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Il Mattino del Canton Ticino Rassegna Stampa
11.04.2022 Deborah Fait racconta Informazione Corretta
Intervistata da Mauro Botti

Testata:Il Mattino del Canton Ticino
Autore: Mauro Botti
Titolo: «Bisogna sciogliere l’ONU! Obama? Nemico d’Israele»
Riprendiamo dal MATTINO del CANTON TICINO l'intervista di Mauro Botti a Deborah Fait dal titolo "Bisogna sciogliere l’ONU! Obama? Nemico d’Israele".

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Deborah Fait

ONU contro Israele: una ossessione continua che si conferma ogno anno |  Focus On Israel

Intellettuale, giornalista, attivista. Questa è Deborah Fait,israeliana di origini italiane, che abbiamo contattato per sentire da chi vive sul posto qual è la situazione in Medio Oriente. Ma siamo andati anche oltre con la responsabile della testata web www.informazionecorretta. com, fondata nel 2001 da un gruppo indipendente che lavora nell’analisi e nell’informazione. Obiettivo del portale è quello di “…assicurare al pubblico un’informazione corretta su Israele, mondo arabo, terrorismo”.

Signora Fait, “Informazione corretta” nasce anche per contrastare la faziosità, se non addirittura l’antisionismo, nei confronti di Israele che caratterizza un’importante parte dei mass media europei. Ci può spiegare in poche parole la genesi di questa involuzione? Io non direi che ci sia stata un’involuzione. Mi occupo di Israele da quando ho quindici anni. Dopo la guerra del 1967, i media europei hanno avuto il dente avvelenato perché Israele ha vinto quella guerra. In sei giorni lo Stato ebraico è riuscito a riprendersi tutti i territori occupati indebitamente, dopo la guerra del 1948, dalla Giordania (la Giudea e Samaria, parte di Gerusalemme...). Riprendendosi i territori e Gerusalemme, apriti cielo: da quel momento ho letto articoli, anche de L’Unità (giornale apertamente di sinistra, ndr.), dove erano tutti terrorizzati: “Aiuto stanno distruggendo Israele”. Finita la guerra, tutto l’andazzo è cambiato. Da alcuni è stato dato avvio ad un odio feroce.

In uno dei suoi recenti commenti ha nuovamente sottolineato gli interventiunilaterali degli organismi sovranazionali e di molte ONG. In effetti, l’assemblea generale dell’ONU, nel 2021, su circa 20 risoluzioni, ne ha approvate ben 14 contro Israele, mentre per gli altri 192 paesi del mondo sono state espresse solo 4 risoluzioni di condanna (una ciascuna per la Corea del Nord, per l’Iran, per il Myanmar e per l’attività russa in Crimea). Cosa si deve fare per cambiare questo trend? Bisognerebbe sciogliere l’ONU! Io sono un po’ polemica (sorride, ndr). È un’organizzazione che non serve a nulla, lo stiamo vedendo anche adesso, in questi giorni, con la guerra in Ucraina. L’ONU non sta facendo niente. È un carrozzone inutile, dove sono presenti oltre il 70% di dittature arabe o islamiche. Quindi hanno tutti i diritti. In certe organizzazioni dell’ONU, la Russia e la Cina hanno diritto di veto. Anche se vengono condannate, loro non firmano e di conseguenza le sanzioni non passano. Un po’ come fanno gli Stati Uniti d’America quando ci sono tutte le condanne contro Israele: sono gli unici che non firmano. Perciò, il problema sta nel “contenitore” ONU e di tutti i suoi Stati membri, perché non era nato per gli scopi che stiamo appurando in questi ultimi anni. Era nato per difendere i paesi e le democrazie del mondo, ora come ora la stessa ONU è invece diventata una dittatura.

Gli accordi di Abramo, siglati nel 2020 da Israele con alcuni paesi del Golfo e fortemente voluti dall’ex presidente statunitense Donald Trump, hanno fatto segnare un ulteriore passo importante verso la normalizzazione delle relazioni con i paesi arabi. Questo processo è destinato a continuare anche con il presidente Biden che, a differenza di Trump, mostra invece maggior apertura su possibili accordi sul nucleare con l’Iran, principale nemico di Israele? Gli accordi di Abramo che hanno siglato Netanyahu e Trump sono stati una grande fortuna sia per loro che per noi. Abbiamo degli ottimi rapporti: scambi commerciali, scambi culturali, scambi turistici... tanti israeliani invece di passare le vacanze in Europa passano il loro tempo libero, per esempio, ad Abu Dhabi. È quasi più sicuro, per un ebreo, andare in un Paese arabo che andare a Parigi o a Roma, per fare un esempio. Basti pensare al ragazzo ebreo che, l’altro giorno in Francia, è morto dopo essere stato bastonato a sangue. Il problema di Biden, a parte la sua età, è che è stato il vice di Obama. Uno dei peggiori presidenti degli Stati Uniti, per Israele, è stato proprio Barack Obama: sempre nemico di Israele, ha tentato persino di umiliare il Primo ministro quando è stato a Washington, facendogli fare anticamera per un tempo lunghissimo, assurdo... per ore. Cose mai viste. Biden continua la politica del predecessore di Trump. Adesso che si è messo a fare accordi con l’Iran il pericolo nucleare è maggiore.

L’ottima gestione della pandemia da Covid da parte delle autorità israeliane è stata osservata con particolare attenzione anche all’estero. I risultati conseguiti sono frutto principalmente di un tempestivo utilizzo di massa dei vaccini, di una ricerca scientifica all’avanguardia e di un’organizzazione efficiente e capillare a più livelli... cosa dire di questo? L’organizzazione è stata favolosa. Il tutto è partitosubito, dall’inizio della pandemia, quando in Europa ci si stava ancora guardando in faccia per capire cosa fare: quale vaccinoprendere, si fa o non si fa... un po’ di tempo “perso”. Netanyahu, invece, ha telefonato ai vertici della Pfizer e ha chiesto di inviare dosi per tutta la popolazione israeliana a qualsiasi prezzo. Così è stato fatto, anche pagando le dosi il doppio di quello che, per esempio, ha pagato l’Europa. Però abbiamo cominciato a vaccinarci a dicembre di due anni e mezzo fa. Mesi prima degli altri. Io, per esempio, ho già fatto la quarta dose un paio di mesi fa. Il virus c’è ancora, ma non è più spaventoso come all’inizio con decorsi molto gravi e debilitanti.

Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad una recrudescenza di violenza da parte di terroristi arabi che sarebbero legati anche all’Isis. Dove si sta andando e quali sono le prospettive, a medio termine, sulla delicatissima questione palestinese che, visti anche i tempi e gli accordi citati, sembra non più essere al centro dell’interesse generale? Il problema che c’è da moltissimi anni è che quando c’era ancora Netanyahu e ci si sedeva attorno a un tavolo per creare un dialogo, nessuno veniva. Non si può parlare da soli o contro un muro. Quindi, tutto è fermo da anni. Gli accordi di Abramo hanno dato poi ad Abu Mazen il colpo di grazia, perché mai si sarebbe aspettato che Israele avrebbe fatto accordi di “amicizia” con quei paesi arabi. Perciò il problema palestinese, secondo me, è destinato a incancrenirsi ancora di più, proprio perché non c’è una volontà di dialogo dall’altra parte. Israele ha ceduto territori, pur difare la pace. Abbiamo l’esempio di Gaza. Anziché creare lì il loro Stato insieme a Ramallah hanno iniziato a fare terrorismo: hanno distrutto tutte le attrezzature che Israele aveva lasciato, le serre nelle quali venivano coltivate le verdure e la frutta per l’esportazione in tutto il mondo. Sapete cos’hanno messo? Le postazioni missilistiche per spararci addosso. Purtroppo è così.

Nella guerra in Ucraina, Israele, che ha condannato l’aggressione, ma non ha adottato sanzioni particolari, è stato indicato nelle scorse settimane come possibile mediatore fra le parti. Gli interessi in gioco per Gerusalemme sono diversi e fra gli attuali cittadini israeliani più di un milione sono di origine russa e ucraina, ma questa ipotesi ha davvero senso alla luce di quanto sta avvenendo? La mediazione sta avvenendo, ma Israele non mette le fanfare ogni volta che fa qualcosa. Tutto viene fatto in maniera, per così dire, silenziosa. Però è vero come dice lei: Israele è uno dei mediatori più importanti. Per questo motivo anche Zelensky dice sempre che vuole fare un incontro a Gerusalemme con i russi. Israele non pubblicizza quello che fa, anche perché abbiamo la Siria qui vicino. In Siria chi c’è? Gli hezbollah iraniani, che hanno migliaia di missili puntati su Tel Aviv. Israele ogni tanto riesce, tramite azioni velocissime, a distruggere alcune postazioni missilistiche. Questo lo può fare solo perché Putin guarda dall’altra parte. Con il silenzioso permesso russo, Israele può ogni tanto distruggere i covi degli hezbollah. Chiaramente, detto questo, tutta Israele sta con l’Ucraina, siamo dalla parte dell’aggredito non dell’aggressore, però ci sono vari problemi geopolitici nel mezzo. Non ci si può esporre apertamente: sia per i nostri vicini, che sono un pericolo quotidiano, che per quel milione di russi (e oltre 500'000 ucraini) che vivono in Israele. In Russia dicono che Israele è un Paese russofono (sorride, ndr.).



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