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La Repubblica-Avvenire Rassegna Stampa
29.04.2018 Yemen: nascondere chi attacca per primo, la specialità dei due quotidiani che disinformano
per Repubblica, Francesca Caferri. Per Avvenire la solita velina

Testata:La Repubblica-Avvenire
Autore: Francesca Caferri-agenzia
Titolo: «Missili sauditi sul funerale del capo Houti-Raid sauditi senza tregua sui capi Houthi»

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Riprendiamo oggi, 29/04/2018, da REPUBBLICA a pag.12 e AVVENIRE a pag.13, due servizi che riflettono come si falsifica l'informazione su quanto avviene in Medio Oriente.
E' la stessa tecnica applicata sul conflitto Israelo-palestinista, che si tratti di Ramallah o Gaza poco importa, ciò che conta è scrivere che " Israele attacca, lancia droni, uccide o ferisce ecc. " sempre per primo, e  piazzarlo in tutta evidenza nel titolo. Soltanto leggendo il pezzo, si apprende - e con molta cautela - che i fatti veri sono all'incontrario, è Israele che è stato attaccato, la sua è una difesa non solo giustificata ma dovuta.
Lo stesso avviene con Arabia Saudita e Yemen. Basta leggere i due titoli di Repubblica e Avvenire, è l'Arabia Saudita che ammazza i poveri yemeniti, nascondendo che invece è stato lo Yemen ad avere attaccato per primo, causando anche morti e feriti. Titolazioni identiche, che rivelano il loro contenuto ideologico. Arabia Saudita sta dalla parte dell'Occidente, quindi è 'naturalmente' il cattivo, Yemen, sotto il dominio dell'Iran, è il debole, la vittima, poco importa se la menzogna è talmente grossolana da indignare i lettori dei due giornali, se possegono ancora qualche capacità di capire ciò che leggono.

Eccoli, a entranbi l'Oscar della disinformazione:

La Repubblica-Francesca Caferri: " Missili sauditi sul funerale del capo Houti "

Risultati immagini per francesca caferri repubblica
Francesca Caferri

Sangue e morte. Morte e ancora sangue. È stata un'altra drammatica giornata ieri per lo Yemen, Paese martoriato da tre annidi guerra che ha causato quella che le Nazioni Unite definiscono la peggiore crisi umanitaria del mondo". A segnare il passo nella nuova giornata è stato il funerale, nella capitale Sana'a, di Saleh al Samad, il numero due degli Houthi, defacto presidente della parte del Paese controllata dal movimento, ucciso nei giorni scorsi da un raid della coalizione a guida saudita nei pressi del porto di Hodeida, sul Mar Rosso. II raduno è stata la miccia che ha fatto detonare una giornata drammatica: prima i missili lanciati dallo Yemen verso l'Arabia Saudita come vendetta per la morte del leader. Un morto e una decina di feriti il bilancio diffuso da Riad, che sostiene di aver intercettato i missili prima che potessero fare danni maggiori. Poi i bombardamenti ordinati da Riad su Sana'a per colpire la leadership Houthi riunita per le esequie (nellafoto in alto): due leader del movimento e decine di civili sarebbero stati uccisi in azioni che secondo i sauditi hanno colpito soltanto obiettivi militari. Ma che per gli Houthi hanno invece distrutto case e una struttura medica. Impossibile verificare con esattezza il bilancio degli attacchi. Quale che sia la versione giusta la giornata di ieri ha segnato un nuovo punto in basso nella guerra iniziata nel 2015 quando i sauditi sono intervenuti per fermare il gruppo ribelle del Nord, vicino a Teheran, che aveva preso il controllo della capitale Sana'a. Da allora sono morte più di 50mila persone, due terzi dei 22 milioni di abitanti dello Yemen sono ridotti sull'orlo della carestia, 400mi1a bambini soffrono la fame e a Sana'a e dintorni è scoppiata la peggiore epidemia di colera della storia contemporanea. Ieri gli Houthi hanno promesso nuove azioni di vendetta contro i sauditi nelle prossime ore e nei prossimi giorni. A Riad intanto il ministro degli Esteri saudita Adel Al Jubeir nel suo incontro con il nuovo segretario di Stato americano Mike Pompeo - al suo primo viaggio all'estero - ha ribadito la volontà del suo Paese di non indietreggiare da una campagna militare mirata - secondo i sauditi - a impedire agli Houthi di tenere sotto scacco l'Arabia Saudita. Al di là delle parole ufficiali, c'è da registrare il fatto che le trattative (che avrebbero dovuto restare segrete) fra i sauditi e i loro nemici in Oman sembrano essersi arenate: e che lo Yemen sembra sempre più una causa persa. Negli ultimi giorni è stato ucciso ad Aden un leader locale dello Stato Islamico, segno della costante presenza di estremisti islamici, resa più facile dall'instabilità generata dalla guerra. E la partizione del Paese in una zona Nord, sotto il controllo Houthi, e una Sud sotto il controllo degli Emirati arabi Uniti, alleati dei sauditi, è sempre più una realtà

Avvenire- " Raid sauditi senza tregua sui capi Houthi "

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Raid sauditi senza tregua sui capi Houthi Almeno 38 uccisi a Sanaa: fra le vittime anche altri 2 comandanti In risposta 8 razzi degli sciiti lanciati su Riad Sanaa. Due comandanti dei ribelli sciiti Houthi sono rimasti uccisi, assieme a decine di miliziani, in un raid sulla capitale yemenita Sanaa lanciato dalla coalizione araba a guida saudita. Lo riferiscono media di Riad. Secondo al-Arabiya, l'attacco ha colpito una riunione di alto livello dei ribelli sciiti yemeniti sostenuti dall'Iran. Almeno 38 i morti, compresi due leader. L'emittente Al-Masirah aveva riferito di un incontro dei comandanti Houthi, riuniti in un edificio del ministero dell'Interno per discutere dei funerali di Saleh al-Sammad, leader politico Houthi ucciso in un precedente raid saudita. Poche ore dopo i ribelli sciiti Houthi hanno sparato una salva di missili balistici contro il territorio dell'Arabia Saudita. Gli 8 missili - è stato riferito da un portavoce Houthi e citato da Al Masdar - hanno avuto nel mirino l'area di Jizan, nel sud del territorio del regno. Riad ha reso noto di aver intercettato e distrutto quattro missili lanciati contro la città di Jazan, nel sudovest del regno a ridosso del confine con lo Yemen: lo riferisce la tv satellitare al-Arabiya.

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