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Il Giornale - Nazione/Carlino/Giorno Rassegna Stampa
22.11.2019 Antisemitismo: una minaccia dai molti volti e sempre incombente
Commenti di Daniel Mosseri, Roberto Giardina

Testata:Il Giornale - Nazione/Carlino/Giorno
Autore: Daniel Mosseri - Roberto Giardina
Titolo: «Sorpresa: in Italia crolla l'antisemitismo - Quella piaga mai davvero debellata»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 22/11/2019, a pag. 10, con il titolo "Sorpresa: in Italia crolla l'antisemitismo", il commento di Daniel Mosseri; NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNO a pag.8, con il titolo "Quella piaga mai davvero debellata" il commento di Roberto Giardina.

Ecco gli articoli:

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IL GIORNALE - Daniel Mosseri: "Sorpresa: in Italia crolla l'antisemitismo"

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Daniel Mosseri

Berlino La regione del mondo peggiore per gli ebrei? Il Medio Oriente e l'Africa settentrionale. Qua la grande maggioranza della popolazione (il 74%) nutre sentimenti di ostilità per il popolo d'Israele. Seguono a distanza l'Europa centro-orientale, una regione in cui gli antisemiti sono il 34% (e il dato è in crescita) e poi quella occidentale con il 24%. Fanno meglio l'Asia (22%) e le Americhe (19%). Lo si legge nell'ultimo rapporto diffuso dalla p, organizzazione newyorchese dedita alla lotta contro l'odio antisemita e il pregiudizio in genere. ADL ha stilato una poco onorevole classifica dell'odio antiebraico, la cui lettura dà subito il senso di un fenomeno estremamente mutevole nelle sue manifestazioni. Fra i 18 paesi scelti da ADL per la propria indagine condotta su un campione globale di 9 mila persone primeggia la Polonia: qua il sentimento antiebraico è condiviso dal 48% dei cittadini, seconfo ADL, mentre per quasi tutti gli intervistati «gli ebrei parlano troppo di cosa è successo loro durante l'Olocausto». Una risposta che non sorprende in un paese il cui governo si è impegnato in una battaglia culturale tesa a dimostrare che i polacchi hanno subito lo sterminio degli ebrei imposto dai nazisti tedeschi, con tanti saluti alla memoria dei pogrom e delle stragi come quella di Kielce perpetrata nel 1946, a guerra finita, da cittadini polacchi contro altri polacchi colpevoli di essere ebrei. Paese che vai, antisemitismo che trovi: così in Ungheria il 42% dei cittadini ce l'ha con gli ebrei soprattutto perché «indeboliscono la nostra cultura nazionale favorendo l'immigrazione nel nostro paese»; una posizione in linea con la netta chiusura del governo di Viktor Orbán verso i fenomeni migratori. Secondo ADL l'antisemitismo europeo è di casa anche in Ucraina (46%) e in Russia (31%). Fuori dal Vecchio continente spicca il Sudafrica (47%) paese attraversato da potenti rigurgiti antisionisti targati BDS, il movimento per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni contro Israele e giudicato una forma moderna di odio antisemita da diversi paesi occidentali. Tornando in Occidente, l'Italia fa segnare un 18% di antisemiti (contro il 29% cinque anni prima) un dato in linea con Austria, Francia e Germania (15%). Nel Belpaese gli ebrei sono accusati in primo luogo di «doppia lealtà», poi di ricordare troppo l'Olocausto e di controllare la finanza internazionale. Ma il pregiudizio è un pozzo senza fondo e permette di accusare gli ebrei anche di controllare i media e scatenare guerre mondiali. Più liberi dal pregiudizio appaiono invece la Svezia (4%), il Canada (8%) e l'Olanda (10%). Di rilievo anche la nota di ADL secondo cui la presenza di minoranze musulmane è associata a livelli di antisemitismo più elevati. Allo stesso tempo il rapporto sottolinea che «i risultati dei musulmani d'Europa sono nettamente inferiori a quelli misurati in Medio Oriente e Africa del Nord in 2014, forse per effetto dell'educazione alla storia dell'Olocausto, per la conoscenza diretta di ebrei e la diffusione nella società di accettazione e tolleranza». Una nota diffusa proprio nelle stesse ore in cui la Süddeutsche Zeitung annunciava che la cancelliera tedesca Angela Merkel il prossimo 6 dicembre si recherà in visita all'ex campo di stermino di Auschwitz, in Polonia, su invito della Fondazione Auschwitz-Birkenau. Una prima assoluta per Merkel che pure in passato ha visitato altri lager come Dachau e Buchenwald. Una visita che segue a un periodo di particolare recrudescenza degli atti di antisemitismo in Germania.

NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNO - Roberto Giardina: "Quella piaga mai davvero debellata"

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Roberto Giardina

“L'Italia è il Paese meno antisemita d'Europa», mi disse Andreas Nachama, 68 anni, allora capo della comunità ebraica di Berlino. «Ma - aggiunse - divenne una trappola per gli ebrei tedeschi che si illusero di rifugiarsi da voi, ma Mussolini segui Hitler ed emanò le leggi razziali». Furono pochi gli italiani a protestare, anche se non tutti denunciarono i loro amici ebrei. Nel bene e nel male, siamo imprevedibili, ieri come oggi. Anche in Germania molti si illusero, convinti che il Führer minacciasse gli ebrei orientali e non loro, integrati, che avevano combattuto per il Kaiser nella Grande Guerra, stimati professionisti, artisti, scrittori e registi di successo nella Repubblica di Weimar. Oggi, secondo i sondaggi, i tedeschi antisemiti sarebbero nella media europea. Fino a ieri, non osavano uscire allo scoperto. A Parigi, si ascoltavano, e si ascoltano, dichiarazioni intrise di vecchi pregiudizi: «Quello sa come fare i suoi affari, é ebreo». A Berlino nessuno oserebbe per non perdere la stima degli amici. Ma non è detto che non lo pensi. E l'antisemitismo, come in Francia o in Gran Bretagna, è più forte a sinistra, mascherato dalla critica a Israele. In Germania anche a causa della divisione. Nella DDR i conti col passato non furono fatti. Secondo il regime comunista tutti i «cattivi» erano rimasti della nostra parte. Di là dal muro, trovarono rifugio migliaia di criminali nazisti sicuri di venire dimenticati. Questo spiega, in parte, quel che appare oggi a Est come un nuovo antisemitismo, e ha invece vecchie radici. La tolleranza per i profughi, giunti in troppi in breve tempo, e in gran parte musulmani, ridà coraggio agli estremisti tedeschi. Se gli arabi bruciano le bandiere di Israele, picchiano gli ebrei per strada, e la polizia non reagisce, tutti si sono sentiti incoraggiati.

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