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Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 13/08/2020, a pag.9, con il titolo "Raid contro palloncini incendiari, tensione a Gaza" il pezzo di Chiara Cruciati; dall' OSSERVATORE ROMANO, a pag. 2, il redazionale "Raid israeliani a Gaza". I titoli di Manifesto e OR sono quasi identici. Entrambi infatti citano i presunti "raid" israeliani e così disinformano, come di consueto, contro lo Stato ebraico. Il pezzo di Chiara Cruciati gronda odio nei confronti di Israele, ma il quotidiano vaticano non è da meno. Ecco gli articoli: Il Manifesto - Chiara Cruciati: "Raid contro palloncini incendiari, tensione a Gaza"
NESSUNA VITTIMA neanche sul lato palestinese, gli ultimi bombardamenti hanno colpito aree agricole, sempre meno accessibili ai contadini gazawi. È da qui, secondo Israele, che partono palloncini e aquiloni, "arma" comparsa nei mesi della Marcia del Ritorno, tra il 2018 e il 2019. Da ieri Israele dispiega una sorta di Iron Dome: si chiama Light Blade e usa tecnologie laser per intercettare in un raggio di due km e poi spegnere i fuochi volanti, primo strumento simile al mondo, creato da ingegneri della Ben Gurion University e testati sul terreno (come accade per le armi impiegate nelle offensive contro Gaza). Nei giorni scorsi si è palesata anche Hamas con razzi lanciati in mare. Una fonte del movimento con l'Afp li ha definiti "un messaggio" a Israele riguardo gli aiuti per Gaza, ridotta allo stremo: «Dicevano che c'erano degli accordi su progetti nel campo delle infrastrutture e sul piano umanitario, ma è tutto fermo». Il riferimento è all'intesa a tre con il Qatar, in cima alla lista dei sostenitori di Hamas: Tel Aviv aveva dato luce verde a marzo all'arrivo di 150 milioni di dollari (con pagamenti mensili) per l'elettricità, il versamento di stipendi pubblici e sussidi alle famiglie più povere in cambio della fine di proteste e palloncini.
I PAGAMENTI SCADONO a settembre e il Qatar ha già minacciato di tagliarli, come forma di protesta verso il piano di annessione israeliano del 30% di Cisgiordania occupata. La risposta israeliana alle pressioni di Hamas per allungare di altri sei mesi il flusso di aiuti (fondamentali in piena epidemia Covid-19 e con nuovi picchi di disoccupazione) non è arrivata solo dal cielo: martedì è stato chiuso il valico di Kerem Shalom, l'unico tra Israele e la Striscia dedicato all'ingresso di merci. Passano cibo e carburante ma niente di più, tanto da spingere l'Egitto di al-Sisi (acerrimo nemico dei Fratelli musulmani, che lavora da anni alla distruzione dei tunnel e il totale isolamento dell'enclave) ad aprire il valico di Rafah per tre giorni. Era chiuso da aprile. Palliativi per un'emergenza cronica. Meno di un mese fa lo special rapporteur Onu sulla Palestina, Michael Lynk, denunciava l'assedio come «politica di punizione collettiva».
L'OSSERVATORE ROMANO: "Raid israeliani a Gaza" Per inviare la propria opinione, telefonare: redazione@ilmanifesto.it ornet@ossrom.va |
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