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La Verità Rassegna Stampa
06.09.2018 Da George Soros fondi all'Iran terrorista e antisemita
Commento di Daniele Capezzone

Testata:La Verità
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: «Soros parla di diritti e poi paga l'Iran che aiuta i terroristi»

Riprendiamo dalla VERITA' di oggi, 06/09/2018, a pag. 1-14, con il titolo "Soros parla di diritti e poi paga l'Iran che aiuta i terroristi", il commento di Daniele Capezzone.

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Daniele Capezzone

La Verità è in grado di proporre ai suoi lettori - primi sulla stampa europea - una notizia clamorosa. La bomba l'ha sganciata - rispondendo in Parlamento a interrogazioni e domande - uno dei protagonisti dell'opaca vicenda, il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Zarif: la notizia è che il regime islamista di Teheran ha lavorato strettamente con Osf (Open society foundations), cioè l'organizzazione del miliardario George Soros. Osf è un network che opera in più di 100 Paesi. Curiosamente, sul sito Internet opensocietyfoundations.org, cercando la voce «Iran» troverete solo pochi documenti ormai vecchi, risalenti al 2014, al 2009, al 2007: insomma Osf non sembra desiderosa di far sapere di più. Ma, sfortunatamente per Soros, è stata la stessa controparte iraniana a dire che l'attività di collaborazione è iniziata prima che lui stesso - Zarif - assumesse nei 2013 la sua attuale carica.

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George Soros

La cosa è letteralmente incredibile. Osf, nella presentazione che fa di sé stessa nel proprio sito, si vanta di «supportare in tutto il mondo individui e organizzazioni che lottano per la libertà d'espressione, perché i governi rendano conto del proprio operato, e per società che promuovano giustizia e uguaglianza». Ciascuno pub immaginare se questo identikit si adatti al regime fondamentalista dell'Iran. Vale la pena di ricordare che l'Iran non è un partner qualunque: l'America lo considera tuttora un Paese sponsor del terrorismo islamista. L'Iran è retto da un regime teocratico che pratica la segregazione delle donne e la persecuzione degli omosessuali; incarcera e spesso uccide i dissidenti politici; reprime le proteste di chi si batte per una maggiore libertà; lapidazioni e impiccagioni sono all'ordine del giorno. Serve altro? C'è di più. Torniamo al sito di Osf e alla biografia (o all'agiografia) di Soros pubblicata in homepage. Si legge che «Soros ha vissuto in prima persona l'esperienza dell'intolleranza. Nato in Ungheria nel 1930, è sopravvissuto all'occupazione nazista che produsse l'assassinio di oltre mezzo milione di ebrei ungheresi». Il sito dà voce a una toccante testimonianza dello stesso Soros: «Invece di subire il nostro destino, resistemmo a una forza del male che era molto più potente di noi, eppure riuscimmo a prevalere. Non solo ci salvammo, ma aiutammo altri». Quindi, c'è un uomo di origini ebraiche che è scampato alle persecuzioni naziste. E che fa ora la sua Osf? Collabora con un regime islamista (potremmo dire: nazislamista) che ha come obiettivo dichiarato la distruzione dello Stato di Israele, e propone cartine geografiche (nei libri e alla tv) in cui Israele è - appunto - cancellata. Secondo quanto riferisce Israel national news, l'Osf di Soros avrebbe finanziato una serie di enti abituati ad attaccare la politica di Gerusalemme (in molti casi, secondo i media israeliani, mettendo in circolazione accuse esagerate o versioni unilateralmente antisraeliane), da Human Rights watch» a J Street (quest'ultima ha invitato alle sue conferenze i promotori del boicottaggio contro Israele, e incoraggia i militari israeliani a rifiutare le onorificenze). Tra i beneficiari dei finanziamenti sorosiani ci sarebbe anche l'Institute for Middle East understanding, i cui dirigenti hanno accusato Israele di crimini di guerra, e lo definiscono «Stato dell'apartheid». Per ora non sono giunte smentite: e la contraddizione tra le prediche a favore di democrazia e diritti umani e la collaborazione con un regime antisemita e liberticida, grida vendetta. Chissà se Soros e i suoi spiegheranno l'affare. Chi dovrebbe dare spiegazioni è Barack Obama, l'architetto dell'apertura a Teheran. Di più: il consigliere di Obama, Ben Rhodes, un paio di anni fa, fu al centro di una polemica per aver ammesso la creazione di una narrazione ad hoc per «spingere» e «vendere» all'opinione pubblica Usa la bontà dell'Iran deal, ora smontato dall'amministrazione Trump. Dunque, tra Casa Bianca obamiana e lavoro «culturale» di enti come l'Osf sorosiana, si era realizzata una grande operazione, al di qua e di là dell'Atlantico, per sostenere anche mediaticamente Teheran. Non stupisce che personalità politiche come la commissaria Ue Federica Mogheriini, spesso apparsa (velata) impegnata ad omaggiare i tiranni di Teheran, abbiano fatto la loro parte. Ora, dopo le notizie sulla fondazione sorosiana, si può forse dare una risposta anche agli interrogativi che molti avevano avanzato anche sui toni incredibilmente morbidi verso il regime di Teheran di un'altra amica italiana di George Soros, Emma Sonino.

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