venerdi 19 aprile 2024
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Pensieri degli anni difficili 03/03/2014 -

Albert Einstein
Pensieri degli anni difficili
Bollati Boringhieri

Fu uomo di compiuta bontà, affabile e aperto. Provò per gli uomini un profondo senso di solidarietà, nelle speranze e nei timori. Odiava la guerra, gli istinti primitivi che la scatenano, la degradazione e la sofferenza che apporta. Per un tragico destino una sua idea aprì la strada alla più spaventosa arma di tutti i tempi. La sua visione innocente si trasformò in un incubo. Fu sprezzante dei dogmi e di ogni autorità precostituita. Intraprese i suoi studi guidato dal desiderio di comprendere: non solo di decifrare la realtà fisica, ma anche di attingere il significato più profondo della posizione dell'uomo nei confronti della natura e dell'uomo. Considerò la scienza come scoperta e liberazione. Fu un coraggioso. Apprezzava solo la verità. Non esitò mai a parlare in difesa degli "eretici" e di tutti coloro che in questo nostro tempo disgraziato sono stati perseguitati per il loro spirito di indipendenza. I valori della scienza e quelli etici gli furono parimenti cari. La scienza gli apparve animata sempre dai valori di un'umanità civile: amore della verità per sè stessa, rispetto per il disaccordo, indipendenza e libertà d'espressione. Se i valori in cui credette fossero meno calpestati, l'umanità potrebbe guardare verso un futuro più luminoso.

Requiem tedesco 19/10/2009 -

Amos Elon
Requiem tedesco.
Storia degli ebrei in Germania 1743-1933
Mondatori (Le scie)

In questo studio di nuova impostazione e limpida obiettività, il giornalista Amos Elon ci riporta indietro di quasi due secoli e ricostruisce la vicenda degli ebrei in Germania dal 1743 al 1933: un arco di tempo che li ha visti raggiungere traguardi culturali talmente alti da far parlare di un 'secondo Rinascimento'. In questo saggio, che mette in luce il lungo processo storico che precede la tragedia dell’Olocausto, gli eventi storici decisi dagli uomini di potere sono intrecciati con le vicende dei singoli e delle classi sociali. Ne risulta un affresco convincente e fecondo, un libro che merita di essere conosciuto da tutti gli insegnanti di lingua e letteratura tedesca e non solo.

Spie all’ombra della mezzaluna 08/04/2010 -

Anita Engle
Spie all’ombra della mezzaluna
Baldini Castaldi Dalai


Dopo il massacro degli Armeni, la furia turca rischia di travolgere anche il popolo d'Israele. È allora che alcuni amici, spinti dall'urgenza di liberare la Palestina, decidono di istituire una rete di spionaggio per appoggiare i liberatori inglesi. In questo saggio la ricercatrice inglese Anita Engle indaga il mistero che si cela dietro il gruppo ebraico N.I.L.I.  nato dal coraggio di piccoli uomini che, giunti da disparate zone, si erano insediati imparando a convivere pacificamente con gli arabi. Per tutta la durata del conflitto essi servirono da collegamento fra le truppe del generale Allenby di stanza in Egitto e gli ebrei ostili, trasportando armi, dispacci e informazioni sulla dislocazione del nemico. Tanto determinante fu il loro ruolo nella vittoria inglese, quanto nullo il merito che fu loro tributato.

Sopravvivere e vivere 26/08/2010 -

Denise Epstein
Sopravvivere e vivere
Adelphi


Il drammatico destino della scrittrice ebrea Irène Némirovsky - nata a Kiev nel 1901, sfuggita alla rivoluzione bolscevica nel 1917 e morta ad Auschwitz nel 1942 – rivive in questa lunga intervista di Clémence Boulouque a Denise Esptein la figlia maggiore della Némirovsky che con straziata pietas filiale farà conoscere al mondo il capolavoro della madre “Suite francese” ricopiandolo per poi darlo alle stampe nel 2004.
In queste pagine, dense di emozione e non prive di punte polemiche, Denise ripercorre, con la limpida chiarezza del suo spirito indomabile ma anche con l’arguzia e l’ironia che le sono proprie, un’esistenza in cui le assenze hanno pesato più delle presenze, e la memoria (e la difesa della memoria stessa) ha svolto un ruolo determinante.

Antisemitismo in America 10/02/2014 -

Elena Fallo
Antisemitismo in America
Araba Fenice

"La rivoluzione in Germania dopo la guerra non sarebbe mai scoppiata se gli ebrei non l'avessero preparata. [...] Gli ebrei internazionali, i veri padroni dei poteri politici e finanziari del mondo, possono riunirsi in qualunque parte e in qualunque momento, in tempo di guerra e in tempo di pace, proclamando di non pretendere altro che di studiare e discutere i mezzi più propizi per rimpatriare gli ebrei dispersi in Palestina e deviando cosi, facilmente, qualsiasi sospetto che le loro riunioni siano indette con altri scopi"
Chi pronunciò queste frasi? Hitler nel suo Mein Kampf? Sbagliato. L'autore di queste parole è Henry Ford, il magnate dell'industria americana, famoso per aver costruito un'automobile economicamente e tecnologicamente accessibile a tutti, per aver introdotto la catena di montaggio all'interno della sua fabbrica, per aver contribuito in modo determinante alla creazione della società moderna. Ciò che non si conosce o di cui si sa molto poco è che Ford fu anche colui che per primo negli Stati Uniti fece pubblicare
I Protocolli dei Savi di Sion sul suo settimanale, il Dearborn Independent, che scrisse un'opera apertamente antisemita, L'ebreo internazionale e che ottenne una tale ammirazione da parte di Hitler da avere un proprio ritratto nell'ufficio del fürher. A volte, è proprio la Storia che crediamo ben nota a non essere come sembra.
Questo libro ci porta dentro la vicenda poco conosciuta di uno dei capitoli più oscuri dell'anima americana, forse uno dei più inquietanti del XX secolo. Per ricordarci che sarebbe potuto succedere e, soprattutto, che potrebbe succedere ancora.
"Gli Stati Uniti, apparsi la "terra promessa" la "nuova Israele" ai puritani e alle molteplici comunità protestanti delle élites del Nord, dei proprietari terrieri del Sud e dei pionieri dell'Ovest, parrebbero essere stati inassimilabili alla vicenda dell'antisemitismo euro-occidentale ed euro-orientale. Non è così, anche se in essi non si sono mai raggiunti gli estremismi pluriassassini genocidari dell'Europa e dell'Eurasia. Questo libro lo dimostra, e lo spiega, con una ricchezza d'informazioni e di fonti sinora in Italia, e non solo in Italia, sconosciute e poco note.  Anche gli Stati Uniti hanno fatto germinare  l'antigiudaismo religioso, l'emarginazione e il linciaggio dei giudei, il razzismo antiebraico a sfondo positivistico, l'invidia popolare antifinanziaria, la xenofobia negli anni delta grande immigrazione".

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