|
| ||
|
||
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 08/06/2010, a pag. 16, l'articolo di Antonio Ferrari dal titolo " La nuova partita dei palestinesi passa da Ankara ", da STAFFETTA QUOTIDIANA, la breve dal titolo " Blue Stream 2, Turchia congela intesa con Israele ". Pubblichiamo l'analisi di Angelo Pezzana dal titolo " Una commissione d'inchiesta per Erdogan ". Ecco i due articoli: INFORMAZIONE CORRETTA - Angelo Pezzana : " Una commissione d'inchiesta per Erdogan "
Se il tentativo di forzare il blocco navale a Gaza da parte della nave irlandese è fallito, è difficile credere che ciò sia avvenuto grazie alla volontà "pacifica" dei suoi passeggeri. Molto più realisticamente, i fattori che hanno determinato quella scelta sono due. Il primo è stata la valutazione di quanto successo sulla nave turca, la possibilità che potesse ripetersi è stato il freno più convinvente. Il secondo è stata l'assenza fra la ventina di passeggeri della Corrie delle centinaia di aderenti alla Ong IHH turca, fra i quali molti erano i desiderosi di potersi immolare in quanto "martiri". E' tra gli appartenenti a quel gruppo che si sono registrate le vittime, i "pacifisti" della risma della Lano o dei Joe Fallisi se ne stavano al sicuro nelle loro cabine, mica scemi, pubblicità sì, quello era lo scopo, il martirio di sicuro no. Infatti premi nobel e ex ambasciatori rimbambiti sono scesi nel porto di Ashod in attesa di essere rimpatriati verso i paesi di origine. STAFFETTA QUOTIDIANA - " Blue Stream 2, Turchia congela intesa con Israele"
La Turchia ha deciso di sospendere tutti gli accordi con Israele nel settore idrico e in quello energetico, in seguito all'attacco di lunedì' alla Freedom Flottilla diretta a Gaza, in cui sono morti otto cittadini turchi e un americano di origine turca. Lo ha annunciato il ministro dell'Energia di Ankara, Taner Yildiz, citato dal sito del quotidiano Hurriyet. Il provvedimento, ha spiegato il ministro, riguarda solo la sfera pubblica e non intacca gli accordi tra aziende private dei due paesi. Tra i progetti che sicuramente saranno colpiti dal provvedimento c'è il ‘Manavgat Water Project', siglato nei mesi scorsi proprio da Yildiz, che prevedeva la consegna di 50 milioni di mc di acqua all'anno dalla Turchia a Israele. Inoltre Israele potrebbe essere escluso dal progetto per il gasdotto Blue Stream 2, che è previsto portare il gas russo, attraverso la Turchia, fino a Libano, Siria e Cipro. CORRIERE della SERA - Antonio Ferrari : " La nuova partita dei palestinesi passa da Ankara "
Nel mondo palestinese è diventato l'amico più credibile e fidato. Mai si erano utilizzate tante parole di ammirazione per un paese musulmano che il mondo arabo non ha mai amato. E la Turchia di Recep Tayyip Erdogan, che da quasi due anni è diventato la bandiera della riscossa musulmana nell'area: prima con la dura reazione all'operazione «Piombo fuso», condotta da Israele nella striscia di Gaza; poi con le accuse, dalla tribuna di Davos, al presidente dello stato ebraico Shimon Peres; e ora con la spedizione della flottiglia con 1o.ooo tonnellate di aiuti umanitari, conclusa nel sangue. dopo l'attacco dei commandos israeliani, in acque internazionali. Nove morti, nove turchi, o meglio otto turchi e un americano ma di origine turca. Erdogan, non solo nella Striscia ma in tutta la Palestina è considerato un eroe, e quindi non stupisce che il presidente dell'Autorità palestinese Abu Mazen abbia deciso di cominciare proprio da Ankara il viaggio che poi lo porterà a Washington da Barack Obama e, successivamente, a Madrid da Zapatero e a Parigi da Sarkozy. Ma è la visita in Turchia, sono gli incontri con il presidente Gul e appunto con il premier Erdogan a segnare una precisa svolta. Che non significa soltanto la richiesta del sostegno di Ankara, e non si limita come nel passato a - domandare una mediazione. La Turchia, oggi, avrebbe molte difficoltà.a mediare perché i suoi rapporti con Israele, suo partner (ex?) strategico, sono decisamente in crisi. La partita si spinge oltre, e tende a raccordare un'iniziativa musulmana con le pressioni internazionali per ottenere la rimozione del blocco e dell'embargo contro la striscia di Gaza, la riconciliazione tra le due grandi componenti palestinesi, cioè i laici del Fatah e i fondamentalisti di Hamas, e il rilancio del processo di pace, che l'inviato americano George Mitchell sta pazientemente tessendo. in una settimana sono cambiate molte cose. Israele è in una situazione di difficoltà e di isolamento, ha bisogno di un rilancio di immagine e anche di correggere la propria posizione, in particolare per recuperare credito coni paesi amici, a cominciare dagli Stati Uniti. Abu Mazen, che era fragilissimo, è come rinfrancato e nella battaglia politica per smantellare quella «prigione a cielo aperto» che è Gaza (per usare le parole della regina Rania di Giordania) ha trovato molti alleati. E ora anche gli arabi, da tempo sfiduciati e poco desiderosi di calarsi nel pantano del conflitto israelo-palestinese hanno deciso di scendere in campo. Il segretario generale della Lega araba, Amr Moussa, ha infatti annunciato una visita a Gaza, e quindi alla dirigenza di Hamas, preparando il terreno per ll passo successivo: il ritorno nella Striscia, con una proposta concreta di riconciliazione, dello stesso Abu Mazen, di rientro dalla sua delicata missione internazionale. Che sia il prologo di una svolta è tutto da vedere. Ma almeno è tornata la buona volontà. Non è poco. Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera e Staffetta Quotidiana, cliccare sull'e-mail sottostante http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90 lettere@corriere.it redazione@staffettaonline.it |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |