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Il Giornale - Avvenire Rassegna Stampa
23.05.2018 All'Aja Israele accusata di 'crimini di guerra'. A Roma una delegazione di alcuni ebrei italiani guidata da Donatella Di Cesare usa 'risposta sproporzionata'
Con 'amici' così chi ha più bisogno di nemici

Testata:Il Giornale - Avvenire
Autore: Barbara Uglietti
Titolo: «La Palestina alla Corte Aja: 'Indaghi su Israele' - Gli intellettuali ebrei italiani: un appello per il dialogo»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 23/05/2018, a pag. 14, con il titolo "La Palestina alla Corte Aja: 'Indaghi su Israele' "; da AVVENIRE, a pag. 16, con il titolo "Gli intellettuali ebrei italiani: un appello per il dialogo", il commento di Barbara Uglietti.

Continua la farsa arabo palestinese presso le istituzioni internazionali, luogo eletto alla demonizzazione di Israele. La denuncia all'Aja di Israele per "crimini di guerra" è ridicola, visto che lo Stato ebraico non fa altro che difendersi dai terroristi (che anche il Giornale definisce "attivisti").

La delegazione di alcuni ebrei italiani che considerano "sproporzionata" la risposta di Israele a Hamas va, di fatto, nella stessa direzione di chi denuncia Israele di crimini. Che cosa avrebbe dovuto fare Israele se non fermare alla frontiera i terroristi armati?

Non stupisce che la delegazione sia guidata da Donatella Di Cesare, che i lettori di IC ben conoscono. La Di Cesare è stata per anni vice-presidente della Fondazione tedesca per onorare la memoria di Martin Heidegger, il filosofo di Hitler, dalla quale si è poi dimessa quando scoppiò lo scandalo dei suoi scritti antisemiti. Ma la filosofa Di Cesare non avrebbe dovuto aspettare la pubblicazione di quei testi per conoscere chi era Heidegger. Ci piacerebbe conoscere quali fossero i suoi compiti quando era vice-presidente della Fondazione Heidegger. 

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Ecco gli articoli:

 

 


"L'esercito israeliano non può sconfiggere Hamas.Siamo protetti e sicuri perché combattiamo... dietro il nostro unico Muro di Difesa! I bambini di Gaza"

IL GIORNALE: "La Palestina alla Corte Aja: 'Indaghi su Israele' "

Il ministro degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Riad Malki, ha chiesto ufficialmente alla Corte penale internazionale dell'Aia (Cpi) di indagare «su tutti i crimini e le violazioni israeliani commessi contro il popolo della Palestina nel passato, nel presente e in futuro associati al regime coloniale israeliano nella Cisgiordania occupata, inclusa Gerusalemme Est». La corte dell'Aia, ha affermato il ministro palestinese, «è l'autorità competente per indagare sui crimini israeliani». La richiesta di indagare sui presunti crimini compiuti da Israele negli insediamenti ebraici costruiti nella Cisgiordania occupata arriva pochi giorni dopo la sanguinosa conclusione della rivolta palestinese nella Striscia di Gaza, che ha visto l'uccisione di oltre 60 attivisti che cercavano di forzare le barriere che proteggono il confine israeliano. Il governo Netanyahu ha reagito all'iniziativa dell'Anp definendola «ridicola e priva di alcun fondamento legale». «La Cpi - afferma il ministero degli Esteri israeliano - non ha autorità sulla questione israelo-palestinese, perché Israele non è membro del tribunale e perché l'Autorità palestinese non è uno Stato». Affermazioni che giungono contemporaneamente a quelle sull'impiego in combattimento - per la prima volta - dei nuovi caccia F-35 da parte dell'aviazione israeliana. «Abbiamo condotto il primo raid con F-35 al mondo, attaccando due volte in Medio Oriente», ha dichiarato il comandante dell'aviazione dello Stato ebraico, generale Amikam Norkin. Israele ha concordato di comprare 50 jet ad alta tecnologia americani. A dicembre, l'aviazione militare aveva annunciato che i suoi nove F-35 erano operativi. Continua intanto la campagna contro Israele del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, impegnato di persona nella campagna elettorale per le legislative anticipate del 24 giugno. La Turchia - ha promesso Erdogan - rivedrà i rapporti commerciali con Israele e potrebbe mettere al bando l'importazione di beni israeliani dopo il voto che il «Sultano» conta di vincere. Nel 2017 Israele è stato il decimo mercato più importante per l'esportazione di prodotti turchi, per un valore di 3,4 miliardi di dollari.

AVVENIRE - Barbara Uglietti: "Gli intellettuali ebrei italiani: un appello per il dialogo"

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Barbara Uglietti

Un appello per la pace in Medio Oriente è stato presentato ieri a Roma alla Presidenza dell'Ucei (Unione Comunità ebraiche italiane) da una delegazione dei promotori formata da Donatella Di Cesare (filosofa), Anna Foa (storica), Giorgio Gomel (economista), Simon Levis Sullam (storico). L’iniziativa è partita da un gruppo di intellettuali ebrei italiani che - dando voce al pluralismo dell'ebraismo italiano, e nel rispetto della diversità di opinioni sulla situazione e sulle prospettive in Medio Oriente - si sono ritrovati nel chiedere il silenzio delle armi. E quindi spazio per il dialogo, da sempre caratteristica del mondo ebraico, che i sottoscrittori rivendicano con determinazione, internamente alla comunità e all'esterno. Sono già 400 le firme in fondo al documento: la maggior parte di accademici ebrei, a cui si sono aggiunti però sostenitori di ogni fede e appartenenza. Alcuni fra i nomi più noti: Gad Lerner, David Calef, Helena Janeczek, Wlodek Goldkorn, Lisa Ginzburg, il comboniano Alessandro Zanotelli, Roberto Saviano. «In queste ore a Gaza sangue si aggiunge su sangue - si legge nell'appello -. Condividiamo il dolore delle vittime palestinesi. Noi, sostenitori del diritto di Israele ad esistere come Stato entro confini legittimi, sicuri e riconosciuti, e ugualmente di quello dei palestinesi a uno Stato indipendente, guardiamo con estrema preoccupazione alle prime conseguenze dello spostamento dell'ambasciata americana a Gerusalemme da parte dell'Amministrazione Trump. Non possiamo tacere di fronte all'uso sproporzionato della forza da parte di Israele. L'uso di armi da fuoco contro civili è ammissibile soltanto se partecipano direttamente ad azioni ostili, non se varcano o cercano di superare la frontiera. Condanniamo la retorica fondamentalista di Hamas, che non abbandona il rifiuto di Israele, né desiste da una guerriglia che espone la gente di Gaza alla rappresaglia di Israele».

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