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Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 16/11/2018, a pag. 18, con il titolo "Il presidente Rivlin in Italia: 'Non cederemo ad Hamas' " la cronaca di Francesca Paci; da AVVENIRE, a pag. 21, con il titolo "Rivlin dal Papa, 'il grano nel deserto' ", il commento a firma R.E, preceduto dal nostro. A destra: Reuven Rivlin incontra papa Bergoglio e Sergio Mattarella
Ecco gli articoli: LA STAMPA - Francesca Paci: "Il presidente Rivlin in Italia: 'Non cederemo ad Hamas' "
E' stata tutta dedicata al Vaticano la prima giornata romana del presidente israeliano Reuven Rivlin che ieri ha incontrato il Papa e successivamente il Segretario di Stato Pietro Parolin e l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati. Rivlin e il Pontefice hanno parlato a porte chiuse nella Sala della Biblioteca per oltre mezz’ora alla presenza di due traduttori e in un clima «molto cordiale». Si avvicina il 25esimo Anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche tra Israele e lo Stato Pontificio e c’erano numerosi argomenti sul tavolo dei due interlocutori. Sulla base dei «positivi rapporti tra la Santa Sede e lo Stato d’Israele», come ricostruisce una nota vaticana, si è parlato delle comunità cattoliche locali con «l’auspicio del raggiungimento di intese adeguate in merito ad alcune questioni di comune interesse». Uno spazio particolare è stato dedicato alla questione di Gerusalemme, «nella sua dimensione religiosa e umana per ebrei, cristiani e musulmani» e nel rispetto della «sua vocazione di Città della Pace». AVVENIRE - R.E.: "Rivlin dal Papa, 'il grano nel deserto' " La breve di Avvenire contiene una omissione che stravolge il senso della storia. Viene riportato correttamente che oggi cade il 25° anniversario del riconoscimento dello Stato di Israele da parte del Vaticano, ma non si dice che sono passati 45 anni - dal 1948 al 1993 - prima che questo riconoscimento avvenisse. Perché il quotidiano dei vescovi non si domanda il motivo di questo ritardo? Ecco il pezzo: Il grano può crescere nel deserto, come nel deserto dell'inimicizia può crescere l'amicizia per avere la pace». Con queste parole papa Francesco si è rivolto ieri al presidente israeliano Reuven Rivlin, al termine di un colloquio privato - 35 minuti - nella Biblioteca alla Seconda Loggia del Palazzo Apostolico. «E’ vero che può crescere il grano nel deserto, noi ci abbiamo portato l'acqua e lo abbiamo visto fiorire», ha risposto il presidente. E’ stato un incontro amichevole, in un clima non convenzionale. Il presidente Rivlin ha stretto tra le sue mani le mani di Francesco, che ha restituito un sorriso franco e aperto. Il colloquio si è svolto nell'approssimarsi del venticinquesimo anniversario dell'allacciamento delle relazioni diplomatiche. Sono stati evocati i positivi rapporti tra la Santa Sede e lo Stato d'Israele e si è auspicato il raggiungimento di intese adeguate in merito ad alcune questioni di comune interesse. Centrale il tema della lotta all'antisemitismo. All'incontro è seguito lo scambio dei doni: il Messaggio della pace e un medaglione che raffigura una spiga di grano che nasce nel deserto da parte del Papa; un bassorilievo di Gerusalemme divisa nelle sue quattro zone da parte del presidente, che ha accompagnato il gesto con la frase: «Potrebbero ricomporsi in modo nuovo». Francesco si è poi trattenuto con la signora Nechama, moglie del presidente.
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