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La Repubblica - Il Manifesto Rassegna Stampa
12.03.2019 Fake news contro Netanyahu: si equivalgono Repubblica, Giornale e Manifesto
Nei pezzi di Davide Lerner, Michele Giorgio

Testata:La Repubblica - Il Manifesto
Autore: Davide Lerner - Michele Giorgio
Titolo: «E Wonder Woman sfidò Netanyahu sugli arabi d’Israele - Bibi lo ammette: 'Arabi cittadini di serie B'»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 12/03/2019, a pag. 12, con il titolo "E Wonder Woman sfidò Netanyahu sugli arabi d’Israele", il commento di Davide Lerner; dal MANIFESTO, a pag. 11, il commento di Michele Giorgio dal titolo "Bibi lo ammette: 'Arabi cittadini di serie B' ".

A destra: Benjamin Netanyahu, Gal Gadot

La breve del GIORNALE, che non riprendiamo, è molto simile ai pezzi di Davide Lerner e Michele Giorgio (l'estensore della breve sul Giornale dimostra in più di non conoscere i politici di cui parla, perché descrive la ministra Miri Regev come se si trattasse di un uomo). Una velina che riporta la versione più ostile possibile a Benjamin Netanyahu che viene rilanciata con enfasi e toni uguali da Lerner e Giorgio. Il secondo è noto ai lettori di IC, mentre Lerner scrive anche su Haaretz, dove alcune settimane fa ha firmato un lungo articolo elogiativo di Arafat, descrivendo il museo a lui dedicato a Ramallah. Come dice il proverbio? tale il padre...
In quanto alla legge su Israele, Nazione del Popolo Ebraico, Lerner e Giorgio la contino giusta, non esistono israeliani di serie B - arrivano persino a scriverlo!- ci sono minoranze, come in tutti i paesi, che in Israele godono di tutti i diritti. Che poi l'ebraico sia riconosciuto come unica lingua ufficiale, non esclude che vi siano, ove occorre, scritte in altre lingue, in inglese per esempio, molto spesso in arabo.

Ecco gli articoli:

LA REPUBBLICA- Davide Lerner: "E Wonder Woman sfidò Netanyahu sugli arabi d’Israele"

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Davide Lerner

La celebre star israeliana Gal Gadot, di gran lunga l’attrice più famosa di Israele dopo avere impersonato "Wonder woman" nell’omonimo blockbuster americano (2017), è entrata in polemica con il primo ministro Benjamin Netanyahu criticandone la retorica anti-araba nella sua campagna elettorale per le elezioni del 9 aprile. La "Wonder woman" già Miss Israele nel 2004, si è rivolta ai suoi quasi 30 milioni di followers su Instagram per aderire al polemico appello sull’uguaglianza fra arabi ed ebrei in Israele rivolto dalla modella-attrice Rotem Sela a Miri Regev, la ministra della cultura di Netanyahu. «Qual è il problema con gli arabi? Santo Dio, ci sono anche cittadini arabi in questo Paese, tutte le persone vengono create uguali», aveva scritto Sela. Regev, che in passato era stata filmata fra gli ultras razzisti del Beitar Jerusalem mentre apostrofavano i tifosi di una squadra araba con il coro "il vostro villaggio brucerà", aveva messo in guardia dalla possibilità di un’alleanza fra l’opposizione e i partiti arabi dopo le elezioni. Tale scenario, del tutto improbabile visto che i rappresentanti dell’opposizione hanno già detto di non volerli coinvolgere, viene insistentemente descritto come un’imminente minaccia alla sicurezza di Israele dalla campagna di Netanyahu. «Israele non è lo stato di tutti i suoi cittadini», ha scritto Netanyahu su Instagram in sostegno alla sua ministra, «Secondo la legge sullo stato-nazione che abbiamo passato, Israele è lo stato-nazione del popolo ebraico, e di nessun altro. (…) Una coalizione fra Gantz e i partiti arabi metterebbe in pericolo il Paese». Dopo questa ennesima chiosa anti-araba la superstar Gal Gadot non ha saputo resistere alla tentazione di replicare, dichiarando il proprio sostegno alla collega Sela. «Ama il tuo prossimo come te stesso», ha scritto su Instagram, citando un passaggio dell’Antico testamento. «Dobbiamo seminare speranza e luce per i nostri bambini», ha aggiunto. Le attrici hanno poi incassato anche l’appoggio del Presidente Reuven Rivlin: «Non ci sono e non ci saranno mai cittadini o elettori di seconda categoria», ha detto, rivolgendo un implicito monito a Netanyahu.

IL MANIFESTO - Michele Giorgio: "Netanyahu Bibi lo ammette: 'Arabi cittadini di serie B' "

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Michele Giorgio

Buona parte dei media italiani, a cominciare dalle agenzie di stampa, ha liquidato la vicenda come un battibecco tra l'attrice Gal Gadot, nota per aver interpretato Wonder Woman, e Benyamin Netanyahu che aveva attaccato la modella Rotem Sela. Invece andava approfondito il senso delle frasi scritte domenica dal premier.

Buona parte dei media italiani, a cominciare dalle agenzie di stampa, ha liquidato la vicenda come un battibecco tra l'attrice Gal Gadot, nota per aver interpretato Wonder Woman, e Benyamin Netanyahu che aveva attaccato la modella Rotem Sela. Invece andava approfondito il senso delle frasi scritte domenica dal premier.

«ISRAELE NON È uno Stato di tutti i suoi cittadini. In base alla legge sullo Stato-Nazione che abbiamo approvato, Israele è lo Stato-Nazione del popolo ebraico, e di nessun altro», ha postato Netanyahu sui social redarguendo Sela. Quest'ultima — commentando l'allarme lanciato dalla destra sulla possibilità che gli avversari di centro dopo le elezioni del 9 aprile possano formare un governo grazie ai voti dei partiti arabi, non sionisti — aveva appoggiato questa opzione e descritto Israele come «uno Stato di tutti i suoi cittadini». In soccorso di Sela è giunta Gal Gadot ma questo è secondario. Il punto vero, tra i temi della campagna elettorale, è lo status delle minoranze non ebraiche dopo l'approvazione, lo scorso anno, da parte della Knesset di una legge fondamentale che definisce Israele Stato della nazione ebraica: di fatto conferma che gli arabi, pur godendo di diritti politici, sono cittadini di serie B. Le frasi di Netanyahu, scritte per guadagnare il consenso della maggioranza degli israeliani che diffida dei cittadini palestinesi (a cui non pochi israeliani ebrei, secondo alcuni sondaggi, vorrebbero togliere il diritto di voto per la Knesset), hanno suscitato reazioni immediate. La destra ha difeso compatta il premier ma non sono mancate voci critiche e di condanna. «La verità brutta e nuda è stata esposta — sottolineava ieri un editoriale sul quotidiano Haaretz — Anche se nessuno contesta che Israele sia la casa nazionale del popolo ebraico, Netanyahu ha ora ammesso che la legge dello Stato-nazione sancisce la supremazia ebraica e dichiara che lo Stato appartiene più a un ebreo americano o belga rispetto a un cittadino arabo nato in questo paese».

EDO KONRAD, GIORNALISTA del sito progressista +972, ha posto un interrogativo agli attivisti della hasbarà impegnati in Europa e negli Usa a spiegare le ragioni di Israele contro quelle dei palestinesi. `Come risponderete quando le persone accuseranno Israele di essere uno Stato etnico razzista? E più difficile rispondere quando lo stesso primo ministro afferma che i cittadini arabi non saranno mai uguali a quelli ebrei». Secondo il capo dello stato Rivlin non esistono «cittadini di serie A e di serie B». Conta più di tutto il giudizio di gran parte della maggioranza ebraica di Israele che, con accenti diversi, su questo punto è con Netanyahu. A confermarlo, anche il silenzio di «Blu e bianco», la lista centrista che potrebbe vincere le elezioni. I suoi leader, che pure hanno detto di voler «migliorare» la legge Stato-nazione, ieri nel timore di perdere consensi si sono astenuti dal commentare.

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