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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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La Stampa-La Repubblica Rassegna Stampa
17.08.2019 Stampa & Repubblica sulle due Dem/BDS
Negli articoli di Giordano Stabile e Thomas L.Friedman

Testata:La Stampa-La Repubblica
Autore: Giordano Stabile-Thomas L. Friedman
Titolo: «Le deputate dem Tlaib e Omar non andranno nei Territori-L'errore di Trump»
Su questa vicenda pubblichiamo oggi 17/08/2019, il nostro editoriale con la firma di Deborah Fait.
Sui media nostrani la notizia non ha grande rilievo. Il Foglio le dedica un editoriale per non perdere l'occasione di attaccare Trump, l'ossessione contro il presidente usa non poteva mancare. Idem su Repubblica la cronaca di Federico Rampini, se non fosse per l'età, il miglior allievo di Giuliano Ferrara in quanto a odio anti-Trump.
Riprendiamo invece dalla STAMPA, a pag.14, la cronaca di Giordano Stabile, il pezzo più equilibrato tra tutti i nostri media.
Da REPUBBLICA, a pag.35, il commento di Thomas L. Friedman, preceduto da un nostro commento.per capire l'ebraismo americano.


La Stampa-Giordano Stabile:" Le deputate dem Tlaib e Omar non andranno nei Territori "

Rashida Tlaib alla fine non andrà in Israele. Dopo un braccio di ferro durato un giorno e mezzo le autorità israeliane hanno infine concesso il visto alla parlamentare democratica americana Ma Tlaib ha deciso di non partire, per le "condizioni oppressive" imposte a suo dire dallo Stato ebraico. E' l'ultimo colpo di s cena in una vicenda che ha messo a dura prova i rapporti fra gli Stati Uniti e Israele. Tlaib, di origini palestinesi, aveva programmato una visita nei Territori assieme a Ilhan Omar, nata in S omalia e anche lei musulmana Sono due dei volti di spicco del nuovo corso del Partito democratico, che nelle legislative del 2018 ha visto emergere donne neppure 30enni, di idee radicali, come Alexandria Ocasio-Cortez. Tlaib e Omar hanno attaccato Donald Trump a testa hassa, soprattutto sulle politiche immigratorie. Ma anche sui rapporti con Israele. ïl presidente Usa ha temuto che volessero trasformare il loro tour nei Territori in una campagna contro di lui e contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu, suo stretto alleato. Fonti israeliane hanno fatto trapelare che le due deputate erano intenzionate anche ad andare sulla Spianata delle Moschee, il più conteso fra i luoghi sacri. Trump ha "consigliato" aNetanyahu, su Twitter, di impedire loro l'ingresso. II braccio di ferro per il visto Giovedì le autorità israeliane hanno fatto sapere che il visto era stato negato. Fra i motivi vene erano due in particolare: le deputate avevano chiesto di visitare la"Palestina", senza mai nominare Israele e senza chiedere di aver alcun incontro con esponenti israeliani, neanche dell'opposizione. Inoltre, le stesse deputate sostengono la campagna in favore dei boicottaggio di Israele. Tlaib però ha risposto su Twitter con un messaggio che includeva una foto della nonna, palestinese, vestita con l'abito tradizionale e un velo bianco. «Questa donna—ha scritto —è la mia sity (sitt, `nonna" in arabo) . Merita di vivere in pace e con dignità umana. Sono quello che sono grazie a lei. La decisione di Israele di impedire l'ingresso alla sua nipote, una parlamentare americana, è segno di debolezza, perché laverità su quanto sta accadendo ai palestinesi fa paura». Ieri mattina le autorità hanno comunicato che il visto era stato concesso a Tlaib, soltanto per `ragioni umanitarie" e per consentirle di visitare lanonna nel villaggio di Beit Ur al-Fouqa, vicino a Ramallah. Però ladeputata non ha accettato e nel pomeriggio su Twitter ha ribattuto di non volere più compiere quel viaggio: «Visitare mia nonna a queste condizioni oppressive non è quello che lei vorrebbe», ha scritto. Il braccio di ferro è destinato a continuare


La Repubblica-Thomas L. Friedman: " L'errore di Trump "

Lo riprendiamo, non tanto per le prevedibili accuse contro Trump -identiche a quelle contenute nel pezzo di Rampini- ma perchè Friedman esprime senza ombra di dubbio la posizione su Israele della stragrande maggioranza ( il 70% vota democratico) degli ebrei americani.
E' anche da questi che Israele deve difendersi se vuole continuare ad essere uno Stato indipendente e democratico. Sarebbe bastato un po' di sarcasmo nel respingere il visto di entrata - le due BDS- Dem avevano strombazzato che si recavano in "Palestina"- era sufficiente rilevare che l'aeroporto dove sarebbero atterrate era in Israele, quindi c'era un errore nella emissione dei biglietti, si informassero meglio in quale aeroporto palestinese intendevano fare scalo.
Avendo annunciato che il loro tour avrebbe incluso propaganda contro Israele- da brave iscritte al BDS-  era più che logico dedurre che essendoci una legge ben nota che vieta l'ingresso in Israele ai membri di quella organizzazione,  che il visto non l'avrebbero ottenuto. Ridicolo e anche ignobile il ricorso alla nonna 90enne, la congressista non aveva mai sentito prima il desiderio di vederla? Era sufficiente andare in Giordania e da lì prendere un taxi.
Che Trump abbia avvisato con un tweet Netanyahu che stavano per arrivare all'aeroporto di Tel Aviv, rientra nel normale rapporto tra due leader di paesi leali amici.
La versione di Friedman è quanto di più dannoso un ebreo possa scrivere. Naturalmente al riparo di quelle affermazioni pacifiste, messe in pericolo dai due 'cattivi' per antonomasia: Trump & Netanyahu.


Leggere per credere:


Lo voglio dire con la massima semplicità e chiarezza: se siete ebrei americani e pensate di votare per Donald Trump perché ritenete che sia filoisraeliano, siete pazzi da legare. Non fraintendetemi: Trump ha detto e fatto molte cose nell'interesse del Governo israeliano apprezzate dall'opinione pubblica israeliana. Negare questa cosa sarebbe negare l'ovvio. Ma c'è un'altra cosa che è ovvia: il modo (e le motivazioni) con cui Trump esprime il suo affetto verso Israele è guidato dal desiderio politico di accrescere le sue speranze di rielezione raffigurando il Partito repubblicano come filoisraeliano e il Partito democratico come antisraeliano. Il risultato è che Trump — con l'aiuto del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu — sta facendo qualcosa che nessun presidente americano e nessun primo ministro israeliano avevano mai fatto prima: stanno facendo del sostegno a Israele un tema divisivo nella politica americana. Poche cose sono più pericolose per gli interessi a lungo termine di Israele della prospettiva che il sostegno allo Stato ebraico diventi un argomento di polemica fra i partiti in America, il cui sostegno politico, militare ed economico è vitale per Israele. Come ha ammonito Dore Gold, l'esponente di destra ex ambasciatore di Israele alle Nazioni Unite e un tempo fra i consiglieri di Netanyahu, in una conversazione all'Hudson Institute il 27 novembre 2018: «Bisogna dialogare con i Democratici e dialogare con i Repubblicani, senza mai farsi sorprendere a interferire con il confronto politico interno agli Stati Uniti». La campagna di Trump per addossare al Partito democratico alcune delle opinioni anti-israeliane di poche deputate americane appena elette, e la sconsiderata disponibilità di Netanyahu ad accondiscendere alla richiesta di Trump vietando a due di loro, Ilhan Omar e Rashida Tlaib, di visitare Israele e la Cisgiordania, è parte di un processo che danneggerà gli interessi di Israele e il sostegno allo Stato ebraico in America. Netanyahu ha poi ammorbidito la sua posizione e ha concesso un visto alla Tlaib, che è di origini palestinesi, per una visita privata per ragioni "umanitarie", per vedere sua nonna, purché accettasse di non perorare la causa del boicottaggio di Israele durante il suo soggiorno. All'inizio la Tlaib aveva accettato, ma poi aveva deciso che a queste condizioni non intendeva venire. Scusate, ma da quando in qua la potente Israele, dove gli arabi israeliani, in Parlamento, dicono ogni sorta di cose, si spaventa per quello che potrebbero dire o vedere un paio di deputate statunitensi?. «Venite, andate dovevi pare! Abbiamo le nostre magagne e le nostre cose positive. Ci piacerebbe che vedeste entrambe. Ma se non lo farete, ce ne faremo una ragione. Abbiamo la pelle dura». Ormai è troppo tardi. Il danno di quello che si propongono Trump e Bibi — trasformare Israele in un elemento di divisione nella politica americana — è già fatto. Non lasciatevi ingannare: Netanyahu, attraverso le sue macchinazioni con i senatori repubblicani, può ottenere di parlare di fronte al Congresso degli Stati Uniti quando vuole. Ma oggi non potrebbe parlare in un grande campus universitario americano senza il dispiegamento della polizia: le proteste sarebbero enormi. E se ascoltate alcuni dei principali candidati democratici alla Casa Bianca, come Elizabeth Warren e Bernie Sanders, potete percepire quanto siano scontenti del comportamento del Governo israeliano e della sua occupazione della Cisgiordania. E non hanno più paura di dirlo. Come ha riferito il Jerusalem Post 1'11 luglio: «La senatrice Warren, la cui candidatura sembra in ascesa nelle ultime settimane, ha risposto si a due militanti ebrei antioccupazione che chiedevano il suo sostegno». Ma come si fa a criticarli? Trump sta equiparando l'intero Partito democratico all'odio per Israele, e il sostegno a Netnyahu — che guida il Governo di destra più radicale che Israele abbia mai avuto, che rischia l'incriminazione per tre accuse di corruzione e la cui priorità è farsi rieleggere per fare in modo che la Knesset invalidi le sentenze e lo tenga lontano dalle aule di tribunale — con l'amore per Israele. Quanti giovani americani sono disposti a bersi questa visione? Se Bibi vincerà, il suo piano è di far approvare una legge che interdica la sua incriminazione per corruzione, e poi, quando la Corte suprema boccerà la legge perché anticostituzionale, punta a far approvare alla Knesset un'altra legge che renda la Corte suprema asservita al suo Parlamento. Israele diventerà una repubblica delle banane ebraica. Se e quando questo succederà, ogni sinagoga, ogni campus Hillel, ogni istituzione ebraica, ogni amico di Israele dovrà chiedersi: come posso sostenere uno Stato ebraico del genere? È una cosa che spaccherà in due tutta la comunità filoisraeliana. Di nuovo: se Netanyahu dovesse rimanere al potere Israele si avvierà a diventare o uno Stato binazionale di arabi ed ebrei o uno Stato che priva un segmento ampio della sua popolazione del diritto di voto. Non fraintendetemi: sono contrario al movimento Bds (boicottaggio, disinvestimento, sanzioni), che le deputate Omar e Tlaib hanno sposato, perché vuole cancellare la possibilità di una soluzione a due Stati. E sono scontento della deputata Omar. Conosco bene il collegio in cui è stata eletta, in Minnesota, sono cresciuto a St. Louis Park. Omar rappresenta la più grande concentrazione di ebrei e musulmani in un collegio dell'alto Midwest. Era nella posizione perfetta per costruire un ponte fra ebrei e musulmani. Invece da quando è arrivata a Washington questo ponte non ha fatto altro che distruggerlo. Ma ogni volta che viene legittimamente criticata, i Democratici gridano all'islamofobia e la difendono. E inquietante quanto Trump. Io amo gli israeliani, i palestinesi e gli arabi, ma che Dio mi salvi da alcuni dei loro amici americani. Moltissimi vogliono sfruttare questo problema. In questo Trump non è solo: è semplicemente il peggio del peggio

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