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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Il Giornale - Italia Oggi Rassegna Stampa
15.11.2019 L'odio contro Israele travestito da antisemitismo
Commenti di Alberto Giannoni, Valter Vecellio

Testata:Il Giornale - Italia Oggi
Autore: Alberto Giannoni - Valter Vecellio
Titolo: «Lo ammettono anche i dem: antisemitismo a sinistra - Per lei il sionismo è come il nazismo, De Magistris la nomina assessora»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 15/11/2019, a pag.1-11, con il titolo "Lo ammettono anche i dem: antisemitismo a sinistra", il commento di Alberto Giannoni; da ITALIA OGGI, a pag. 2, con il titolo "Per lei il sionismo è come il nazismo, De Magistris la nomina assessora", il commento di Valter Vecellio.

A destra: Luigi De Magistris con Eleonora De Majo

Ecco gli articoli:

IL GIORNALE - Alberto Giannoni: "Lo ammettono anche i dem: antisemitismo a sinistra"

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Alberto Giannoni

L'antisemitismo di sinistra esiste eccome, e non è molto diverso da quello di matrice opposta. L'antisemitismo di sinistra esiste, e a volte può essere perfino più insidioso, capace com'è di mimetizzarsi (anzi di «nascondersi schifosamente») in forme generalmente considerate più presentabili. Dopo giorni di polemiche spesso un po' insincere, l'accecante verità sull'odio antiebraico è stata finalmente svelata in un dibattito istituzionale dentro un'aula parlamentare, protagonisti Francesco Lollobrigida ed Emanuele Fiano. Il deputato Pd, tenendo fermo il punto sulla gravità e l'attualità della minaccia antisemita di estrema destra, ha ammesso chiaramente che esiste anche altro, «oltre a questo»; ha denunciato di avere ricevuto minacce «anche da coloro che si ritengono amici del popolo palestinese» e ha citato le assurde contestazioni patite dalla Brigata ebraica durante i cortei del 25 aprile. Sa bene di cosa parla Fiano, che è presidente della Comunità ebraica di Milano, dove da 15 anni le bandiere della formazione sionista che partecipò alla Liberazione dell'Italia vengono oltraggiate dai centri sociali. A Milano, d'altra parte, sono stati contestati - da «sinistra» - anche i reduci dei campi di sterminio (nel 2015) e il 25 aprile scorso l'ultimo sopravvissuto a Mauthausen è stato insultato da un antagonista, in un episodio talmente disgustoso da far dire all'Aned (l'Associazione nazionale degli ex deportati nei campi nazisti) che «in oltre 50 anni neanche i fascisti l'avevano mai fatto». Con un breve intervento in apertura di seduta, era stato il capogruppo di Fdi ad aprire la discussione sul tema, sollevando i casi di «chef Rubio» e dell'assessora napoletana Eleonora de Majo. Il primo da tempo sfoga in rete un irrefrenabile odio anti-israeliano in un crescendo di incontinenza verbale che pare essergli costato il posto in un programma tv (nonostante lo sciagurato intervento del renziano Michele Anzaldi che ha auspicato per lui un programma Rai). La seconda, appena nominata dal sindaco partenopeo Luigi De Magistris, si è avventurata nel più odioso e infondato degli stereotipi, paragonando Israele e al nazismo e insultando l'ideale sionista, che da 120 anni vuole assicurare una casa sicura al popolo ebraico. Le affermazioni dell'improvvida assessora hanno suscitato comprensibile sconcerto nella Comunità ebraica di Napoli, ma sono state difese da De Magistris, che d'altra parte in passato ha voluto concedere la cittadinanza onoraria al successore di Yasser Arafat, Abu Mazen, e poi a Bilal Kayed, esponente del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. E Mara Carfagna, che ieri come vicepresidente presiedeva i lavori della Camera, da consigliera comunale ha strenuamente osteggiato queste scelte, frutto di una sorta di malintesa «politica estera» municipale, la stessa che di recente ha visto un altro sindaco, il palermitano Leoluca Orlando, intitolare un tratto del lungomare allo stesso Arafat, storico patrocinatore del mondo terrorista palestinese. Fiano, senza troppi giri di parole, ha definito «immonde» le parole dello «chef» e «inaccettabili» le dichiarazioni dell'assessora, sottolineando che il paragone Israele-nazismo «trascende nei tratti dell'antisemitismo». Paradossale, ma eloquente, la circostanza che di tutto ciò si discuta mentre le città e i civili israeliani sono sotto il tiro di un numero senza precedenti di razzi che piovono da Gaza, la cui jihad è foraggiata dall'Iran che nega la Shoah.

ITALIA OGGI - Valter Vecellio: "Per lei il sionismo è come il nazismo, De Magistris la nomina assessora"
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Valter Vecellio

La domanda, molto semplice e secca, è: «Perché?». Sarebbe auspicabile una risposta altrettanto semplice e secca, senza troppi giri di parole e incisi. La domanda è rivolta al sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e alle forze politiche che sostengono la sua giunta: semplicemente spieghino le ragioni alla base della scelta della signora Eleonora de Majo per il delicato, gravoso incarico di assessore alla Cultura e al Turismo della città. Perché si è scelta una persona che nel recente passato (lo rende noto dalla comunità ebraica partenopei ha detto che «il sionismo è nazismo»; ha paragonato l'ex premier israeliano Benjamin Netanyahu ad Adolf Hitler; che ha definito il governo israeliano «un manipolo di assassini», e gli israeliani «porci accecati dall'odio, negazionisti e traditori finanche della vostra stessa tragedia», e si è perfino esercitata in una macabra contabilità dei morti, sostenendo che gli ebrei assassinati nella Shoah sono 4 milioni. L'Associazione Nazionale dei Partigiani di Napoli lodevolmente, meritoriamente, ha preso posizione: «...In un momento storico caratterizzato dal risorgere dell'antisemitismo e nelle stesse ore in cui metà degli israeliani è bloccata nei rifugi per l'attacco missilistico che da Gaza punta a colpire indiscriminatamente la popolazione civile di Israele, la nomina della Consigliera De Majo appare un atto inopportuno e tale da non favorire il dialogo interculturale e l'impegno per la pace». Il sindaco De Magistris e chi sostiene la sua giunta, condividono la presa di posizione dell'Anpi di Napoli, o no? La signora De Majo mostra di non rendersi conto della gravità delle sue affermazioni, dal momento che ritiene di replicare dicendo: «Essere radicalmente critici verso l'apartheid che lo stato di Israele pratica nei confronti del popolo Palestinese non ha nulla a che fare con l'antisemitismo. Nello specifico questa, che periodicamente mi riguarda, è una polemica strumentale e fuori luogo, che si riferisce al commento ad una dichiarazione in cui Netanyahu, nel lontano ottobre 2015, dichiarò all'Assemblea delle Nazioni Unite che «Hitler non voleva sterminare gli ebrei ma solo espellerli», dichiarazione che poi fu costretto a ritrattare. Intanto, piuttosto che rispondere ad una polemica di quattro anni fa, vorrei mettermi a lavorare per la mia città a testa bassa e pancia a terra». Francamente la toppa è più grave del buco. Per cominciare: il 2015 non è così «lontano»; e se Netanyahu dice corbellerie, questo non giustifica scempiaggini come quelle attribuite dalla comunità ebraica di Napoli alla signora De Maio: dire che «il sionismo è nazismo», non è essere «radicalmente critici verso l'apartheid di cui Israele sarebbe colpevole; ricordare che si è sostenuto che il governo israeliano di allora era composto da «un manipolo di assassini»; non è «polemica strumentale»; l'espressione «porci accecati dall'odio, negazionisti e traditori finanche della vostra stessa tragedia» non è giustificabile neppure se ci si trova in acuto stato di ubriachezza o sotto effetto di sostanza psichedelica. Il sindaco Luigi de Magistris sostiene di essere a capo di una Giunta «ognuno con il proprio cuore, la propria testa e il proprio modo di operate. Trovo pretestuoso che, ogni qualvolta si rivolgono critiche contro lo stato d'Israele, si venga accusati di antisemitismo». Dunque, le affermazioni rese dalla signora De Majo sono una critica allo stato d'Israele; definirle espressioni antisemite è pretestuoso. «porci accecati dall'odio, negazionisti e traditori finanche della vostra stessa tragedia» è compatibile con il ruolo di assessore alla Cultura e al Turismo. Inevitabile, a questo punto, essere preda di foschi e allarmati pensieri.

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