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28/5/02 Lettera aperta ad EMERGENCY
Riportiamo, condividendola, una lettera inviata ad Emergency. Invitiamo i lettori di Informazone Corretta a farla propria e inviare il proprio parere cliccando sulla seguente e-mailgiovanna@emergency.it
Cari amici di Emergency,



proprio per sottolineare la stima che proviamo nei vostri confronti, e il rispetto che nutriamo verso la vostra attività, desideriamo, in occasione della vostra festa, desideriamo comunicarvi alcune riflessioni riguardo il vostro recente "Appello ad Ariel Sharon". Comprendiamo le ragioni che vi spingono a seguire con crescente attenzione il conflitto tra israeliani e palestinesi. La vostra preoccupazione per le vittime civili è anche la nostra. Il vostro appello ha avuto risalto sui giornali ed è stato rilanciato da alcuni siti internet. Riteniamo quel testo sbagliato, anzitutto per i toni, laddove si assumono acriticamente le posizioni di una delle parti in conflitto, e si accusa il Governo e l’esercito dello Stato d’Israele di ogni possibile scelleratezza: "un'incredibile disumanità", la distruzione di ambulanze, l’uccisione di “personale impegnato in attività di cura”. Persino il ritardato passaggio di un mezzo di soccorso in zona di guerra viene presentato come la deliberata soppressione su base razziale di un innocente, l’omicidio di “un neonato in nome della sua appartenenza a un popolo”. A queste violentissime e infamanti accuse l’appello aggiunge in chiusura che "questa violazione del più elementare tra i diritti dell'uomo suscita ancor più profondo turbamento perché i responsabili sono visti, nella coscienza e nella memoria del mondo civile, come vittime o eredi delle vittime delle più gravi violazioni contro i diritti dell'uomo, crimini contro l'umanità”, un esplicito richiamo alla Shoa, che inconsapevolmente avvalla il triste adagio antisemita della “vittima che diventa carnefice”.



Cari amici, non avete inoltre formulato analoghi appelli alla dirigenza palestinese. Evidentemente Emergency non ha nulla da rimproverare ad Arafat e ai dirigenti palestinesi, neppure sotto il profilo umanitario: né gli attacchi - numerosissimi - alle ambulanze israeliane, né l'uso di quelle palestinesi per il trasporto di terroristi e di cinture esplosive, né gli attentati contro civili israeliani compiuti dai Tanzim o dalle Brigate dei Martiri di Al Aqsa, gruppi legati ad Al Fatah, il partito di Arafat. Per Emergency è un problema umanitario solo quello del neonato arabo che - secondo le accuse palestinesi - muore mentre l'ambulanza viene perquisita al posto di blocco, o anche quello del bambino israeliano ammazzato sull'autobus o all'uscita da scuola da un kamikaze? E le oltre quattrocentosettanta vittime israeliane, e le migliaia di mutilati e invalidi permanenti, prodotti dal terrorismo palestinese dall'inizio dell'Intifada costituiscono un problema umanitario non meritano forse attenzione da parte vostra? O queste cose non interessano, non sono meritevoli di un appello accorato almeno quanto quello rivolto a Sharon?



Con fiducia,



Daniele Levi - Donald Deangelis - Yasha Reibman - Radicali italiani


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