venerdi 19 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Il Foglio - L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
27.08.2019 Israele interviene contro i terroristi di Hezbollah in Libano, longa manus dell'Iran
Commento di Daniele Raineri, pezzo disinformante dell'Osservatore Romano

Testata:Il Foglio - L'Osservatore Romano
Autore: Daniele Raineri
Titolo: «Botta e risposta violento tra Israele e Hezbollah, come un anticipo di guerra con droni manovrati da qualche infiltrato - Sale la tensione tra Israele e Iran»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 27/08/2019 a pag. 1 con il titolo "Botta e risposta violento tra Israele e Hezbollah, come un anticipo di guerra con droni manovrati da qualche infiltrato" il commento di Daniele Raineri; dall' OSSERVATORE ROMANO, a pag. 1, la breve "Sale la tensione tra Israele e Iran", preceduta dal nostro commento.

Ecco gli articoli:

Risultati immagini per israel hezbollah
Una manifestazione contro Israele di terroristi di Hezbollah, longa manus iraniana

IL FOGLIO - Daniele Raineri: "Botta e risposta violento tra Israele e Hezbollah, come un anticipo di guerra con droni manovrati da qualche infiltrato"

Immagine correlata
 Daniele Raineri

Roma. Nel giro di ventiquattr’ore fra sabato e domenica c’è stato un botta e risposta violento fra lo stato di Israele e alcune fazioni nemiche che sono armate e finanziate dall’Iran. Grazie alle informazioni che sono uscite e grazie al fatto che le parti in causa hanno dichiarato molte cose, e di solito non lo fanno, è possibile leggere questa sequenza di operazioni aggressive come una conversazione. Il contesto in cui avviene la conversazione è che quest’estate molti si aspettavano che sarebbe scoppiata una guerra aperta tra il gruppo libanese Hezbollah e gli israeliani – continuazione di quella dell’estate 2006 e più devastante – e in effetti potrebbe ancora scoppiare da un momento all’altro, ma per ora al suo posto ci sono questi raid frenetici e di durata limitata. I raid sono fatti per prevenire il conflitto. Tuttavia se continuano con questa intensità potrebbero diventarne l’inizio. Ecco cosa è successo. Sabato gli israeliani hanno detto di avere bombardato la zona di Aqraba, a metà strada tra la capitale siriana Damasco e il suo aeroporto internazionale, per colpire una cellula mista di libanesi e iraniani che voleva far volare alcuni piccoli droni armati in territorio israeliano. Ogni drone portava un carico di pochi chilogrammi di esplosivo quindi l’effetto finale contro i bersagli sarebbe stato simile a quello dei razzi lanciati dalla Striscia di Gaza, ma l’impatto che conta sarebbe stato psicologico. Non c’è soltanto Israele a colpire a sorpresa in ogni punto del medio oriente – da fine luglio ci sono stati cinque operazioni anche in Iraq, mai confermate da Gerusalemme – ma anche i suoi nemici. “Possiamo pure noi”, era il messaggio. Secondo fonti del governo israeliano l’operazione era diretta dal generale iraniano Qassem Suleimani (molto conosciuto, considerato una leggenda in patria) ed era il quarto tentativo quest’anno. Nel giro di poche ore a Dahiyeh, il quartiere di Beirut sotto il controllo di Hezbollah, prima un drone commerciale è caduto nei pressi del centro media di Hezbollah, poi un secondo drone con un carico di esplosivo è volato con una traiettoria suicida contro lo stesso edificio. Il dettaglio interessante è che a giudicare dalle immagini si tratta di droni commerciali che devono essere manovrati da qualcuno che si trova in un raggio di cinque chilometri. In pratica poche ore dopo il tentativo (fallito) da parte di Hezbollah di colpire Israele con droni carichi di esplosivo un centro di Hezbollah è stato colpito da un drone carico di esplosivo decollato da molto vicino. Non c’è nulla di ufficiale e confermato, ma se le cose fossero andate così allora si capisce il tono della conversazione. A quel punto il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, è andato in televisione (la televisione del gruppo) per dire che non tollererà queste aggressioni e che ogni sorvolo del Libano da parte di un drone israeliano provocherà la reazione di Hezbollah e che i consigli alla prudenza degli altri partiti libanesi non saranno più ascoltati. Anche il “regista” iraniano, il generale Qassem Suleimani, ha commentato: “Queste operazioni pazze sono le ultime del regime sionista”. Poche ore dopo un convoglio delle milizie sciite è stato bombardato in Iraq, vicino al confine con la Siria. Non si sa in via ufficiale chi sia il responsabile ma Israele ha bombardato altre quattro volte obiettivi in Iraq a partire dal 19 luglio. La differenza è che questa volta ha colpito un bersaglio in movimento e quindi viene da chiedersi: di che informazioni dispongono gli israeliani per colpire un convoglio che si muove a settecento chilometri di distanza? In teoria la cellula di Aqraba voleva dissuadere gli israeliani da questo tipo di missioni. Nella notte tra domenica e lunedì alcuni droni israeliani sono entrati nello spazio aereo libanese, sordi alle minacce di Nasrallah, e hanno bombardato nella Beqaa un centro di comando del Fronte per la liberazione della Palestina, una fazione terrorista di ispirazione marxista che da decenni tira avanti tra Libano e Siria. Adesso ci si aspetta una reazione, calibrata da parte di Hezbollah. Ieri, dopo una riunione del gabinetto di sicurezza durata quattro ore, i soldati israeliani han - no ricevuto l’ordine di non passare con i veicoli vicino ai reticolati al confine nord, con Libano e Siria, per non fare da bersagli.

L'OSSERVATORE ROMANO: "Sale la tensione tra Israele e Iran"

OR, come al solito, mette in dubbio la veridicità della versione israeliana dei fatti. Per esempio, la necessità di intervenire contro i terroristi di Hezbollah (mai definiti come tali nel pezzo) è valida, secondo OR, solo "secondo Israele". Allo stesso modo, sempre secondo il quotidiano vaticano, gli obiettivi colpiti sono "terroristici" solo nella definizione adottata dallo Stato ebraico. Grande spazio viene poi lasciato, come di consueto, alle dichiarazioni di terroristi e leader arabi, "indignati" a senso unico contro Israele ma sempre pronti a calpestare diritti e vite dei propri cittadini - oltre che di quelli di Israele, letteralmente presi di mira come scrive oggi Deborah Fait in altra pagina di IC - senza farsi tanti problemi.

Ecco il pezzo:

Immagine correlata
Terroristi arabi palestinesi: sulle pagine di OR non esistono

L'esercito israeliano ha annunciato di aver colpito quelli che ha definito "obiettivi terroristici" ad Aqraba, in Siria, a sudest di Damasco, in un'operazione che ha provocato, secondo una ong siriana, cinque morti. Tra questi, due miliziani hezbollah, un iraniano e altri due di cui finora non si conosce l'identità. Secondo Israele, l'operazione si è resa necessaria per sventare un piano programmato da mesi, che si stava concretizzando sotto la direzione personale di Kossem Suleimani, capo delle forze d'élite al-Quds dei pasdaran iraniani, operativi nell'area. Israele, ha avvertito il premier Benjamin Netanyahu, «non tollererà» attacchi lanciati «da alcun Paese della regione» che intendano colpirlo. «Ogni Paese che consenta l'uso del proprio territorio per attacchi contro di noi — ha ammonito ancora — ne subirà le conseguenze». La tensione è cresciuta anche a seguito dell'abbattimento di due droni armati, attribuiti ad Israele, caduti alla periferia sud di Beirut, roccaforte degli stessi hezbollah. Uno di questi, per stessa ammissione dei miliziani sciiti pro Iran che hanno anche detto di non aver abbattuto loro i velivoli, ha danneggiato un edificio sede degli uffici della propaganda. «Un'escalation, molto, molto pericolosa», l'ha definita il leader Hassan Nasrallah parlando ai suoi miliziani. Nasrallah ha ribadito le minacce ad Israele sostenendo che Hezbollah non permetterà più che suoi droni operino nei cieli libanesi. Anche il premier libanese Saad Hariri ha parlato di «aggressione israeliana», di «minaccia alla stabilità regionale e di tentativo di far aumentare la tensione». Il piano presunto iraniano sventato dall'intelligence e dai raid in Siria era quello, ha spiegato un portavoce militare israeliano che ha diffuso anche video al riguardo, «di inviare alcuni droni armati con esplosivo all'interno del territorio dello Stato ebraico e di uccidere israeliani. Droni del tipo di quelli visti in azione in Iraq, in Siria e nello Yemen». La programmazione degli attacchi con i droni, hanno aggiunto fonti dell'esercito israeliano, sarebbe partita da una "lussuosa villa" nei pressi di Damasco. A portarla a termine doveva essere una squadra di miliziani sciiti condotta dalla Guardia rivoluzionaria iraniana in Siria dopo essere stata addestrata e finanziata. I droni sarebbero arrivati nelle settimane scorse all'aeroporto di Damasco insieme con esperti iraniani. La base scelta per l'operazione finale, da eseguirsi nella parte siriana del Golan, era un complesso fortificato nel villaggio di Aqraba a sud di Damasco. L'Iran ha smentito che gli attacchi israeliani abbiano causato danni o perdite tra le forze di Teheran sul posto e ha accusato di «menzogne» Israele. Intanto la tensione si acuisce anche nella striscia di Gaza, teatro di alcuni raid israeliani effettuati in risposta a un lancio di tre razzi dall'enclave palestinese. Le forze israeliane (Idf) hanno confermato operazioni contro obiettivi del movimento islamico palestinese Hamas, che controlla la Striscia, precisando che un raid ha colpito l'ufficio del comandante di Hamas nel nord di Gaza. Secondo le Idf, due dei tre razzi lanciati dalla Striscia sono stati intercettati dal sistema Iron Dome. Stando ai media israeliani, il terzo sarebbe caduto nel sud di Israele. Dopo il lancio dei tre razzi da Gaza verso Israele il premier Netanyahu ha ordinato, da questa mattina e fino a nuovo ordine, di ribassare di metà il trasferimento di gasolio per la centrale elettrica della Striscia. A comunicarlo è stato Kamil Abu Rukun, comandante del Cogat, il Coordinamento israeliano di governo dei Territori. Il gasolio passa da Israele alla Striscia, attraverso il valico merci di Kerem Shalom. La centrale rifornisce di elettricità gran parte di Gaza.

Per inviare la propria opinione, telefonare:
Il Foglio 06/ 589090

L'Osservatore Romano 06/ 69883461
Oppure cliccare sulle email sottostanti


lettere@ilfoglio.it
ornet@ossrom.va

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT