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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Il Fatto Quotidiano - L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
29.03.2019 Propaganda contro Israele: un pezzo ignobile di Moni Ovadia
Il Fatto rincara la dose con una lettera filo-Hamas, velina dell'Osservatore Romano

Testata:Il Fatto Quotidiano - L'Osservatore Romano
Autore: Moni Ovadia - Ireo Bono
Titolo: «L'antisionismo non è antisemitismo - Perché a nessuno interessa la questione di Gaza? - Missili israeliani su Aleppo»

Riprendiamo dal FATTO Quotidiano di oggi, 2903/2019 a pag.13 con il titolo "L'antisionismo non è antisemitismo" il commento di Moni Ovadia; a pag. 12, la lettera dal titolo "Perché a nessuno interessa la questione di Gaza?", firmata da Ireo Bono; dall' OSSERVATORE ROMANO, a pag. 2, la breve "Missili israeliani su Aleppo".

A destra: Moni Ovadia,che ha trovato la testata giusta per diffamare Israele

Moni Ovadia- ci dispiace fargli pubblicità, continua a essere scatenato contro Israele in un articolo programmatico fin dal titolo, dove si afferma che antisemitismo e antisionismo sono atteggiamenti del tutto diversi. Per argomentare la sua posizione, Ovadia elenca un certo numero di personaggi, tutti noti per le posizioni anti-Israele: da Shlomo Sand a Gideon Levy, da Edward Said a Noam Chomsky. Ovadia si dilunga anche in elogi verso lo storico Eric Hobsbawn, ebreo, noto per un libro - "Il secolo breve" - in cui alla Shoah vengono dedicate solo tre pagine, un libro che ottiene ancora oggi citazioni entusiastiche

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Eric Hobsbawn, ahimè, ebreo

Il Fatto, a pag. 12, pubblica senza commento e senza risposta la lettera di un lettore di totale propaganda contro Israele. Quello che ripete il lettore non è altro che la versione dei fatti dei terroristi di Hamas, che da quasi 15 anni dominano la Striscia di Gaza con la violenza e impongono il fanatismo e la guerra. Simile a questa lettera il pezzo di Michele Giorgio sul MANIFESTO (che non riprendiamo). Anche in questo caso un inno di odio contro Israele e di sostegno ai terroristi.

Riprendiamo infine una breve dell' Osservatore Romano che è una velina che sembra uscita, ancora una volta, dall'ufficio stampa dei terroristi. OR scrive di "missili israeliani su Damasco", facendo così pensare a un bombardamento, mentre Israele è intervenuta, come fa di regola, in modo preciso e mirato, evitando per quanto possibile di coinvolgere la popolazione civile utilizzata come scudo umano dai terroristi arabi palestinesi.

Ecco gli articoli:

IL FATTO QUOTIDIANO - Moni Ovadia: "L'antisionismo non è antisemitismo"

I vecchi tabù di carattere sessuale e morale, nelle società occidentali, sono caduti e ne sono sorti di nuovi, il più inviolabile dei quali riguarda la questione israelo-palestinese. Il solo chiedere di parlarne, viene visto dai grandi media come una provocazione e quelli che conducono programmi di informazione politica, alla proposta d i affrontarlo, reagiscono con un misto di timore e di costernazione di fronte a una richiesta tanto osé, similmente a come avrebbero reagito, al tempo della televisione di Bernabei, all'idea di un programma sui piaceri della pornografia.

LA PAROLA D'ORDINE è "evitate l'argomento". Non si tratta di censura, piuttosto di elusione. Quando poi in rarissime occasioni, per distrazione, se ne parla, si evita accuratamente di far sentire le opinioni e le argomentazioni di coloro che criticano aspramente la politica del governo israeliano e la definiscono colonialismo, oppressione di un intero popolo, segregazionismo e razzismo. Gli oppositori di tale politica, se si esprimono con schiettezza, vengono immediatamente apostrofati e classificati con l'insultante epiteto di antisemita (!),I sedicenti amici di Israele hanno accolto l'equazione "critico del governo di Israele uguale antisionista, uguale antisemita". Altrettali sono definiti quelli che chiedono piena dignità e diritti per il popolo palestinese. I meno accaniti di questa eletta schiera di sostenitori del sionismo e amici di Israele accusano i sostenitori delle legittime rivendicazioni palestinesi di diffondere l'antisemitismo perché le critiche allo Stato ebraico portano la pandemia antisemita. Falso! Il climax del veleno antisemita si manifestò » quando Israele non esisteva e gli ebrei vivevano in diaspora. In Israele peraltro, alcuni giornalisti coraggiosi e di altissimo profilo si esprimono senza alcun timore apertis verbis et ore rotundo. Gidon Levy su Haaretz (quotidiano israeliano pubblicato in Israele, da un editore israeliano, letto da lettori israeliani) in un suo articolo dal titolo palmare, In U.S. Media, Israelis Untouchable,scrive:"You can attack the Palestinians in America uninterrupted, call to expel them and deny their existence. Just don't dare say a bad word about Israel, the holy of holies". E a proposito della proliferazione dei sentimenti antisemiti nota: "Jews are not as hated as Israel would like: only 10 percent said they had any negative feelings about them".

LA MIA OPINIONE, come quella di autorevoli esponenti della società israeliana, è che le classi dirigenti e il governo Netanyahu utilizzino strumentalmente l'accusa di antisemitismo al solo scopo di ricattare i paesi dell'Occidente per legittimare l'occupazione e la colonizzazione delle terre palestinesi e per annettere terre che la legalità internazionale assegna al popolo palestinese. Così, a proposito dell'equiparazione di antisionismo e antisemitismo, scrive lo storico israeliano Shlomo Sand: "Il tentativo del presidente francese Emmanuel Macron e del suo partito di criminalizzare oggi l'antisionismo come una forma di antisemitismo mostra di essere una manovra cinica e manipolatoria. Se l'antisionismo diventa un crimine, mi sento di raccomandare a Macron di far condannare con effetto retroattivo, il bundista Marek Edelman, che fu uno dei leader del ghetto di Varsavia e totalmente antisionista. Si potrebbe anche inviare a processo i comunisti antisionisti che, piuttosto che emigrare in Palestina, scelsero di combattere, armi in pugno, contro il nazismo. Se intende essere coerente nella condanna retroattiva di tutti i critici del sionismo, Macron dovrà aggiungere la mia insegnante Madeleine Rebérioux, che ha presieduto la Lega dei diritti umani, l'altro mio insegnante e amico Pierre Vidal-Naquet e, naturalmente, anche Eric Hobsbawm, Edward Said e molte altre eminenti figure, ora scomparse, ma i cui scritti sono ancora autorevoli. Se Macron desidera attenersi a una legge che reprime gli antisionisti ancora viventi, la cosiddetta futura legge dovrà applicarsi anche agli ebrei ortodossi di Parigi e New York che rifiutano il sionismo, a Naomi Klein, Judith Butler, Noam Chomsky e molti altri umanisti universalisti, in Francia e in Europa, che si autoidentificano come ebrei pur dichiarandosi antisionisti. Si troveranno, naturalmente, molti idioti antisionisti e giudeofobi, come non mancano pro-sionisti imbecilli, pure giudeofobi, ad augurare che gli ebrei lascino la Francia ed emigrino in Israele. Li includerà in questa grande impennata giudiziaria? Stia attento, signor Presidente, a non lasciarsi trascinare in questo ciclo infernale, proprio quando la popolarità è in declino!". Personalmente ritengo che debbano cessare retoriche, propagande, calunnie insensate e strumentalizzazioni, che non sia più tollerabile tacere sulla crudele oppressione del popolo palestinese. E ora che i Paesi occidentali affrontino la questione con coraggio e onestà intellettuale.

IL FATTO QUOTIDIANO - Ireo Bono: "Perché a nessuno interessa la questione di Gaza?"

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Da 12 anni la Striscia di Gaza è sottoposta dall'esercito israeliano a un assedio che sta trasformando quel piccolo territorio in una prigione invivibile. Tutto ciò che entra ed esce viene controllato da Israele : gli abitanti, le merci, le comunicazioni, l'acqua, l'energia elettrica e fossile, le medicine. Il 60% della popolazione vive grazie agli aiuti internazionali dell'Unhcr. Ultimamente, nell'indifferenza generale, da Gaza sono partiti appelli disperati a causa della privazione di energia elettrica e gasolio, con la chiusura di ospedali per l'impossibilità di curare gli ammalati. Negli stessi anni, Gaza ha subito tre operazioni militari israeliane, che con l'impiego di ogni mezzo militare (carri armati, jet, navi, droni, elicotteri) e armi, comprese quelle al fosforo e all'uranio impoverito, hanno determinato la morte ed il ferimento di migliaia di persone prive di ogni via di fuga, la distruzione di migliaia di casa e di strutture civili come scuole, ospedali, aziende, moschee. Un'inchiesta internazionale, la Commissione Goldstone, ha attribuito all'esercito d'Israele crimini di guerra e probabilmente contro l'umanità. Dalla fine marzo 2018, ogni venerdi gli abitanti disarmati della Striscia di Gaza che manifestano per la libertà e contro il furto delle terre, ai confini con Israele, sono il bersaglio di cecchini israeliani che da allora, utilizzando anche proiettili esplosivi, ne hanno uccisi 197, fra questi 42 ragazzi, e feriti 29.000 con 123 amputati di un arto. Tutte persone sotto occupazione. Mentre ciò accade a Gaza, in Israele c'è una situazione di apartheid nei confronti dei palestinesi arabi, in Cisgiordania continua la colonizzazione ebraica d'insediamento , come denunciato dal recente Rapporto Escwa di Richard Falk e Virignia Tilley, gli Stati Uniti, i principali mediatori di pace, calpestando il diritto internazionale, riconoscono la sovranità di Israele sul Golan e sulla città di Gerusalemme e il Primo Ministro d'Israele, B. Netanyahu, sotto inchiesta per corruzione e impegnato nell'attuazione di uno Stato 'ebraico', cerca di sviare l'attenzione dai guai personali e di vincere le elezioni imminenti con una nuova guerra. Così si nega ogni possibilità di Stato ed anche l'identità di popolo ai Palestinesi, lasciati alla mercé di uno dei più potenti eserciti del mondo. In quanto semplice cittadino che segue da anni la situazione israelo-palestinese, penso che l'atteggiamento della Comunità occidentale, Stati Uniti in testa ed Europa al seguito, con la complicità dei principali mezzi d'informazione, sia ipocrita, contro il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani dei palestinesi, ostacolo a una pace giusta e alla convivenza, addirittura criminale nel caso desse il via libera a un nuovo massacro della popolazione della Striscia di Gaza.

L'OSSERVATORE ROMANO: "Missili israeliani su Aleppo"

Sette persone sono morte a seguito di un attacco missilistico che ha colpito la provincia settentrionale di Aleppo. Si tratterebbe in particolare di militari iraniani e milizie alleate, di stanza nei pressi di un deposito di armi. Secondo Damasco, che sarebbe comunque riuscita a intercettare alcuni dei missili, responsabile dell'attacco è Israele. «Secondo quello che gli iraniani sanno, Israele ha attaccato la notte scorsa», è stato il laconico commento radiofonico del ministro israeliano dell'intelligence Yisrael Katz, che funge anche da responsabile degli esteri. L'Osservatorio siriano per i diritti umani e altre fonti precisano che i sette uccisi si trovavano nei pressi dell'aeroporto militare di Aleppo quando è avvenuto, nella notte, il raid. Sul versante diplomatico continua invece un difficile confronto sul Golan. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha respinto la decisione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di riconoscere la sovranità di Israele sulle Alture del Golan. La posizione è stata espressa durante una riunione di emergenza chiesta dalla Siria e ha visto la condanna unanime da parte di tutti i membri del Consiglio di sicurezza, ad eccezione degli Stati Uniti che hanno votato a favore. Il rischio, ha detto il Consiglio di sicurezza dell'Onu, è di creare ulteriore instabilità regionale e di danneggiare l'ordine internazionale.

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