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Amici di Israele Rassegna Stampa
19.02.2007 Violenza: le ipocrite condanne della sinistra antisionista
un articolo di Davide Romano

Testata:Amici di Israele
Autore: Davide Romano
Titolo: «Br, quando le condanne di certa sinistra suonano un po' ipocrite»

Dal sito AMICI DI ISRAELE:

C'è davvero da stupirsi per la scoperta delle nuove Brigate Rosse (e delle
intercettazioni dei terroristi che si rammaricavano di non aver saputo in
tempo di un concerto della banda dell'esercito israeliano a Milano, al fine
di organizzare un'azione)? Non avevamo già ricevuto segnali dell'esistenza
di un brodo di coltura favorevole al fanatismo di una certa sinistra? Gli
indizi c'erano tutti, bastava raccoglierli. Soffermiamoci solo agli atti di
antisemitismo/antisionismo accaduti nella nostra città, tralasciando le
devastazioni subite da corso Buenos Aires undici mesi fa, gli slogan
"10,100,1000 Nassiriya" urlati il 25 aprile, le scritte antiamericane sui
muri della nostra città. Ecco una selezione di alcuni fatti avvenuti negli
ultimi anni, nella sola Milano.
25 Giugno 2002: il portavoce della comunità ebraica Yasha Reibman viene
aggredito durante il Gay Pride, solo perché aveva in mano una bandiera
israeliana.
26 gennaio 2003: nel giorno dedicato al ricordo della Shoah, vengono
distribuiti volantini che indicano gli israeliani come i nuovi nazisti.
11 giugno 2005: fischi e urla contro un punto di informazione turistica su
Israele in piazza San Babila, da parte di un gruppo di "anarco-animalisti.
19 luglio 2005: alla festa di Liberazione vengono esposte delle vignette
antisemite e circolano volantini dei giovani comunisti con una cartina della
Palestina che si estende su tutto il territorio israeliano.
25 aprile 2006: bruciate due bandiere israeliane e contestata la Brigata
Ebraica dagli autonomi.
18 novembre 2006: durante la manifestazione pacifista organizzata dal Tavolo
della Pace, un gruppo di estremisti sfila con un cartello recante la stella
ebraica a sei punte insanguinata, con un'immagine di Olmert in stile horror.
Altra scritta presente:" Chi è equivicino sta con lo Stato assassino!".
Da questa serie di eventi non viene fuori una Milano antisemita, sia chiaro.
Anzi, in ognuna delle occasioni sopra elencate le forze politiche della
nostra città hanno espresso una condanna unanime.
Intendiamoci: la critica allo stato israeliano è benvenuta, visto che di
errori ne ha compiuti e ne compierà ancora. Ma è la visione unilaterale
quella che spaventa. Quando si esaltano gli errori degli uni e si cancellano
quelli degli altri, è segno che la demonizzazione è già cominciata. (vedasi
anche le eccessive dichiarazioni fatte nel 2002 da  Susanna Camusso,
Segretario Generale della Cgil Lombardia: "Palestina: la comunità
internazionale si mobiliti per fermare il massacro". Una dichiarazione volta
ad esacerbare gli animi invece che a placarli, visto che parla di "massacro"
(?) da una parte, e non cita neppure il terrorismo contro cui l'esercito
israeliano combatte dall'altra). E quando alla demonizzazione si aggiunge la
rimozione dei fatti non coerenti con la propria ideologia (vedasi per
esempio l'inquietante censura delle parole del Presidente Napolitano -
operata dai  principali quotidiani comunisti - che esortava a combattere
"ogni rigurgito di antisemitismo anche quando esso si travesta da
antisionismo"), ecco che abbiamo le pre-condizioni necessarie a creare il
mostro da odiare e, nelle teste più calde, da abbattere. Questo tipo di
propaganda si applica a Israele tanto quanto agli USA o al professore
Ichino. E' questo il territorio inquinato da bonificare. Ed è qui che va
combattuta la battaglia per disarmare ideologicamente, prima che
fisicamente, gli intolleranti. Bertinotti ha compiuto un primo passo, anche
se non ancora sufficiente. Il resto della sinistra radicale, neppure quello.
Per questo certe condanne delle BR suonano un po' ipocrite.




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