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La Stampa - Libero Rassegna Stampa
29.01.2020 Ecco il piano di Donald Trump
Cronaca di Paolo Mastrolilli, commento di Daniel Mosseri

Testata:La Stampa - Libero
Autore: Paolo Mastrolilli - Daniel Mosseri
Titolo: «Trump: i palestinesi avranno il loro Stato, Gerusalemme indivisa capitale d'Israele - Il piano di pace per la Palestina: dagli Usa 50 miliardi di aiuti»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 29/01/2020, a pag.8, con il titolo "Trump: i palestinesi avranno il loro Stato, Gerusalemme indivisa capitale d'Israele", la cronaca di Paolo Mastrolilli; da LIBERO, a pag. 13, con il titolo "Il piano di pace per la Palestina: dagli Usa 50 miliardi di aiuti", il commento di Daniel Mosseri.

A destra: Benjamin Netanyahu, Donald Trump

Ecco gli articoli:

LA STAMPA - Paolo Mastrolilli: "Trump: i palestinesi avranno il loro Stato, Gerusalemme indivisa capitale d'Israele"

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Paolo Mastrolilli

Israele conserva tutti gli insediamenti, Gerusalemme come capitale indivisa, e il controllo della sicurezza nella regione. I palestinesi potranno costituire uno Stato sulle aree che già possiedono, più compensazioni che raddoppieranno il loro territorio complessivo, con la capitale a Gerusalemme Est. Sono le linee generali del piano di pace per il Medio Oriente che Trump ha presentato ieri alla Casa Bianca, insieme al premier israeliano Netanyahu. Il presidente lo ha definito «un'opportunità per entrambi, che consente a tutti di vincere», ma il leader di Ramallah Abu Mazen lo ha subito bocciato.
In base al documento di 80 pagine, Israele conserverà tutti gli elementi fondamentali a cui teneva. Gli insediamenti costruiti nel corso degli anni in Cisgiordania diventeranno parte del suo territorio, e Gerusalemme resterà la capitale indivisa. Nessun luogo sacro cambierà gestione, e nessuno dovrà abbandonare la casa dove vive. Lo Stato ebraico però dovrà fare alcune concessioni territoriali, in particolare nell'area meridionale al confine con l'Egitto, che secondo la mappa disegnata dagli americani raddoppierà la zona sotto il controllo dei palestinesi. Inoltre si impegnerà a congelare i progetti di nuovi insediamenti per i prossimi quattro anni, allo scopo di non compromettere la possibilità di trovare un'intesa creando ulteriori conflitti sul terreno. 
I palestinesi non avranno un esercito, ma potranno costituire una forza di polizia. Per ottenere la sovranità dovranno rispettare alcune condizioni, come la rinuncia all'uso della violenza, la denuncia di gruppi come Hamas e la Jihad, e il rispetto dei diritti umani. L'applicazione di queste condizioni verrà verificata progressivamente nel corso dei prossimi quattro anni, e la possibilità di ottenere davvero uno Stato dipenderà dalla loro attuazione. Gerusalemme Est potrà diventare la capitale dello stato palestinese, dove gli Usa apriranno un'ambasciata. I territori della nuova nazione saranno tutti collegati con strade, ponti o tunnel, anche se non saranno geograficamente contigui. L'accesso alla spianata dei templi e alla moschea di al Aqsa sarà garantito a tutti i fedeli, e resterà sotto la gestione giordana. 
Sul piano economico, i palestinesi riceveranno aiuti per 50 miliardi di dollari, che secondo Trump rilanceranno la loro economia, dimezzando la povertà, raddoppiando o triplicando il prodotto interno lordo, e creando un milione di posti di lavoro. Rivolgendosi direttamente ad Abu Mazen, finora escluso dalla trattativa, Trump ha lanciato un appello: «Se accetterete questa opportunità gli Stati Uniti, e molti altri Paesi, saranno al vostro fianco per aiutarvi».
Tanto il premier Netanyahu (che oggi a Mosca per discutere del piano con Putin), quanto il suo sfidante alle elezioni del 2 marzo Benny Gantz, si sono impegnati ad attuare il piano, anche se il leader del Partito Blu e Bianco non ha partecipato alla cerimonia e ha evitato di farsi vedere insieme al suo rivale. 
I palestinesi non erano presenti, ma la speranza degli Usa è che accettino il testo come base negoziale, spinti anche dall'Arabia e dagli altri paesi sunniti. Secondo il documento avranno quattro anni di tempo per considerare la proposta, riprendere la trattativa con Israele, e definire i dettagli del loro stato.

LIBERO - Daniel Mosseri: "Il piano di pace per la Palestina: dagli Usa 50 miliardi di aiuti"

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Daniel Mosseri

E’ stato a lungo indicato come l'accordo del secolo ma il suo ideatore, il presidente degli Usa Donald Trump, lo ha chiamato "my vision". Una visione per la pace fra israeliani e palestinesi presentata in conferenza stampa a fianco del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Trump ha sciolto subito i dubbi dei presenti: «Si tratta di una soluzione basata sul principio due popoli-due stati». «I palestinesi - ha premesso il capo della Casa Bianca - sono rimasti intrappolati in un circolo di povertà e violenza sfruttato chi fomenta l'estremismo». II piano, ha poi aggiunto, prevede la continuità territoriale dello stato palestinese «che nascerà quando le condizioni da noi richieste saranno rispettate». Fra queste Trump ha elencato il taglio dei ponti con il terrorismo islamico e la fine della politica dell'Autorità palestinese che incita all'odio contro i cittadini israeliani. Israele esce più forte nella visione di Trump che gli ha riconosciuto la sovranità sulla Valle del Giordano, l'annessione di una serie di insediamenti in Giudea e Samaria e di «altre località». Nella visione è compresa anche la demilitarizzazione di Gaza e il mantenimento della sovranità israeliana sull'intera città di Gerusalemme - anche se poi Trump ha promesso l'apertura di un'ambasciata Usa presso il nuovo stato palestinese «a Gerusalemme est», più probabilmente in un sobborgo orientale della città santa «Per Israele ho già fatto molto», ha detto ancora Trump, ricordando i principali passaggi della sua politica estera mediorientale, «e non sarebbe giusto se non facessi molto per i palestinesi». Così il presidente ha annunciato un «massiccio piano di investimenti da 50 miliardi di dollari» che permetterà la creazione di un milione di posti di lavoro, il dimezzamento della povertà fra i palestinesi, mentre il Pil «raddoppierà e triplicherà». «Se loro accetteranno questa visione - ha scandito Trump rivolto al presidente palestinese Mahmou Abbas - noi li aiuteremo passo dopo passo». Mentre Netanyahu ha salutato in Trump «il migliore amico mai avuto da Israele», il pubblico ha applaudito gli ambasciatori di Oman, Emirati Arabi Uniti e Bahrein, unica presenza araba alla presentazione del piano.

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