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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Avvenire - Il Manifesto Rassegna Stampa
15.06.2018 Onu contro Israele: ecco chi disinforma con la menzogna 'risposta sproporzionata'
Avvenire e Michele Giorgio: Bibì & Bibò sempre in prima fila contro Israele

Testata:Avvenire - Il Manifesto
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Israele condannato all'Onu: 'Uso sproporzionato della forza' - Strage a Gaza, l'Onu condanna Israele»
Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 15/06/2018, a pag. 21, la breve "Israele condannato all'Onu: 'Uso sproporzionato della forza' "; dal MANIFESTO, a pag. 8, con il titolo "Strage a Gaza, l'Onu condanna Israele", il commento di Michele Giorgio.

Avvenire e soprattutto Manifesto continuano a scrivere di "l'uso eccessivo, sproporzionato e indiscriminato della forza da parte degli israeliani contro i civili palestinesi", ignorando completamente il terrorismo di Hamas. Nulla di nuovo su due quotidiani che non si stancano di disinformare sistematicamente contro lo Stato ebraico.

Ecco gli articoli:

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Per Avvenire e Manifesto questi sono "manifestanti pacifici"

AVVENIRE: "Israele condannato all'Onu: 'Uso sproporzionato della forza' "

L’Assemblea generale dell'Onu ha approvato una mozione di condanna di Israele per «l'uso eccessivo, sproporzionato e indiscriminato della forza da parte degli israeliani contro i civili palestinesi». In particolare si fa riferimento all'uso di «munizioni contro i civili, compresi bambini, oltre a sanitari e giornalisti». Hanno votato a favore 120 Paesi, 8 si sono espressi contro e 45 si sono astenuti. Un tentativo degli Stati Uniti di mettere ai voti una mozione di condanna del gruppo islamico Hamas non è riuscito a ottenere la maggioranza dei due terzi. Il presidente palestinese Abu Mazen ha definito il voto una «vittoria per i diritti dei palestinesi, perla giustizia e la legge internazionale». Da Gaza, Hamas ha accolto «con favore» il voto Onu, sostenuto che «ha rafforzato la posizione palestinese a livello ufficiale e internazionale». L'ambasciatore Usa all'Onu, Nikki Haley, ha criticato la risoluzione perché attribuisce ogni colpa a Israele e «protegge i terroristi di Hamas». Con la risoluzione, si chiede inoltre al segretario generale di presentare, entro due mesi, proposte per la sicurezza dei civili palestinesi. Intanto, però, nella Striscia, Hamas ha organizzato per oggi un'altra giornata di protesta. Sarebbero pronti 5.000 aquiloni incendiari da lanciare su Israele. «Daremo al governo israeliano l'opportunità di togliere l'assedio, o faremo vivere i coloni di Gaza sotto l'assedio dei palloni in fiamme», minacciano da Gaza.

IL MANIFESTO - Michele Giorgio: "Strage a Gaza, l'Onu condanna Israele"

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Michele Giorgio

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Mercoledì sera, mentre l'Assemblea generale delle Nazioni Unite si accingeva ad approvare una risoluzione di condanna di Israele per l'uso della forza contro le manifestazioni palestinesi a Gaza, a Ramallah (Cisgiordania), i reparti antisommossa della polizia ed agenti dei servizi di sicurezza dell'Anp si scagliavano con violenza contro le centinaia di dimostranti che protestavano contro le sanzioni imposte dall'Autorità nazionale palestinese (Anp) alla Striscia di Gaza. In particolare il mancato versamento degli stipendi ai dipendenti pubblici che ha gettato nella disperazione migliaia di famiglie. Lacrimogeni, pestaggi, manifestanti trascinati via sull'asfalto per decine di metri. I poliziotti non hanno mancato di colpire e distruggere telecamere e smartphone dei giornalisti, due dei quali, stranieri, sono stati fermati. «Avevamo deciso di scendere in piazza, sfidando il divieto a protestare» racconta al manifesto Reem K., «prima hanno chiuso le strade, poi i poliziotti hanno cominciato a lanciare i candelotti lacrimogeni e granate stordenti per allontanarci. Infine hanno caricato. I peggiori sono stati gli agenti in borghese del mukhabarat (servizio di intelligence, ndr), ci colpivano con violenza come fanno gli israeliani. Due persone sono state arrestate all'uscita dell'ospedale dove erano andate per farsi medicare». Alla fine i fermi sono stati decine, una quindicina dei quali sono stati confermati in arresti.

DOMENICA SCORSA le forze di polizia non erano intervenute, tranne che in alcuni casi, contro il corteo di circa duemila palestinesi che, sempre contro le sanzioni che colpiscono Gaza, aveva attraversato il centro di Ramallah. Stavolta il consiglio dei ministri dell'Anp e lo stesso presidente Abu Mazen hanno prima dato l'ordine di vietare le proteste e poi di reprimerle con la forza. Per l'Anp quelle manifestazioni sarebbero state organizzate dal movimento islamista Hamas, che controlla Gaza, per mettere il difficoltà il governo di Ramallah e i rivali del partito Fatah in Cisgiordania. Una versione lontana dalla realtà perché domenica e mercoledì sono scesi in strada palestinesi di ogni orientamento politico e religioso, gente comune, attivisti notoriamente impegnati contro l'occupazione israeliana, con l'unico scopo di contestare le misure dell'Anp contro Gaza che danneggiano soltanto la popolazione civile già costretta ad affrontare ogni giorno una crisi umanitaria sempre più seria e le conseguenze del blocco attuato da Israele.

«ABBIAMO ASSISTITO a un crimine e al superamento di tutte le linee rosse nella gestione delle contraddizioni interne e dei rapporti nazionali», ha protestato il Fronte popolare (marxista), la più importante delle forze della sinistra palestinese. Il sindacato dei giornalisti punta il dito contro il premier e il ministro dell'interno Rami Hamdallah che avrebbe «la piena responsabilità per le aggressioni”, e annuncia che presenterà «denunce contro i capi degli apparati di sicurezza che hanno ordinato di attaccare i giornalisti». Protesta anche Hanan Ashrawi, del Comitato esecutivo dell'Olp, Hanan Ashrawi, che ha chiesto la revoca delle sanzioni contro Gaza decise da Abu Mazen nel improbabile tentativo di provocare una rivolta popolare contro i rivali di Hamas. Al contrario le misure punitive, annunciate un anno fa dal presidente e rinnovate dopo l'ennesimo fallimento del processo di riconciliazione nazionale ripreso lo scorso autunno, stanno accrescendo il risentimento della popolazione, e non solo quella di Gaza, contro l'Anp e la stessa presidenza palestinese. Qualche ora dopo il pestaggio avvenuto a Ramallah, l'Assemblea generale dell'Onu ha adottato con il voto favorevole di 120 paesi una risoluzione che condanna Israele per le uccisioni di 130 palestinesi a Gaza avvenute nelle ultime settimane e chiede al Segretario generale Antonio Guterres l'adozione di un meccanismo internazionale per proteggere i civili palestinesi. Respinta la richiesta degli Stati Uniti di incolpare Hamas. Il voto tuttavia non ha effetti pratici. A differenza del Consiglio di Sicurezza, le risoluzioni adottate dall'Assemblea generale non sono vincolanti.

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