Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 13/03/2009, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo " A Durban un altro pericolo, dopo l'equiparazione di sionismo e razzismo, il reato di islamofobia " su Durban II e sulla richiesta dei paesi arabo-islamici di far diventare reato il vilipendio delle religioni (in particolare dell'Islam) . Ecco l'articolo:
Prendersi 30 anni di carcere per una bestemmia o per avere disegnato vignette
su Maometto vi sembra una cosa logica o la solita follia politically correct
made in Onu? Ebbene sappiate che a Ginevra a metà aprile nel meeting sul
razzismo e la discriminazione religiosa che sarà l´ideale continuazione di
quello di Durban del 2001 (da cui il nick name "Durban II") oltre a doversela
vedere con tutti i paesi arabo-islamici e con le loro ong teleguidate perché
non si tenti il bis di equiparare il sionismo al razzismo e lo stato di Israele
alla Germania di Hitler, il mondo intero dovrà guardarsi da qualcosa se
possibile ancora più pericoloso: l´equiparazione dell´islamofobia e del
dileggio delle religioni a un crimine contro l´umanità. Insomma chi bestemmia
un qualunque dio, non sia mai allah, verrà equiparato a Milosevich o a Bashir
del Sudan. E magari trovate anche una Carla del Ponte che vi fa arrestare
appena mettete piede fuori dall´Italia o dal vostro paese europeo.
Queste ennesime idiozie politically correct sono tutte contenute, in maniera
esplicita o implicita, nella bozza di risoluzione distribuita ieri l´altro dai
rappresentanti del Pakistan a Ginevra in vista di Durban II.
E se l´Onu adottasse un simile testo di riferimento e costringesse gli stati
membri alimitare di conseguenza la libertà di stampa e di espressione dei
cittadini che ne fanno parte, un eroe civile come Salman Rushdie, che ha
passato la vita a nascondersi dai sicari di Khomeini, in futuro potrebbe farsi
venti anni di carcere. Non parliamo dei disegnatori danesi delle famose
vignette su Maometto. Ecco quindi cosa ci attende a Ginevra al convegno
cosiddetto "Durban II": tra le altre insidie questa non è affatto da
sottovalutare.
Naturalmente tutte queste minacce si nascondono dietro l´apparente scopo di
non seminare, anzi predicare, l´odio in relazione alle religioni. E uno
sprovveduto potrebbe anche ingenuamente credere che i pakistani volessero
intendere "tutte le religioni". Guarda caso però nella risoluzione del Pakistan
non c´è neanche un piccolo riferimento ai veri predicatori d´odio, in genere
anti ebraico, che ha diritto di entrata persino nei libri di scuola, in Siria,
come in Egitto, nei territori palestinesi come in Arabia Saudita. Per tacere
dell´Iran. Niente di tutto ciò: i riferimenti in materia sono tutti dedicati
all´Islam e al tentativo diffamatorio di accostarla al terrorismo dopo l´11
settembre. Insomma censura e vittimismo si tengono. Perciò guai a chi oserà
usare d´ora in poi l´espressione "terrorismo islamico".
Esistono quindi per la conferenza Durban II anche altri motivi per
boicottarla. E di questo si è parlato ieri in un aula del Senato in cui si è
tenuto un convegno in materia, alla presenza del ministro degli Esteri
Frattini, il primo e sinora l´unico ad accodarsi agli Usa di Obama nel
boicottare la conferenza in questione, sotto il coordinamento della deputata
del Pdl Fiamma Nirenstein, una delle più grandi amiche di Israele a sedere nel
Parlamento italiano. Per il Pd,nello stesso intergruppo di "amici di Israele",
c´era invece l´ex sottosegretario agli Esteri Gianni Vernetti, un ex
Margherita.
Ieri però, l´incontro diplomatico più importante, in vista di Durban II dove
parteciperanno il Vaticano e la Francia ma non l´Italia o gli Usa, è stata la
visita dei rabbini più rappresentativi dello stato ebraico a Papa Benedetto
XVI.
In vista di Durban II hanno chiesto che il Vaticano, visto che non può fare a
meno di partecipare, almeno tenga gli occhi aperti e contrasti tutte queste
iniziative assurde dei paesi arabo-islamici che tendono a metter in difficoltà
diplomatiche Israele, censurando al contempo qualsivoglia critica ai regimi
dittatoriali del Medio Oriente e dell´Africa del Nord, con il pretesto dell´
"islamofobia".
A guidare la delegazione ricevuta in Vaticano il rabbino capo di Haifa,
Shear-Yashuv Cohen, il quale ha dichiarato: "Permettetemi di ricordare la
profonda preoccupazione per il carattere chiaramente anti- semita del testo
proposto per la United Nations Durban Review Conference, che oltre ad ignorare completamente il significato e la lezione della Shoah, punta il dito contro lo Stato d'Israele con critiche pregiudiziali, ignorando volontariamente allo stesso tempo i veri colpevoli di discriminazione istituzionalizzata di
religioni come l´ebraismo e di violazione dei diritti umani''. Chi, nei paesi
arabo-islamici, ha orecchie per intendere e per rompere questo tragico
conformismo lo faccia prima che sia troppo tardi: l´islamofobia non esiste, o è
veramente poca cosa rispetto all´anti semitismo dei testi scolastici di hamas o
di hezbollah per non parlare degli "statement" di capi di stato come Mahmoud
Ahmadinejad. Se ciò si fa finta di non capirlo sarà molto meglio che Durban
resti conosciuto ai più come una marca di dentifricio.
Per inviare il proprio parere all'Opinione, cliccare sull'e-mail sottostante