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Antisemitismo di sinistra in Austria
 "Lento genocidio nella Striscia di Gaza"

di Karl Pfeifer, Vienna

 Un professore universitario di nome Walter Sauer, iscritto al partito socialdemocratico austriaco (SPOE, il maggiore dei due partiti attualmente al governo) e segretario dell'ufficio internazionale dell'unione sindacale austriaca (OEGB) dichiara pubblicamente: "Ideologia e prassi di Stato dell'ebraismo danno origine al genocidio strisciante dei palestinesi".

Un altro aderente dell'SPOE, un certo Fritz Edlinger, che per diversi anni rappresentò il partito presso il comitato per il Medio Oriente dell'Internazione Socialista e che ha curato nel 2005 l'edizione austriaca del libello "Fiori dalla Galilea" (proibito in Francia per antisemitismo), minaccia la Comunita' ebraica di Vienna (IKG) di procedere a "vie legali" perché il segretario generale dell'IKG, Raimund Fastenbauer, aveva definito antisemita la AIK (Antiimperialistische Koordination), ramo austriaco del Campo Antimperialista. Tempo fa la AIK aveva espresso "comprensione" per un negazionista collaboratore di pubblicazioni neonaziste e promuove ora l'iniziativa "Gaza muss leben"  (Gaza deve vivere). http://www.wienerzeitung.at/DesktopDefault.aspx?TabID=4103&Alias=wzo&cob=349312

La AIK aveva inoltre pubblicato in versione integrale un discorso del famigerato finto rabbino M.A. Friedman, il quale non si limita a spiegare cosa sia il vero ebraismo, ma da' lezioni di teologia cattolica anche al Papa rimproverandogli l’errore di difendere troppo gli USA e Israele.

http://www.antiimperialista.org/index.php?option=com_content&task=view&id=4615&Itemid=82

Naturalmente la AIK sapeva che Friedman aveva partecipato alla conferenza di Teheran sull’Olocausto nel dicembre 2006 e che intrattiene stretti rapporti con esponenti dell'estrema destra; nel 2003 aveva concesso un'intervista al mensile di destra "Zur Zeit" nella quale definiva i Territori occupati "un immenso campo di concentramento" e Theodor Herzl "padre spirituale di un processo che condusse all'Olocausto".

Forte è stato inoltre l'intervento al Campo del rabbino, ebreo ortodosso ed antisionista, Moshè Friedman, residente di Vienna: quest'ultimo è membro del Gruppo dei Neturei Karta, ebrei contrari allo Stato ebraico in quanto inconcepibile senza la redenzione di un Messia, mentre il popolo ebreo sta scontando i suoi peccati nella Diaspora, a loro avviso: si tratta di una interpretazione tratta soprattutto dal Talmud, di origine più tarda rispetto alla Torah, i primi cinque libri della Bibbia.

Friedman ha sostenuto la falsità dell'equazione tra antisionismo ed antisemitismo, affermando tra l'altro che un vero e proprio genocidio ha colpito il popolo palestinese. Il rabbino, inoltre, ha criticato l'atteggiamento di una parte della Chiesa cattolica, valutata non essere abbastanza ferma nei confronti d'Israele, a causa proprio della potenza e delle infiltrazioni del sionismo, oltre ad avere evidenziato quanto gli ebrei godano in realtà di ottime condizioni di vita in Iran.

http://www.antonellaricciardi.it/articoli.asp?id=54

Il sito della AIK e quello dell'iniziativa "Gaza muss leben" sono curati dal capo della AIK, Willi Langthaler. Il 17 maggio scorso era prevista una conferenza dell'iniziativa nell'Albert Schweitzer-Haus a Vienna gestito dai protestanti. La gestione in seguito ha disdetto il consenso a causa delle tendenze antiebraiche della AIK e dell'iniziativa. Quest'ultima si è allora rivolta alla Camera del Lavoro che a sua volta ha rifiutato di ospitare la manifestazione in una delle sue sale.

Walter Sauer ha inviato all'amministrazione dell'Albert Schweitzer-Haus una lettera pubblicata in primo luogo sul sito di "Gaza muss leben". Questo docente universitario oltre che essere un alto funzionario del sindacato austriaco (vedi sopra) è vicepresidente del gruppo di lavoro per la cooperazione con i paesi in via di sviluppo dell'SPOE. Nella lettera Sauer dice di essersi sempre opposto spesso pagando di persona a qualsiasi abuso politico della religione, per esempio sotto forma di integralismo cattolico. Sauer testualmente: "Proprio per questo non dobbiamo chiudere gli occhi di fronte al genocidio strisciante che ideologia e prassi di Stato dell'ebraismo producono a danno dei palestinesi, in particolare degli abitanti di Gaza".

http://www.gazamussleben.at/de/1002

Prima di tutto diamo un'occhiata alle cifre: nel 1950 nella striscia di Gaza vivevano 240.000 arabi, come riporta l'Herald Tribune del 25/7/2007.

http://www.iht.com/articles/2007/07/25/opinion/edkennedy.php

Nel 2008 sullo stesso territorio si contano 1,537.269 abitanti.

https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/gz.html

 Il prof. Sauer, studioso di storia africana, ha il coraggio di definire "genocidio strisciante" un aumento di popolazione del 540%. Questa sua insinuazione è un'ulteriore prova delle tendenze antisemite dell'iniziativa "Gaza muss leben", che per quanto riguarda Sauer si collegano a una minimizzazione strisciante del genocidio degli ebrei. Questa sua affermazione infatti significa che esiste "un'ideologia di stato ebraica" che produce "un genocidio", ma ciò non ha il minimo riscontro nella realta' di Gaza. Invece Sauer identifica allo Stato ebraico l’ideologia e la prassi di Stato della Volksgemeinschaft (comunita del popolo) nazista in Austria e Germania che condusse al genocidio di milioni di ebrei. Questa equazione andrebbe rifiutata da tutti gli austriaci che si riconoscono nella democrazia.

 Il prof. Sauer può esprimersi in tal modo poiché conta sul fatto che le dichiarazioni di principio di SPOE sulla lotta contro l’antisemitismo sono parole al vento e che l’SPOE tollera, non si sa per quale calcolo politico, le esternazioni antiebraiche dei suoi funzionari e aderenti. E’ vero che alcuni media austriaci giustamente reagiscono con durezza quando esponenti della destra appellano ai sentimenti antiebraici, razzisti o xenofobi. Se è invece un socialista a comportarsi in tal modo può contare sulla tolleranza dei media, come nel caso di Fritz Edlinger, che ha pubblicato un libello antisemita e non è mai stato criticato dai media importanti.

Neanche l’SPOE può minimizzare l’accusa di “genocidio” rivolta agli ebrei e allo Stato ebraico spacciandola per legittima critica a Israele. Tale accusa sarebbe antisemita anche se non provenisse da un austriaco o da un tedesco; ma in Austria pesa ancora di più a causa della storia recente di questo paese.

Se l’SPOE la tollera perché spera di attirare nuovi elettori occorre ricordargli le sue dichiarazioni di principio e fargli notare che la tolleranza verso i contatti con integralisti islamici ed estremisti di sinistra che hanno comprensione o simpatia per il terrorismo potrebbe costargli molti voti perché la maggior parte degli austriaci non nutre tali simpatie.


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