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25/3/02 ANTISEMITI ED ANTISRAELIANI: UN'UNICA RADICE
Riflessione di Giorgia Greco
Se ancora avevamo dei dubbi sulla presenza dell'antisemitismo nel mondo cattolico "dopo le aperture del papa" l'articolo di Bruno Gravaguolo apparso nella sezione culturale de l'Unità del 24 marzo, è la conferma, senza possibilità di equivoci, che un tale fenomeno è tutt'altro che sopito.

A Bologna si è tenuto un importante convegno sulla reintegrazione dei docenti ebrei in cattedra dopo la Liberazione; a questo incontro uno degli invitati, lo storico dossettiano Giuseppe Alberigo, si è rifiutato di partecipare.

In una lettera a Roberto Finzi scrive:

" Quanto avviene in Palestina è talmente grave è soprattutto così sconcertantemente analogo alla Shoah, da esigere anche pubbliche ed esplicite dissociazioni"

Parole che lasciano allibiti e che pronunciate nel contesto della tragedia che sta vivendo il popolo israeliano, inducono a riflettere sui messaggi che il mondo della cultura e quello cattolico lanciano in maniera del tutto irresponsabile.

Lo storico afferma ancora di essere "contro il sogno demenziale di qualche responsabile di Tel Aviv di buttare a mare tutti i palestinesi, di eliminarli in modo che quel popolo non esista più"

Questo discorso non è "incongruo" come scrive il giornalista, ma è storicamente falso: le intenzioni di sterminio che vengono attribuite agli israeliani appartengono in realtà ai palestinesi e all'intero mondo arabo; più volte lo hanno dichiarato e con quattro guerre hanno cercato di realizzare il loro sogno, senza peraltro riuscirci: distruggere l'intera popolazione ebraica.

Confondere la questione ebraica con quella israelo-palestinese non è corretto perché nascono e si sviluppano in contesti storico-culturali diversi.

La persecuzione delle leggi razziali fasciste ha trovato un fertile humus nella tradizione antisemita e antigiudaica, rendendo possibili i colpevoli silenzi della Chiesa dinanzi allo sterminio degli ebrei.

L'antisemitismo dilagante con le sue tragiche conseguenze da una parte e l'immane tragedia della Shoah hanno dato un impulso fortissimo alla volontà degli ebrei di ritornare nella loro Patria storica: Israele, unico luogo della terra in cui un ebreo può sentirsi a casa ed essere protetto e difeso.

Di qui l'origine di una nuova tragedia ? scrive il giornalista. Ma è una tragedia che gli ebrei hanno subito, non voluto.

La popolazione palestinese non è stata espropriata dalle loro terre, come scrive Gravagnuolo, perchè quei terreni che all'epoca erano solo aride pietraie furono acquistate dagli ebrei per cifre esorbitanti, bonificate e con un lavoro durissimo rese fertili ed ospitali.

La Storia ci insegna anche che è sempre stato il mondo arabo a rifiutare qualsiasi compromesso con il popolo israeliano respingendo la spartizione del paese in due stati, proposta prima dalla Commissione Peel nel 1937, poi dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1947, fino all'ennesimo rifiuto di Arafat alle proposte di Barak ( Camp David - luglio 2000) che contemplavano, fra l'altro, la costituzione di uno Stato palestinese e la sovranità palestinese sui quartieri arabi di Gerusalemme Est.

E' ovvio che il conflitto israelo-palestinese non possa essere esaminato esclusivamente sotto il profilo "territoriale" ma debba essere inserito nel contesto più ampio del mondo arabo, un mondo pervaso dal germe dell'antisemitismo verso gli ebrei di tutto il mondo, senza distinzione fra Diaspora ed Israele:la Conferenza dell'ONU dedicata al razzismo che si è tenuta a Durban ai primi di settembre dello scorso anno ne è l'esempio più eclatante.

L'antisemitismo è odio contro gli ebrei, un odio che ha portato al crimine più orrendo che l'umanità abbia mai concepito: l'Olocausto e che ha fatto dire all'Ambasciatore francese in Inghilterra, Daniel Bernard: "Quel piccolo paese di merda non ci porterà tutti alla seconda guerra mondiale". Ecco uno stralcio della dichiarazione che il Sottosegretario israeliano agli Esteri, Rav. Melchior ha rilasciato a Durban:

" Gli Stati arabi vorrebbero farci credere che sono antisionisti, non antisemiti, ma questa menzogna è continuamente smentita. Che cosa sono le spregevoli caricature di ebrei che riempiono la stampa araba e che vengono fatte circolare in questa conferenza? Che cosa sono le velenose calunnie così deliberatamente inventate e disseminate dai nostri nemici se non la reincarnazione delle antiche fandonie antisemite?

Criticare la politica del governo di Israele, o di qualsiasi altro Paese, è legittimo, anzi vitale. Ma c'è una profonda differenza fra il criticare un paese e il negare il suo diritto ad esistere. L'antisionismo, il negare agli ebrei il diritto basilare a una patria non è altro che antisemitismo, puro e semplice".


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