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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Avvenire - L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
06.10.2018 OR: 'Hamas vuole la pace'. Avvenire: 'Scontri al confine con Gaza': le contraddizioni dei quotidiani cattolici
Unico denominatore comune: l'ostilità contro Israele

Testata:Avvenire - L'Osservatore Romano
Autore:
Titolo: «Gaza. Battaglia al confine, altri due uccisi. La Striscia dichiarata 'zona militare chiusa' - Hamas apre a una tregua di lunga durata con Israele»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 06/10/2018 , a pag.12, la breve "Gaza. Battaglia al confine, altri due uccisi. La Striscia dichiarata 'zona militare chiusa' "; dall' OSSERVATORE ROMANO, a pag. 1, la breve "Hamas apre a una tregua di lunga durata con Israele".

OR ha una linea che prevede di solito la pubblicazione delle notizie un giorno dopo gli altri quotidiani, tranne alcune che escono puntuali. Oggi OR pubblica un pezzo sulle "parole di pace" di Yahya Sinwar, capo di Hamas a Gaza, riprese con enfasi dagli altri giornali ieri. Il pezzo è però totalmente contraddetto dalla cronaca di ieri pomeriggio, riportata da Avvenire (e in altra pagina di IC, da Vito Anav), che rende conto dell'ennesimo tentativo, da parte dei terroristi di Hamas che dominano su Gaza, di sfondare il confine e penetrare in Israele per spargere morte e violenza. Almeno, i due quotidiani cattolici potrebbero coordinarsi per evitare di pubblicare notizie in contraddizione evidente...

Ecco gli articoli:

AVVENIRE: "Gaza. Battaglia al confine, altri due uccisi. La Striscia dichiarata 'zona militare chiusa' "

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Terroristi di Hamas

Gerusalemme. Due manifestanti palestinesi, di cui uno di 12 anni, sono morti durante gli scontri con l'esercito israeliano nei pressi della barriera difensiva tra Gaza e lo Stato ebraico durante la "Marcia del Ritorno". Lo hanno annunciato fonti mediche della Striscia che parlano anche di 124 feriti raggiunti dal fuoco israeliano e dai gas lacrimogeni. Gli scontri mortali sono avvenuti nella parte est di Gaza. Secondo alcune fonti israeliane erano almeno 10mila i dimostranti nelle zone della Striscia più vicina al confine con Israele che hanno eseguito un lancio di sassi, ordigni esplosivi e bottiglie incendiarie contro i soldati. Una situazione giudicata molto critica per cui ieri, lungo la linea di confine con Gaza, sono giunti pure il capo di stato maggiore, generale Gady Eisenkot, ed il comandante della regione militare meridionale, generale Herzi Halevy. Giovedì l'esercito aveva inviato rinforzi nell'area vicina alla Striscia di Gaza, proclama ieri "zona militare chiusa".

L'OSSERVATORE ROMANO: "Hamas apre a una tregua di lunga durata con Israele"

Immagine correlata
Yahya Sinwar

Il leader di Hamas nella striscia di Gaza, Yahya Sinwar, ha rilasciato un'intervista senza precedenti a un quotidiano israeliano dicendosi favorevole a un cessate il fuoco di lunga durata con Israele. «Non voglio più guerre con Israele» ha detto Sinwar. «Non è nel nostro interesse confrontarci con una potenza nucleare, non potremmo vincere, e una nuova guerra non è nemmeno nell'interesse di Netanyahu [il premier israeliano]. La prossima sarebbe la quarta operazione su Gaza e non possono permettersi di concluderla come la terza, che già si è conclusa come la seconda, che già si è conclusa come la prima. Dovrebbero rioccupare Gaza e non penso che Netanyahu desideri annettere un territorio con altri due milioni di arabi». L'intervista è apparsa sul quotidiano «Yedioth Ahronoth». Solitamente i politici palestinesi non concedono interviste ai media israeliani, tanto meno Hamas. In effetti, il movimento che controlla la striscia di Gaza ha contestato l'intervista dopo la pubblicazione, affermando che la giornalista avrebbe mentito sulla sua identità. «Non avremmo rilasciato interviste a israeliani» si legge in un comunicato, che però non smentisce il contenuto dell'intervista. «Ci troviamo di fronte a un'opportunità storica per cambiare le cose — ha detto Sinwar — ma il cessate il fuoco deve voler dire non solo nessun attacco da una parte e dall'altra, ma anche la fine dello stato d'assedio su Gaza, perché l'assedio è una guerra combattuta con altri mezzi». Il concetto è che alla fine degli attacchi palestinesi dovrebbe corrispondere la fine del blocco israeliano su Gaza. Israele accusa Hamas di ignorare le disastrose condizioni umanitarie della striscia, per investire invece in tunnel sotterranei progettati per aggredire Israele. Ma per Sinwar i tunnel sono fondamentali, soprattutto perché garantiscono l'approvvigionamento di beni di prima necessità: «Per fortuna ci sono i tunnel: a volte gli israeliani non fanno passare per i valichi neppure il latte, non saremmo sopravvissuti altrimenti».

Per inviare la propria opinione ai quotidiani, telefonare:
Avvenire 02/6780510
Osservatore Romano 06/69883421
Oppure cliccare sulle e-mail sottostanti


lettere@avvenire.it
ornet@ossrom.va

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