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La Repubblica - Il Foglio - Il Riformista Rassegna Stampa
01.04.2021 Caso Gratteri: antisemitismo intollerabile
Francesco Merlo risponde a un lettore, commenti di Riccardo Pacifici, Iuri Maria Prado

Testata:La Repubblica - Il Foglio - Il Riformista
Autore: Francesco Merlo - Riccardo Pacifici - Iuri Maria Prado
Titolo: «Quel libro antisemita ora merita l’attenzione del Csm - Il libro sposato da Gratteri è un'istigazione all'odio razziale e religioso - Che Stato è, se tollera l'antisemitismo?»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 01/04/2021, a pag. 27 la risposta di Francesco Merlo a un lettore dal titolo "Quel libro antisemita ora merita l’attenzione del Csm"; dal FOGLIO, a pag. 2, con il titolo "Il libro sposato da Gratteri è un'istigazione all'odio razziale e religioso", il commento di Riccardo Pacifici; dal RIFORMISTA, a pag. 9, con il titolo "Che Stato è, se tollera l'antisemitismo?", il commento di Iuri Maria Prado.

Nicola Gratteri

Ecco gli articoli:

LA REPUBBLICA - Francesco Merlo: "Quel libro antisemita ora merita l’attenzione del Csm"

Rai, Francesco Merlo da Repubblica a vice di Verdelli - Affaritaliani.it
Francesco Merlo

Caro Merlo, temo che nemmeno lei abbia letto “Strage di Stato”, ma si sia limitato a una sbirciatina concentrandosi sulla sciagurata prefazione del procuratore Gratteri. Sicuramente sa che Bacco, autore con Giorgianni (un altro magistrato!), è stato candidato di Casapound, ma non sa che il libraccio, oltre che uno sproloquio no vax, rilancia la peggiore sottocultura antisemita. Attribuisce agli ebrei “una strategia del terrore” attraverso “le lobby economiche e farmaceutiche che sono tutte in mano loro”. Ancora: “Vogliamo dire chi comanda nel mondo? Comandano gli ebrei!”. E gli ebrei sarebbero i responsabili di un complotto di banche e colossi industriali, di Bill Gates, Soros e Rockefeller, chiamato Covid 19. L’imputazione al prefatore laudatore (il nome Nicola Gratteri è strillato in copertina) del libello antiebraico non sarebbe dunque «concorso esterno in pataccheria» come lei ha benevolmente immaginato, ma semmai concorso esterno in antisemitismo. Per un famoso pm anticamorra che aspira a fare il procuratore capo a Milano la differenza non è poco.

Antonio Calvesi — Milano

Ha ragione, non basta dire con Emilio Cecchi: “Non l’ho letto ma non mi piace”. Qualcuno ora deve leggerlo e giudicarlo: i colleghi di Gratteri, il Csm, il capo dello Stato. Mi torna in mente la maschera arguta e lepida di Scajola che non negava di avere le mani nel sacco, ma diceva di non essersene accorto: colpevole «a mia insaputa» e dunque innocente. Scajola inaugurò così l’intelligenza del farsi fesso per farci fessi. È una categoria inapplicabile a Gratteri, l’arcigno pm di ferro, il magistrato anticamorra e antimafia. Ma l’Antimafia non merita il danno che le sta procurando questo scandalo che dobbiamo, è bene ricordarlo, a un cronista che invece legge tutto: Luciano Capone del Foglio.

IL FOGLIO - Riccardo Pacifici: "Il libro sposato da Gratteri è un'istigazione all'odio razziale e religioso"

RICCARDO PACIFICI - Il Messaggero
Riccardo Pacifici

Il pericolo delle fake news e degli hater nelle Rete sono temi di cui, grazie all'aiuto della magistratura e delle forze dell'ordine tutte, in particolare la polizia Postale, possiamo rivendicare con orgoglio di aver raggiunto come italiani risultati di tutto rispetto. Abbiamo ottenuto sentenze e condanne tali da potermi permettere di spiegare nei contesti dell'ebraismo europeo ed internazionale il sostegno delle nostre Istituzioni. Le persone che abbiamo portato a processo, cosi come le loro organizzazioni criminali, avevano profili di soggetti psicopatici; "leoni da tastiera" convinti di godere di una sorta di immunità e anonimato; organizzazioni di ogni stampo politico, di cui i più attivi non potevano mancare a sinistra i nemici del democratico Stato d'Israele e a destra i negazionisti della Shoah e gli antisemiti con le loro tesi sul Complottiamo ebraico. Mai avremmo potuto immaginare e in maniera così manifesta che fra questi soggetti ci potessero esser uomini del mondo medico, che insieme a un magistrato hanno redatto un libro "Strage di Stato - Le verità nascoste della Covid 19" basato su tesi "complottiste" in cui si citano cognomi ebraici poi evidenziati con farneticanti interviste via radio in cui uno dei due autori del libro sotto accusa, il "medico" tra l'altro dice: "Vogliamo dire chi comanda nel mondo? comandano gli ebrei! Sta tutto nelle loro mani! Tutte le Lobby Economiche e Farmaceutiche. Hanno tutto in mano loro.... La grande finanza". Mentre il suo coautore magistrato nel libro sostiene tesi su un complotto Globale. Ad aggravare queste tesi farneticanti, tra le diverse espresse nel loro inadeguato libro, vi è una prestigiosa "Prefazione" a cura di un altro magistrato, servitore dello stato, Nicola Gratteri, che nella condivisibile analisi, per cui la malavita organizzata possa approfittare della pandemia per allungare i tentacoli nella gestione dell'emergenza traendo grossi profitti, si avventura nella seconda parte della sua appassionata arringa nel avvalorare le tesi complottiate dei due autori, senza avere nulla da ridire sui passaggi sopracitati e senza mai aver preso in questi giorni le distanze da tali interviste. Voglio pensare che lui il libro, come a volte succede, non lo abbia mai letto!! Una vera e propria "certificazione" di verità, proprio per l'autorevolezza del personaggio. Le difese di questi giorni su diverse testate giornalistiche farebbero sorridere uno spettatore distratto. Peccato che invece parliamo di cose serie attraverso le quali si sono alimentati sotto gli Zar i peggiori Pogrom e sotto il nazifascismo i forni di Birkenau. Tesi che, a mio modesto avviso (non sono un avvocato), impongono la verifica se non vi siano estremi per una denuncia querela per violazione della Legge Mancino, per istigazione ad odio razziale e religioso. Ancor più che gli autori, non sono né psicopatici né leoni da tastiera ed essendo uomini di Giustizia e di Medicina è per loro un aggravante. Non possiamo rimane silenti ed indifferenti e non vorrei che in questo "teatrino" come sempre le Istituzioni del mondo ebraico si trovino costrette a fare i loro passi in solitudine e gli "altri" a fare tutti da "spettatori" per vedere sul palcoscenico i soliti "ebrei rompiscatole" ed i loro "nemici di turno". Un "teatrino" insopportabile che esige una presa di posizione delle più alte cariche dello Stato, in primis il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in quanto presiede il CSM ed il Ministro della Giustizia, Marta Cartabia. Vorrei concludere questa mia riflessione con un omaggio sincero a tutti coloro che da più di un anno lottano al limite delle forze ed esausti nelle corsie degli Ospedali. Personale Medico, paraMedico ed Ausiliare. Tra loro anche molti volontari. Ho sentito storie incredibili di eroismo puro ed amore. Purtroppo, come è noto, pur consapevoli del pericolo, hanno abbracciato la morte per salvare vite umane. Leggere ed ascoltare la tesi che nel bollettino dei morti vi sono in sostanza e di fatto solo anziani già con compromesse e precarie condizioni di salute, mi inorridisce e mi spaventa. Tra i tanti lutti di amici vicini e lontani, ripenso al fatto che proprio un anno fa abbiamo sepolto in solitudine una ragazza di 40 anni. Alexia P. z.l. Il padre era in terapia intensiva al Policlinico e la madre con il Covid a Casa. Alexia era ebrea ed è morta di Covid in meno di un mese. In quella settimana avrebbe dovuto sposarsi ed avevo avuto il privilegio di prenotare il suo matrimonio nella Sinagoga Maggiore di Roma. Godeva di ottima salute. Non è un semplice dettaglio, ma semplicemente un dato di fatto e mi auguro che coloro che sanno di aver mentito con quelle tesi vengano sepolti dall'indifferenza, non prima di aver spiegato a chi di dovere perché tanto odio gratuito. Stavolta non saremo soli.

IL RIFORMISTA - Iuri Maria Prado: "Che Stato è, se tollera l'antisemitismo?"

A questo punto il problema non è più soltanto Gratteri, né è più soltanto un problema di Gratteri. A questo punto il problema è chi, e di chi, lo lascia pendente. Qui si tratta di capire se è anche solo vagamente tollerabile che un funzionario pubblico non solo di altissimo rango formale, ma anche parecchio celebrato nella sostanza della vicenda italiana, e dotato del potere temibilissimo di infierire sui più delicati beni delle persone, possa abbandonarsi, senza ripudiarle e senza patirne conseguenza alcuna, a iniziative di pubblico consorzio con i responsabili di propaganda di stampo neonazista. Si tratta di capire se è anche solo remotamente ammissibile che la comunità civile, coloro che hanno voce e peso presso l'opinione pubblica, le rappresentanze delle formazioni istituzionali e di potere, a cominciare dalla magistratura, possano ancora assistere allo scempio della propria inerzia nel reclamare l'immediato e incondizionato allontanamento di questo personaggio dalle funzioni la cui credibilità egli ha in tal modo pregiudicato. La Repubblica non pub ammettere, non pub consentire, non pub tollerare che nemmeno un cittadino, nemmeno uno e per nessuna ragione, possa essere sottoposto alle cure di giustizia di un magistrato che senza allegare una qualsiasi giustificazione, semmai ne esistesse una, offre la propria prefazione a un libro non solo ripieno di rivoltanti contraffazioni, ma scritto da chi ripropone e diffonde i motivi della più oscena cultura genocidiaria: quella contro cui (così si dice) si è impiantato e ha ragione di essere difeso il nostro ordinamento civile e costituzionale. Se chi ha potere nei giornali e nelle televisioni, nei luoghi della produzione culturale, presso le cosiddette forze sociali e tra gli eminenti dell'intelligenza militante, e tra coloro che chiedono il voto per scrivere le leggi che comandano la vita dei cittadini, e tra quelli che stendono sentenze in nome del popolo italiano, se insomma chi "pub" non si incarica, come non sta incaricandosi, di fare ciò che deve essere fatto, cioè di liberarsi dalla propria noncuranza, allora significa che questo nostro Paese ha appunto un problema molto più grave rispetto a quel che fa un suo magistrato. Al tempo delle leggi razziali il problema non stava solo in quella legislazione: stava negli italiani che giravano la testa dall'altra parte. E questa volta non dico: peggio per chi non lo capisce. Dico: sia maledetto chi non lo capisce.

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