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La Repubblica - Il Foglio Rassegna Stampa
23.08.2022 Taiwan: aumentata la spesa militare, ora l'Occidente non deve avere esitazioni
Analisi di Gianni Vernetti, Josep Borrell dice che la UE non deve difendere Taiwan

Testata:La Repubblica - Il Foglio
Autore: Gianni Vernetti
Titolo: «Al via le esercitazioni Nato in Australia, Taiwan aumenta la spesa militare - L’Ue si allontana da Taiwan»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi 23/08/2022, a pag.17, con il titolo "Al via le esercitazioni Nato in Australia, Taiwan aumenta la spesa militare" l'analisi di Gianni Vernetti; dal FOGLIO, a pag. 3, l'editoriale "L’Ue si allontana da Taiwan".

Ecco gli articoli:

Gianni Vernetti: "Al via le esercitazioni Nato in Australia, Taiwan aumenta la spesa militare"

27 November | Italy On This Day
Gianni Vernetti

Domani mattina il governo di Taiwan presenterà la legge di bilancio per il 2023 che includerà anche un ulteriore incremento delle spese militari (intorno al 4,2%) come prima risposta alla crescente tensione nello stretto con le forze armate di Pechino, le quali non mostrano alcuna intenzione di ridurre la pressione nei confronti della “Cina democratica”, creando un “new normal” di tensione permanente nello Stretto. Ma la vera novità nello scacchiere dell’Indo-Pacifico è rappresentata dall’annuncio odierno delle esercitazioni militari “Pitch Black” che prenderanno il via il 29 di agosto a Darwin, nei Territori del Nord dell’Australia e verranno realizzate nelle basi della Royal Australian Air Force di Amberley, Darwin e Tindal. Le esercitazioni coinvolgeranno per la prima volta le forze aeree di 6 paesi Nato (Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Francia, Germania e Olanda); quelle dei paesi del Quad, il dialogo quadrilaterale sulla sicurezza fra India, Giappone, Australia e Stati Uniti e le forze armate di cinque paesi dell’ASEAN, l’Associazione degli Stati del Sud-Est Asiatico (Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore, Thailandia). A questi si aggiungeranno anche la Corea del Sud, che oggi inizia sua volta delle esercitazioni bilaterali con gli Usa nel Mar Cinese orientarle, e gli Emirati Arabi Uniti. Il nuovo Concetto Strategico dell’Alleanza Atlantica approvato lo scorso giugno a Madrid prende corpo nella consapevolezza che le minacce alla sicurezza globale provenienti dall’area dell’Indo-Pacifico, investono l’alleanza stessa. Da qui la necessità di verificare l’interoperabilità fra le varie componenti militari, in questo caso dell’aviazione, di una serie di partner strategici fra l’Europa e l’Indo-Pacifico. I paesi che si riuniranno in Australia rappresentano una possibile coalizione globale in grado di affrontare le nuove sfide per la sicurezza proveniente da quella vasta area dell’Indo-Pacifico che si estende dal Golfo Persico al Mar del Giappone, nella quale la competizione strategica fra democrazie e autocrazie è ogni giorno più evidente. L’occupazione illegale da parte di Pechino di una vasta area del Mar Cinese Meridionale con la costruzione di basi militari negli atolli disabitati delle Spratly e Paracel islands ha già messo a rischio la libertà di navigazione dell’intero quadrante del Sud-Est asiatico e la rafforzata aggressività della Repubblica Popolare Cinese nei confronti di Taiwan è un fattore di instabilità per tutta la cosiddetta “prima catena di isole”, che si estende fra il Giappone , la stessa Taiwan e le Filippine. La minaccia nucleare della Corea del Nord unitamente alle forte tensioni con la Cina sull’Himalaya, rendono evidente l’esigenza di una crescente integrazione in meccanismi regionali di sicurezza sia della Corea del Sud che dell’India. E l’India stessa, per dimensioni e ruolo politico regionale, può rappresentare, per tutti i paesi dell’Alleanza, un solido pilastro su cui poggiare le proprie strategie di sicurezza dell’intero Oceano Indiano.

IL FOGLIO: "L’Ue si allontana da Taiwan"

EXCLUSIF. Josep Borrel, chef de la diplomatie de l'UE :
Josep Borrell

Intervenendo all’Università internazionale Menéndez Pelayo di Santander, in Spagna, all’evento “Quo Vadis Europa?” sul futuro dell’Europa, l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell, ha detto che né lui né la presidente della Commissione Ursula von der Leyen hanno in programma un viaggio a Taiwan. “La signora Pelosi ha il diritto di viaggiare dove vuole, naturalmente, ma una cosa è il suo diritto e altra cosa è il momento giusto”, ha detto Borrell, riferendosi al viaggio a Taiwan della speaker della Camera americana che il 2 agosto scorso ha provocato la reazione bellicosa della Cina, che rivendica Taiwan come proprio territorio. Ed è proprio questa rivendicazione, e le potenziali ritorsioni cinesi, che secondo il capo della diplomazia dell’Unione obbligherebbero a un atteggiamento più cauto con Pechino: “Tutto questo rende la nostra relazione con la Cina molto delicata, ed è per questo che abbiamo bisogno di evitare di dare alla Cina un pretesto per far aumentare le tensioni”. Poi ha detto che l’Ue è pronta a fare da “mediatrice” nella crisi dello Stretto di Taiwan, implicitamente dicendo che l’Europa non è con l’America e con i paesi pro democrazia, ma parte terza, indipendente. Dopo l’inizio della guerra d’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio scorso, sembrava che la diplomazia dell’Ue avesse finalmente ristabilito un principio irrinunciabile: non si fanno sconti ai paesi autoritari, non si cede con chi fa coercizione economica e bullismo contro il nostro sistema democratico. E invece ieri Borrell ha detto tutto il contrario. Durante gli incontri degli ultimi mesi (pochi, per la verità), i funzionari cinesi avrebbero assicurato Borrell che non armeranno la Russia, ed è l’ennesima magra consolazione, considerato che Pechino appoggia la guerra di Putin in molti altri modi, primo fra tutti quello ideologico. Le parole dell’Alto rappresentante di ieri sono un triste passo indietro per la diplomazia, e un segnale per i nostri alleati nel Pacifico.

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