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Riportiamo dal sito internet della STAMPA l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " Biden-Ryan, pareggio con scintille ". Dal sito internet del CORRIERE della SERA l'articolo di Massimo Gaggi dal titolo " Biden all'attacco, forse troppo. Ma «ai punti» vince Ryan ". A destra, Paul Ryan con Joe Biden INFORMAZIONE CORRETTA - Piera Prister : "Presidenziali 2012: Dibattito Biden-Ryan per la vicepresidenza"
ll dibattito Biden- Ryan di questa sera 11 ottobre 2012 a Danville Kentucky per la vicepresidenza degli Stati Uniti era molto atteso qui nel paese, dopo la schiacciante vittoria di Mitt Romney sul presidente Barack Obama della scorsa settimana nel primo dibattito presidenziale, vittoria che gli stessi avversari gli hanno riconosciuto. La STAMPA - Maurizio Molinari : "Biden-Ryan, pareggio con scintille "
E' stato un pareggio nel segno delle scintille il dibattito che per 90 minuti ha visto Joe Biden duellare con Paul Ryan al Centre College di Danville, Kentucky, facendo reciproco sfoggio di sostanza politica, battute efficaci e determinazione personale. E' questo il giudizio che emerge dai primi commenti e sondaggi sul match avvenuto al Centre College di Danville, in Kentucky. "Il vicepresidente Joe Biden ha condotto un attacco a tutto campo, straordinariamente aggressivo nei confronti del ticket Romney-Ryan, interrompendo spesso il rivale e ridendo causticamente di quanto diceva" osserva Axelander Burns di "The Politico", facendo capire che tale performance ha fatto dimenticare lo scivolone di Barack Obama sul podio di Denver. "Se gli americani volevano sapere come deve essere un vero dibattito lo hanno visto govedì notte" aggiunge Gerald Seib del "Wall Street Journal" parlando di uno scontro "potente e vivace che ha messo in risalto le differenze fra le parti". Per la tv Abc a sintetizzare l'offensiva di Biden è l'espressione "bunch of stuff" adoperata per liquidare come una "massa di stupidaggini" le affermazioni fatte dal rivale repubblicano durante quello che la Cbs descrive il dibattito dei "fuochi di artificio" per via delle sintille fra i contendenti. Opinionisti e analisti di entrambi i fronti concordano nell'affermare che Biden e Ryan hanno avuto entrambi momenti favorevoli e nessuno dei due esce nettamente sconfitto. "Biden ha vestito i panni dell'attaccante mentre Ryan ha difeso le posizioni dei repubblicani" riassume Michael O'Brien dagli schermi della Nbc. I primi sondaggi confermano l'assenza di un chiaro vincitore perché se per la tv Cbs il vicepresidente ha avuto il 50 per cento di favori contro il 31 di Ryan, la Cnn assegna invece il 48 per cento delle preferenze a Ryan contro il 44 a Biden. Anche se Karl Rove, ex guru di George W. Bush, è di tutt'altra opinione e affida a Twitter il suo commento: "Biden ha fatto la sua migliore imitazione di Al Gore 2000, scarpe da ginnastica, smorfie e gesti esagerati". E allora non bastò ai democratici per vincere la Casa Bianca. CORRIERE della SERA - Massimo Gaggi : " Biden all'attacco, forse troppo. Ma «ai punti» vince Ryan "
DANVILLE (Kentucky) – «Adesso» mi dice il politologo della Third Way” (il «pensatoio» della sinistra riformista) Bill Schneider, «Obama ha un bel problema: deve dimostrare di saper fare meglio del suo vice. E non sarà facile». Il dibattito Biden-Ryan è finito da poco e la nn dà i risultati del primo sondaggio a caldo: per gli spettatori ha vinto il candidato repubblicano, 48 per cento dei consensi contro il 44 per il vicepresidente. Ma in sala stampa quasi tutti scuotono la testa: forse la gente è stata infastidita dall’aggressività di Biden, dalle sue continue interruzioni. Sorrisi, risate, sarcasmo per bloccare in qualunque modo il vice di Romney. Ma non c’è dubbio che, alla fine, l’esperto Biden sia risultato più efficace. LA BATTAGLIA - Nella «spin room» dove gli strateghi dei due fronti analizzano la serata, il teatrino delle dichiarazioni è speculare rispetto a quello di una settimana fa: democratici trionfanti, mentre i repubblicani, più pacati, notano che Ryan ha detto cose giuste, vere, vincendo la battaglia sulla sostanza delle cose. Più o meno quello che Axelrod diceva del «suo» Obama dopo il dibattito di Denver. Sullo stile, l’efficacia retorica, i conservatori ammettono che Biden ha sfoderato una prestazione super, anche se poi lo accusano di aver passato il segno in vari momenti del dibattito. Una discussione accesissima che ha spaziato dalla Libia alla disoccupazione, passando per il nucleare iraniano, l’aborto e la sanità. Ben condotta dalla moderatrice, la giornalista della Abc, Martha Raddatz. Lei fin dall’inizio aveva avvertito il pubblico: «Sarà dura ma state tranquilli: ho lavorato all’estero in posti difficili, sono abituata a trovarmi in mezzo alle zone di guerra». Ha tenuto testa ai candidati facendo domande molto taglienti, riprendendoli quando aveva l’impressione che stessero eludendo il quesito, ma ha lasciato che i due si beccassero come due galli, soprattutto nella parte centrale del dibattito quando su alcuni temi di politica estera – Siria, Iran, Afghanstan – e sui problemi del lavoro della previdenza e della sanità, la battaglia dialettica è diventata una vera corrida. RISATE E SARCASMO - Un Biden molto determinato non ha dato tregua a Ryan. L’«uomo nuovo» della destra si aspettava di essere attaccato fin dal primo momento, ma trovare le contromisure giuste non era facile. Il vicepresidente rideva a crepapelle, interrompeva, definiva «un mucchio di sciocchezze» le affermazioni del deputato repubblicano sulla minaccia nucleare iraniana. Ryan ha cercato di replicare con i fatti, ha interrotto anche lui il suo interlocutore, ha ironizzato sulla tendenza di Biden a fare gaffe. Lo ha anche stuzzicato dicendo di capire il suo nervosismo: i democratici devono cercare di recuperare dopo il disastro di Obama, una settimana fa. Ma, insomma, meglio non interrompere troppo, per rispetto degli ascoltatori. Biden non lo è stato a sentire: ha continuato ad andare avanti come un rullo compressione e allora è stata la Raddatz a richiamarlo all’ordine: «Cos’è questa cosa del mucchio di sciocchezze? Spieghi in dettaglio». Biden ha sorriso incassando il rimprovero: «E’ un’espressione irlandese» se l’è cavata ridendo e Ryan non ha contrattaccato, forse per rispetto nei confronti di uno che è stato, per lui, un punto di riferimento in Congresso fin da quando sbarcò a Washington. ROTTA VERSO WASHINGTON - Al di là dei punti specifici del dibattito – l’ammissione di qualche errore sulla Libia da parte di Biden, la rivendicazione dei successi di politica estera, il duello sull’aborto – giovedì sera i democratici si sono detti certi di aver ritrovato la rotta che avevano smarrito: per recuperare terreno dovranno incalzare i repubblicani che parlano di tagli alle tasse e alla spesa (soprattutto quella sociale), con una riduzione del deficit di cinquemila miliardi in dieci anni, ma non dicono come ci vogliono arrivare. IN CAMPO OBAMA - È su questo che, per riscattare la figuraccia di Denver, si dovrebbe concentrare la battaglia del secondo dibattito presidenziale che verrà ospitato da un college di Long Island. Il team di Obama è convinto che sia quello del piano fiscale il fianco scoperto di Romney: «Il presidente non vede l’ora di confrontarsi di nuovo col candidato repubblicano, preparatevi», dice ai giornalisti alla fine del dibattito lo stratega del leader democratico, David Axelrod. Ma, imparata la lezione, il presidente riuscirà a «cambiare marcia»? Giovedì sera nell’arco di appena un minuto Biden è riuscito ad attaccare Romney su tre fronti: il salvataggio dell’industria dell’auto, il crollo del mercato immobiliare e il 47 per cento degli americani trattati da gente drogata di assistenzialismo. In una sola risposta, ha notato l’attore satirico Bill Maher, qui a Danville, in Kentucky, Biden è riuscito ad attaccare più di quanto non avesse fatto Obama a Denver nell’arco di 90 minuti. Per inviare la propria opinione a Stampa e Corriere della Sera, cliccare sulle e-mail sottostanti http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90 lettere@lastampa.it lettere@corriere.it |
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