Ma forse gli autori del rapporto Goldstone dovevano usare altri vocaboli. Per non mistificare la realtà.
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